Faisa-Cisal Calabria commenta emendamento Sacconi "La proposta dell’ex ministro è l’ennesima prova di quanto la politica stia tentando di affossare i pochi diritti ancora rimasti in piedi nel mondo del lavoro"
In questa settimana sarà sottoposto al voto della Commissione Bilancio del Senato l’emendamento presentato alla manovra – il D.D.L. Bilancio in discussione a Palazzo Madama – dall’ex ministro Sacconi, concernente l’introduzione di ulteriori obblighi in capo ai lavoratori che intendano scioperare nei servizi pubblici essenziali. La proposta dell’ex ministro è l’ennesima prova di quanto la politica stia tentando di affossare i pochi diritti ancora rimasti in piedi nel mondo del lavoro. Non tutti sanno che nei servizi che la Legge definisce “pubblici essenziali”, nei quali rientrano i Trasporti, per scioperare bisogna osservare la normativa legale e le rigide delibere della Commissione di Garanzia che, tradotte in tempistica, vogliono dire che uno sciopero, prima di essere attuato nella pratica, richiede all’incirca un mese di tempo tra procedure varie e preavviso.
A ciò vanno aggiunte le franchigie (i periodi previsti dalla norma durante i quali non si può scioperare, come ad esempio durante le festività natalizie, quelle pasquali, ecc.) le prescrizioni vigenti in materia di prima azione di sciopero (massimo quattro ore) di stacco tra un’azione di sciopero e l’altra (dieci giorni minino), di rispetto delle fasce di garanzia (di ben sei ore) durante le quali le corse vanno regolarmente effettuate.
È evidente, insomma, che l’astensione dal lavoro nei Trasporti è una sorta di gincana alla quale i Sindacati ed i lavoratori sono costretti prima di poter esercitare un diritto costituzionale: lo sciopero, appunto. Non restiamo indifferenti, quindi, al tentativo (l’ennesimo di Sacconi) di porre in discussione l’esercizio di un diritto già fortemente compresso nei servizi pubblici essenziali. Vogliamo che gli addetti al settore sappiano che un altro diritto fondamentale, qual è quello di poter legittimamente dimostrare il proprio dissenso, sta per essere intaccato fortemente. Sta per essere svuotata di significato la parola “sciopero”; stanno per essere “sterilizzate” d’ufficio le proteste dei lavoratori.
La Faisa-Cisal Calabria non accetterà che un altro tassello venga staccato dal quadro delle tutele dei lavoratori. Per questo, rivolge un appello ai Gruppi parlamentari che, in Commissione, si occuperanno dell’emendamento Sacconi. Ad essi, e particolarmente ai senatori calabresi, chiede di bocciare sonoramente una siffatta proposta. Sarebbe assai più urgente che la politica si occupasse della risoluzione dei problemi del Trasporto in Italia e che, invece di cercare di stroncare sul nascere, per legge, le legittime proteste di una categoria ormai allo stremo, prestasse orecchio agli addetti del settore che, ogni giorno, consentono la mobilità di milioni di cittadini nel mentre chi governa litiga su tutto. Speriamo che i conducenti facciano sentire la propria voce, ad ogni livello, perché quest’ennesimo, vergognoso tentativo di gravare di ulteriori, stringenti prescrizioni coloro i quali intendono esercitare il diritto di sciopero, fallisca miseramente. Com’è giusto che sia.