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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 26 NOVEMBRE 2024

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Evviva! Taurianova è “dissestata”, che bello! Ma... chi sono i colpevoli?

Evviva! Taurianova è “dissestata”, che bello! Ma... chi sono i colpevoli?
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Prefazione. “Perché volete disturbarmi, se io forse sto sognando un viaggio alato, sopra un carro senza ruote, trascinato dai cavalli del maestrale, nel maestrale… in volo.” (Banco del Mutuo Soccorso).

Questa volta è davvero difficile iniziare! Un consiglio comunale, apparentemente serio per i temi da affrontare che di colpo si trasforma in un misto tra una riunione di condominio e un pollaio dei balcani, schiamazzi con chiusura ad effetto, simile ad una delle solite prime puntate del Festival di Sanremo, quando c’era sempre qualcuno che si voleva buttare dalla balaustra dell’Ariston. “Trenta quaranta, tutto il Mondo canta, canta lo gallo risponde la gallina…”, scriveva il bravo Guido Gozzano, e nell’ultimo consiglio comunale i presupposti “poetici” ci stanno tutti.

Proporrei nel prossimo “spettacolo più bello del mondo (il consiglio comunale)”, il pagamento di un biglietto di ingresso e prim’ancora dell’inizio, un’apertura come nelle migliori riviste, delle ballerine seminude come le “ragazze coccodè” di arboriana memoria. Si sa, in tempi di magra occorre arrangiarsi, visto il dissesto appena dichiarato che ad osservare la maggioranza, sembra più un grande traguardo, quando invece normalmente è una jattura peggio di una maledizione. Ma sono quei particolari, quei punti di vista che ognuno recepisce per conto proprio. Come quelli che guardandosi allo specchio si vedono belli ed affascinanti, si fanno i selfie nei social e poi sono simili a scaldabagni da giardini all’aperto. E con questi presupposti che si inizia con l’ennesima sfiducia a Fausto Siclari (e non al presidente del consiglio comunale), da parte di tutta l’opposizione tranne Cettina Nicolosi, la bambolina dagli occhi verdi, una “candy candy” del terzo millennio che poco più in là sarà la protagonista di un assolo tempestoso come quello di un soprano che ha ingoiato alici salatissime, visto il rossore paonazzo del viso. Come antipasto nei social si leggevano avvisi di fuoco (nemico), inviti alla cittadinanza per presentarsi al consiglio comunale (per un probabile “cocciuledu”).

Ovviamente i protagonisti tutti in robusta armatura da guerra, amazzoni e mohicani. Ma purtroppo, alla fine, come ogni cosa bramata finisce in fuochi di paglia perdendosi in un calice di cristallo pieno d’acqua (sic!). Siclari è l’esempio eclatante che a caval donato non si guarda in bocca, ma se lo mette in bocca per bere. Il vino non c’è, si dice che è sparito tra i meandri degli oblii, ma indagheremo! A volte l’apparenza vince sempre sulla sostanza quando la stessa è “fumo”.

Si va avanti e inizia il “pippone” del ragioniere del Comune, uno scartavetramento assordante al limite dell’autolesionismo (quello di chi ascoltava), come quegli scenari delle riviste di una volta, quando lo spettacolo non piaceva, volava di tutto dalla platea per implorare l’ingresso delle ballerine (ecco l’utilità di cui sopra). Uno spettacolo da cineteca neorealista, i consiglieri imbalsamati, tranne Luigi Mamone che rimane tale così come da copione, tra un non si capisce se dorme o è un bambolotto gonfiabile messo apposta lì in occasione di ogni civico consesso. L’assessore Ferraro (il titolo è d’obbligo), la più lungimirante in quanto si è munita di plaid sulle spalle, e in effetti ha pensato bene visto che la chiusura dell’arena è stata ben oltre l’una di notte. Il sindaco ride, c’è da dichiarare il dissesto e lui ride, ma viva la faccia. Anzi, tutti ridono, ma sì ridiamo, come disse qualcuno (che non c’è più) in una pubblicità, l’ottimismo è il profumo della vita. Auguri, ad maiora! Anche tra il pubblico c’era un (dormi)veglia tra ex candidati a sindaco dai tempi che furono: dormienti e accartocciati su se stessi, poi claque e cineamatori a dire il vero sempre vispi e attenti.

Finalmente finisce il ragioniere e inizia la seconda parte, dopo una pausa caffè e un buffet di sbadigli, ecco le dichiarazioni di voto. Dopo qualche ininfluente battibecco da riunione di condominio su chi avesse rubato la marmellata, arriva il momento (a)topico, ma sarebbe stato meglio un calcio nel sedere: l’intervento di De Marco. E nuovamente sonno fu! Non amo mandare, diciamo metaforicamente “maledizioni”, ecco, in quel momento avrei voluto che la camicia prorompente di Luigi Mamone al limite del contenimento addominale fosse scoppiata, tanto che i bottoni con veemenza da mitragliatore, colpissero De Marco facendolo cadere in un sonno profondo fino alla fine del consiglio. Ma comprendo che sarebbe stato uno scontro tra camicie.

Finisce De Marco e attacca (nel vero senso della parola), Cettina Nicolosi, fresca di nomina come dirigente del Conservatorio “F. Cilea”, e che nei fatti è l’unica a fare un discorso politicamente serio. Sveglia (in apparenza) tutti quanti, alzando l’asticella del giusto dialogo e affermando una cosa, a mio avviso importante, “Avete il coraggio di fare i nomi di chi ha procurato questo dissesto?”. Ovviamente, tutti zitti, vabbe, ma è ordinaria condizione. Poi inizia lui, il sommo, l’unico, secondo me inimitabile. Un uomo tutto d’un pezzo, l’ex sindaco Biasi. Un intervento da premio Nobel, non si può non innamorarsi di lui. Dichiaro pubblicamente, fregandomi dei bacchettoni e del pensar male della gente che mi sono perdutamente innamorato di Roy Biasi! Lo adoro. Prende la parola e dice che è d’accordo con la Nicolosi.

Da evidenziare che la stessa quando ha posto quell’interrogativo su chi fossero i responsabili, sicuramente avrà sicuramente pensato pure a lui e Biasi la elogia (sic!). Un coup de theatre straordinario. E poi in un unico afflato: Il sindaco Argiroffi aveva lasciato un comune in paradissesto (sic!); i soldi del mutuo della banca Opi di tre milioni di euro è stata un’apoteosi di adrenalina, quasi che la colpa è stata del prefetto Luisa Latella che ha incassato i soldi! Ci scommettiamo che se gli fosse stato concesso di andare avanti, avrebbe detto che sia Fons Nova e Gioseta le avrebbe volute il sindaco Carlo Ursida ai suoi tempi? Io amo Biasi, talmente tanto che qualora si dovesse candidare alle prossime consultazioni politiche, il mio voto è per lui, chiaro! E al diavolo tutte le delibere della Corte dei Conti degli anni 2006, 2007, 2008, atti di indirizzo della Latella, etc…!!! Per me Roy è un mito e non ha eguali in tutta la sfera terrestre.

Quello che voi non immaginate, però ne sono certo è che il sindaco Scionti, per farvi capire quello che “ci ha messo la faccia”. Ovvero la stessa faccia della campagna elettorale, delle grandi promesse e della conoscenza del paradissesto (così come lui anche gli altri candidati a sindaco). Il grande Gastone Paperone, l’uomo dalle capacità mistiche considerevoli e tanto, tanto altro ancora, vi sorprenderà. Revocherà lo staff e lo farà perché sa che moralmente lo dovrà fare e soprattutto cambierà i cilindretti delle serrature negli ingressi delle strutture comunali, ci scommettiamo? Ma soprattutto, inizierà un lungo periodo di austerità in ogni contesto perché tanto noi siamo felici che c’è il dissesto, che bello, ho l’accapponamento della pelle al limite del possibile per l’emozione, così io come tutti i cittadini! E per tutto questo come sempre ci affidiamo ai “santi” beati Rocco (del “mutuo soccorso”) e Antonino (della “divina provvidenza”).

Una cosa la vorrei dire, anzi due (serie), così, da “ignorante di Zaccheria”, la Corte dei Conti ha scritto testuali parole che riporto, “Fra le cause dello squilibrio finanziario che hanno indotto il Comune di Taurianova ad attivare la procedura di riequilibrio finanziario pluriennale determinante è stato l’utilizzo di partite vincolate non integralmente ricostituite. In particolare il Comune, negli anni 2007, 2009 e 2010, ha utilizzato l’importo complessivo di €. 4.516.000,00 (così dettagliati: Mutui banca OPI €. 3.000.000,00; finanziamento TERNA €. 616.000,00, finanziamento Regionale Calabria per risanamento dissesto idrogeologico €. 900.000,00), per il finanziamento di spese correnti (funzionamento)”. Peppe Crocitti ha scritto nella sua relazione alla voce “3.4 Anticipazioni di tesoreria”, “La precarietà degli equilibri di bilancio, anche con riferimento a precedenti esercizi finanziari, ha concorso, nell’anno 2010, a determinare le condizioni per il ricorso ad anticipazioni di tesoreria.

Risulta infatti che l’Ente ha fatto ricorso ad anticipazioni di tesoreria per 365 giorni, per un importo medio pari a € 5.081,08. Risulta inoltre uno scoperto per anticipazioni a chiusura dell’esercizio per un importo pari a € 1.854.594,96. (…) Da quanto emerso in fase istruttoria risulterebbe uno squilibrio di cassa della gestione vincolata dei fondi pari a € 3.928.909,46 la cui consistenza non è stata ricostituita. Tale condizione può compromettere la stabilità finanziaria dell’Ente, oltre che costituire elemento di responsabilità ed in tal senso l’Amministrazione comunale ha già provveduto ad interessare le competenti autorità giudiziarie”. Nel 2010 c’erano i commissari (del secondo scioglimento per mafia), quelli ben vestiti che avevano dichiarato nella sua ultima conferenza stampa, esattamente l’1 giugno, che lasciano un comune stabile, libero da vincoli, ma soprattutto con i soldi che bastano per gli stipendi e per alcune opere pubbliche. Ma si sa questa è una città in cui i commissari prefettizi sono intoccabili pure nelle critiche, non si sa perché ma loro hanno sempre ragione (ma non per me). Quindi, cos’è successo da allora? Eppure sono trascorsi solo sei anni, così da semplice cittadino e senza nulla a pretendere.

Ora, faccio mia l’affermazione della Nicolosi e me ne scuso con lei. Si può sapere, oramai che il dato è stato tratto e la frittata è venuta male, chi sono stati i responsabili di questo disastro o dobbiamo aspettare che ce lo dicono i commissari che a breve si insedieranno? Sarebbe più opportuno che lo facesse l’attuale amministrazione con nomi e cognomi, in quanto ha la possibilità di farlo e ne uscirebbe a testa alta, altrimenti che senso avrebbe candidarsi per guidare una città?