Faida dei boschi: catturato il latitante Santo Procopio
redazione | Il 24, Ott 2012
Era ricercato dal dicembre scorso. Nel 2010 fu ferito in un agguato – ULTIMI AGGIORNAMENTI
Faida dei boschi: catturato il latitante Santo Procopio
Era ricercato dal dicembre scorso. Nel 2010 fu ferito in un agguato
CATANZARO – E’ stato individuato in un casolare di famiglia in una zona montana e impervia del comune di Badolato e bloccato prima che tentasse la fuga Santo Procopio, di 27 anni, il latitante arrestato dai carabinieri di Guardavalle con il contributo dello squadrone eliportato dei cacciatori. Procopio era ricercato per un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip distrettuale su richiesta della Dda di Catanzaro per associazione mafiosa. L’uomo era in compagnia di due cugini e del fidanzato della sorella, D.C., di 23 anni, che è stato denunciato per favoreggiamento. All’individuazione del nascondiglio di Procopio, hanno spiegato il comandante del reparto operativo del Comando provinciale dei carabinieri Giorgio Naselli ed il comandante della Compagnia di Soverato Emanuele Leuzzi, grazie ad un costante lavoro di controllo dei familiari del latitante. Procopio, ritenuto legato alla cosca Sia-Procopio-Tripodi di Soverato, nel 2010 è stato vittima di due agguati. Il primo è stato compiuto il 26 gennaio nella frazione Elce della vecchia di Guardavalle. Nel secondo agguato, a Brognaturo, Procopio, che rimase gravemente ferito, si salvò perché indossava un giubbotto antiproiettile. Nello stesso agguato fu ucciso Salvatore Vallelunga, fratello di Damiano, ritenuto il boss della cosca dei “viperari”, assassinato il 27 settembre del 2009 a Riace, davanti al Santuario dei Santi medici Cosma e Damiano, dove era in corso la festa patronale del paese. “Abbiamo aperto squarci importanti – ha detto il procuratore di Catanzaro Vincenzo Antonio Lombardo incontrando i giornalisti – sulle dinamiche criminali della zona del soveratese al confine con le province di Reggio Calabria e Vibo Valentia, ma anche sui fatti specifici e sugli omicidi commessi nella zona. Adesso abbiamo bisogno di un po’ di tempo per mettere in ordine le carte. Alle indagini hanno anche contribuito alcuni collaboratori, un fenomeno, quest’ultimo, che è cresciuto negli ultimi tempi in seguito agli arresti che abbiamo eseguito. Certamente non abbiamo sconfitto la ‘ndrangheta nella zona ma sono stati fatti passi avanti e se li faranno anche la cittadinanza e la pubblica amministrazione arginando le infiltrazioni sento di poter dire di essere ragionevolmente fiducioso”.