Fabio Scionti, Grimilde ed i “Segugi” E fu così che arrivò la letterina per Babbo Natale
“Mi arrestarono un giorno per le donne ed il vino, non avevano leggi per punire un blasfemo, non mi uccise la morte, ma due guardie bigotte, mi cercarono l’anima a forza di botte”. Questo dedicato ai “detrattori” della morale (?) per questa rubrica, e per dire che “Dietro ogni blasfemo c’è un giardino incantato”.
Cos’è la coerenza? Immaginate un paio di “mutande” che non cambiate mai, c’è o non c’è coerenza? Diremmo di no, in quanto, avrebbe senso chiamarli tali, se non verrebbero cambiate tutti i giorni? Ovvero, per dire che, non sempre chi si cambia le mutande tutti i giorni è coerente (anche in politica), però se si cambiano è meglio.
Da questi presupposti, si potrebbe iniziare a parlare di una (certa) coerenza, di “acidità frustranti”, “pennacchi mancati”, “mozioni di sfiducia” e che “domani mattina il sole sorgerà ancora” (Pino “Obama” Falleti docet). Tra “segugi” e “(mammiferi) roditori”, nel bel mezzo dei tanti discorsi, troviamo anche “galline isteriche”. Sociopatia a parte, ciò che sta accadendo tra i “misteri” della maggioranza retta da Gastone Paperone Scionti ha dell’insolito (ma non sorprendente), però va bene così, purché si muova e vada avanti. Occorre capire che se la malattia della diaspora (cambio di posti, non di numeri, non di sfiducia, fuori dalla maggioranza ma non opposizione), sia come quella delle ciliegie da guarire del Medico di De André o se com’è giusto che sia, dovrebbero essere i veri malati e le vere malattie ad essere curati. Dubbio amletiano (sempre con la precisazione che non è una parolaccia).
Sta accadendo di tutto, l’opposizione che dice “tutti a casa”, ma che faccia strada in primis il presidente del consiglio comunale Siclari, che con una mozione di sfiducia per la quale lo stesso, ovviamente non si pronuncia, ma si chiude dentro un pollaio attaccando le “galline isteriche” ed i “pennacchi”. Lui che in testa ne ha ben pochi. Aprendo una battaglia senza esclusione di colpi non solo contro i fautori della mozione che lo vorrebbero estromettere dallo scranno consiliare, ma pure con il suo ex collega di partito e di “club tricologico”, Filippo Lazzaro. Ci permettiamo, a tal proposito, di consigliare uno straordinario trattato di Sinesio, Elogio della calvizie, il quale lo stesso scrivente di questa rubrica, che come loro, non avendo ambizioni tricologiche l’ha divorato nella lettura risollevando un po’ il (e la) proprio(/a) morale.
“Se la morale non urtasse, non verrebbe lesa” diceva Kraus, ma qual è la morale di tutto ciò? Ovviamente è celata tra i meandri di un social, questi ha l’effetto più veritiero di una nota stampa perché oltre a dire quante volte si va in bagno ci descrivono gli stati d’animo, le “frustrazioni” e le elucubrazioni da impedimento e/o costrizioni intestinali. Ma anche (veltroniano), le risposte al vetriolo da filosofia epatica.
Ora, “Il segugio”, specie animale non ancora ben identificato, scrive di “provvidenzialità” consiliare per stampelle d’occasione, e allo stesso tempo “rimprovera” il duo delle meraviglie Lazzaro-Morabito (l’ordine è alfabetico e non per importanza), i quali braccati dal consigliere della provvidenza Rocco Sposato, si son visti costretti a votare favorevolmente sulla variazione di bilancio. Gli stessi, ovviamente smentiscono, e così come San Francesco parlava agli uccelli, loro parlano ai “segugi”, e non ci stanno. Dichiarano con forza che l’hanno fatto solo per cause inerenti alla loro coerenza (e qui le mutande non c’entrano nulla). Qualcuno disse che, “Non è saggio usare la morale nei giorni feriali; così succede che poi la troviamo in disordine la domenica” ed eccoci ad inizio settimana con la palla di spugna inzuppata d’acqua, ed a chi la lanciamo questa palla pesante? Sposato controbatte con “stupore”, così scrive, facendo a gare sulla “sorpresa; di chi ce l’ha più grossa! Il “duo” dice di avercela più grossa, ma Sposato ribatte che la sua è ancor più grossa. Ora, avete votato a favore di politiche sociali, l’avete fatto bene, Babbo Natale ve ne sarà grato e la Befana non vi farà avere cenere e carbone.
Ed in tutto ciò, tra guerre fratricide, rimbalzi di comunicati, capelli al vento e chiome desiderate ma mai avute, Gastone Paperone Scionti che fa? Scionti, Scionti delle mie brame chi è il più bello del reame? Si sarebbe chiesta Grimilde, e secondo noi, lui col cavolo che avrebbe risposto. Lui per antonomasia è idrorepellente o meglio “idrofobo”, come le foglie di loto. I quali hanno la caratteristica di non sporcarsi mai per un loro rivestimento ceroso naturale che tende a far scivolare l’acqua, e guarda caso, sono foglie che si trovano nelle paludi. Sarà un caso caro Gastone Paperone? Ma poi, quella Red Bull, l’hai bevuta? Oh, sostituisco il “tu” con il “lei”, non vorrei ledere la maestà, né macchiarmi di pubblico ludibrio.
Intanto, noi, Grimilde, “Tina Anselmi”, Sinesio e quanti altri vorranno aggiungersi per assistere al prossimo consiglio comunale siamo in attesa ed intanto giocosi osserviamo le magie dell’amore. Quella cristallizzazione amorosa che redige una “mozione di sfiducia” (sic!). Bella letterina per Babbo Natale che avete scritto? Prendersela con l’anello più debole di una maggioranza, di un sindaco e di una Giunta che non c’è, come l’isola di Peter Pan. Vi fate i forti con i più deboli, con quelli più “attaccabili” e poi sputando su un ex commensale. Prima Siclari andava bene quando stava con voi, ora al suo confronto il mostro di Firenze sembra un francescano in preghiera nel monastero di montagna tra gli alberi con gli uccelli, le capre e qualche formaggio fresco e perché no, anche un buon bicchier di vino. E che sarà mai il Siclari? Una eminenza grigia piena di intrighi e delitti? Sì, avrà fatto i suoi errori, avrà contribuito ad un’amministrazione per oltre dieci anni, ma non è l’orco cattivo. Avrà delle responsabilità pure lui (ahimè, più di così non si riesce a difenderlo), ma non da impiccarlo così in alto.
Ci sarà una verità, un giorno del giudizio e non vi preoccupate, perché quel giorno prevarranno due cose, le perle di saggezza di Pino “Obama” Falleti e la “fortuna”, tra virgolette (per le fasce deboli non si usano altri termini), di Gastone Paperone Scionti che salveranno il mondo. E domani mattina il sole sorgerà di nuovo….finché non si incazzerà pure lui.