Fabio Scionti, sto panettone spetta a te La maggioranza, balla o “traballa”?
Prefazione “Lei non può immaginare quanto io non sia irremovibile nelle mie idee”
“Non posso, non devo e non voglio approvare questa variazione. Non posso perché molti punti espressi sembrano confusi, non devo perché sono decisioni assunte senza consultare la minoranza e non voglio, perché questa Amministrazione non merita la mia fiducia”. Da queste affermazioni, pronunciate dall’ex “Santo” nonché ex “stampella esente ticket” Rocco Sposato, benefattore di tenute numeriche lontane e dei tempi che furono (e che mai più ritorneranno), si è capita la prefazione di quel consiglio comunale. Un civico consesso convocato alle nove di mattina, orario tipicamente favorevole per chiunque ad assistere alle “performance” amministrative. Chi non lascerebbe gli impegni per osservare, che ne so, l’assessore Luigi Mamone, un uomo e la sua poltrona, “a man’s armchair”, o meglio dire “l’uomo poltrona” e la sua posa tagadà? Tra le sfilate di “miss piastrate 2018” e tough men with puffy breasts, oggi si scopre tramite il medico Rocco Sposato, essere affetti (sarcasticamente) da “enfisemi polmonari”.
Eppure, si discuteva di un tema importantissimo e vitale per il proseguo del mandato Scionti, “un’ipotesti di bilancio” da riportare al Dicastero di competenza per l’approvazione, in un comune dissestato dove pende una sentenza di un tribunale amministrativo che vuol dire un debito di 700 mila euro da rimborsare ai fratelli Zerbi. E dove li prendono? Per la serie, abbassiamo la saracinesca del municipio, altro che cilindretti da cambiare!
In aula mentre si discuteva questo problema, un tal “don Nino”, noto maestro di violino si aggirava come una trottola da passerella di festa patronale, facendo ammiccamenti di sguardi con bassi promontori ben in evidenza. Lo “snakes charmer” Biasi, ben in forma dopo l’infortunio e nove mesi di latitanza, da consigli comunali (e nessuno ancora gliel’ha fatto notare), augura catastrofi imminenti, fine del mondo e tsunami da terraferma nonché invasioni di squali tigre per chiunque avesse votato quell’ipotesi di bilancio, sembrava un adepto dei testimone di Geova. Tesi avallate dalla Morabito, doppia collega, consigliere e avvocato. Mi sa, però, che stavolta hanno ragione. Talmente hanno ragione che la maggioranza si spacca. E “non è come sembra” o “dipende dalle interpretazioni dei cittadini”, così come asseriscono “alcuni” politici di fama internazionale, perché si apre una vera “crepa” nella maggioranza. A mio avviso, una crisi politica da affrontare. La maggioranza è formata da otto consiglieri più il sindaco per un totale di nove voti. Si vota e due “obiettori di coscienza” si astengono, non si fanno i nomi, nemmeno i giornali li fanno, non li farò nemmeno io. Non dirò mai e poi mai che Nino Caridi (Ncd che non c’è più) e Dario Romeo (PD), si sono astenuti. Mai, nemmeno sotto tortura! Ma non dirò nemmeno che il sindaco relaziona su un tema che avrebbe dovuto fare l’assessore “alla poltrona” Mamone, né dirò mai che sto vedendo una maggioranza consiliare ferma, inerme e immobile, mentre c’è un’opposizione che martella costantemente un sindaco che è lasciato solo, seppur al comando, ma nervosamente solo. È pur vero che l’Ariosto disse “Pazzo chi al suo signor contraddir vole, se ben dicesse ch’ha veduto il giorno pieno di stelle e a mezzanotte il sole”, però non dire nulla, è preoccupante.
Il problema c’è ed è molto serio, una sentenza del Tar checché se ne dica è immediatamente esecutiva, con addirittura una “ordinanza collegiale” n. 261/2018 sempre del Tar che dice che è un “debito della gestione ordinaria”. A maggior ragione se poi tale dispositivo non viene mai impugnato, mettici pure un commissario ad acta nominato dal Prefetto che con la deliberazione n. 1/2018 vorrebbe “ottemperare” alla sentenza n. 757/2016, e anche se con un decreto del sindaco n. 92/2018 si sceglie di fare ricorso a questa “ottemperanza”, il debito c’è! E permane insieme alla solida sentenza di un tribunale amministrativo, c’è pure la sollecitazione dei legali dei fratelli Zerbi che vogliono i soldi, il dado è tratto e la minestra è cotta.
Lasciare politicamente solo un sindaco a sbrigarsela da solo, non si può. Né non prendere le difese di chi è stato l’espressione della coalizione seppur snaturata nel tempo. Non si possono perdere consiglieri di maggioranza per strada quando a tutto c’è una soluzione (anche per recuperarli quando c’è stata l’occasione), come non si può perdere un alleato esterno come Rocco Sposato perché considerato semplicemente un numero a proprio uso e consumo. E tralasciando per un attimo l’apporto attuale del “don Nino maestro di violino”, in quanto “innaturale” per definizione in questa maggioranza, è un ketchup tra le vongole. Eppure, basterebbe poco per andare avanti con serenità politica, costituire le commissioni, capire che la consulta delle associazioni nello Statuto sta, tra maggioranza e opposizione, sullo stomaco a tanti. Essere più umili, fare un vitale e indispensabile rimpasto di Giunta, che non è un fallimento attenzione, è una condizione politica naturale per un cambio di passo amministrativo più vigoroso. Perché al di là delle brocche di vetro, c’è di più…