Estorsioni ad attività turistiche, arrestate 10 persone del clan La Rosa
redazione | Il 19, Dic 2012
Il clan La Rosa, attivo soprattutto a Tropea e nei territori limitrofi, era già stato colpito nell’ambito dell’inchiesta Odissea scattata nel settembre del 2006 – ECCO I NOMI E LE FOTO
Estorsioni ad attività turistiche, operazione nel vibonese. Arrestate 10 persone del clan La Rosa
Numerose le accuse tra le quali spiccano l’ingerenza nelle attevità commerciali e turistiche attive nell’area della Costa degli Dei, estorsioni ed usura. Il clan La Rosa, attivo soprattutto a Tropea e nei territori limitrofi, era già stato colpito nell’ambito dell’inchiesta Odissea scattata nel settembre del 2006 sempre ad opera della Squadra Mobile
VIBO VALENTIA – La squadra mobile di Vibo Valentia ha eseguito undici ordinanze di custodia cautelare di cui dieci in carcere a carico di affiliati alla cosca della ‘ndrangheta dei ‘La Rosa’ di Tropea. L’indagine, coordinata dalla Dda di Catanzaro, ha consentito di ricostruire le attività illecite che sarebbero state svolte dalla cosca dedita alla commissione di omicidi, estorsioni, danneggiamenti e traffici di armi nella zona della Costa degli Dei. Ad essere prese di mira sono risultate varie attività imprenditoriali del settore turistico-alberghiero, della ristorazione e dell’edilizia che operano da anni nel territorio vibonese con specifico riferimento ad una tra le area a più alto tasso turistico della Calabria. Il clan La Rosa era stato già colpito nell’ambito dell’inchiesta Odissea scattata nel settembre 2006.
A COSCA ANCHE APPALTI PUBBLICI
Era in grado di ottenere l’affidamento di appalti pubblici riguardanti la zona di Tropea, la cosca di ‘ndrangheta dei La Rosa, collegata alla “società” maggiore dei Mancuso di Limbadi. L’attività della cosca, secondo quanto emerso dalle indagini, comprendeva tutto l’indotto turistico della cittadina tirrenica, con estorsioni ai danni dei villaggi turistici, imposizione di “guardianie” e di forniture di servizi. Il potere intimidatorio dei La Rosa era ulteriormente rafforzato dalla consapevolezza, da parte di tutta la popolazione, del collegamento con la cosca “maggiore” dei Mancuso che rappresenta l’organizzazione di riferimento della criminalità organizzata dell’intera provincia di Vibo Valentia. I componenti del clan potevano contare su un’ampia disponibilità di armi da fuoco, ricevute da soggetti che gravitano nel loro ambito criminale. Uno degli affiliati vive a Milano, dove è stato rintracciato e arrestato.
L’inchiesta condotta dalla Squadra Mobile di Vibo ha consentito anche di far luce su un omicidio e due tentati omicidi. Fondamentali le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, per la precisione un killer della Slovacchia al soldo dei La Rosa, che preso dal rimorso, ha deciso di non portare a termine l’ennesima missione di morte, contattando gli inquirenti, iniziando a raccontare tutto e assumendosi la paternità del tentato omicidio di Ivano Pizzarelli, avvenuto nel 2002, dell’assassinio di Saverio Carone e del tentato omicidio del fratello Pietro (ucciso poi nel 2010) avvenuti nel 2004 a breve distanza l’uno dall’altro, tutti e tre le azioni criminali sarebbero state compiute assieme a Pasquale Quaranta. Questi, originari di Santa Domenica di Ricadi erano rivali alla famiglia di Tropea che voleva mettere le mani sugli appalti della zona. Per l’eliminazione di Carone, i La Rosa avevano sborsato 15.000 euro.
Sempre nell’inchiesta si fa riferimento all’assoggettamento degli imprenditori e commercianti della cittadina alla consorteria. Non si muoveva foglia che la cosca non volesse, la quale aveva il monopolio delle forniture dei servizi alle numerose strutture recettive costrette a sottostare al volere dei suoi componenti. In molti, per paura, sottostavano alle richieste estorsive, qualcuno, invece, anche messo alle strette dagli inquirenti della Mobile, ha iniziato a collaborare svelando il quadro criminale in atto nella capitale del turismo calabrese.
I reati contestati vanno dal 2008 in poi in considerazione del fatto che per quelli pregressi c’è già una sentenza della cassazione in ordine al processo Odissea, condotta del 2006, la cui inchiesta odierna sembra proprio la sua prosecuzione.
Questi gli arrestati:
Francesco La Rosa nato a Tropea il 29/11/1971
Pasquale La Rosa nato a Tropea il 14/03/1965
Carmine La Rosa nato a Tropea il 15/07/1945
Francesco La Rosa nato a Tropea il 18/01/1974
Salvatore La Rosa nato a Tropea il 09/12/1968
Saverio Bardo nato a Tropea il 26/09/1988
Pasquale Quaranta nato a Ricadi il 18/03/1963
Peter Cacko nato a Michalovce (Slovacchia) il 20/11/1972
Carmine De Luca nato a Parghelia il 14/02/1966
Antonio Di Marzo nato a Tropea il 19/01/1958
Con obbligo di dimora:
Enzo Calabretta nato a Catania il 13/02/1977