Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), MARTEDì 17 DICEMBRE 2024

Torna su

Torna su

 
 

Catanzaro, falsi incidenti per truffare le assicurazioni. Venti arresti e 156 denunce

Catanzaro, falsi incidenti per truffare le assicurazioni. Venti arresti e 156 denunce

| Il 13, Mag 2014

La guardia di finanza di Catanzaro ha scoperto un’organizzazione che truffava le agenzie assicurative. La truffa ammonta ad oltre cinque milioni di euro. Tra gli arrestati un medico e due avvocati

Catanzaro, falsi incidenti per truffare le assicurazioni. Venti arresti e 156 denunce 

La guardia di finanza di Catanzaro ha scoperto un’organizzazione che truffava le agenzie assicurative attraverso falsi incidenti stradali. La truffa ammonta ad oltre cinque milioni di euro. Tra gli arrestati un medico e due avvocati

 

CATANZARO – Il Comando provinciale di Catanzaro della Guardia di finanza ha eseguito un’operazione contro una presunta organizzazione criminale accusata di avere attuato una truffa per oltre cinque milioni di euro ai danni di agenzie di assicurazione attraverso il sistema dei falsi incidenti. Venti le persone raggiunte da un provvedimento restrittivo, sei delle quali in carcere, quindi 11 ai domiciliari e 4 con l’obbligo di firma; 156 quelle denunciate. In manette anche due avvocati di Catanzaro. Sequestrati beni per due milioni di euro, oltre ad una mula di 700mila euro per reati di natura fiscale.
Le ordinanze di custodia cautelare in carcere riguardano gli avvocati Giampiero Gennaro Mellea e Antonio Bressi, oltre a Raul Mellea (fratello di Giampiero), Vitaliano Mirarchi, Rosario Murica e Fabrizio Nicoletta. Ai domiciliari il medico Giulio Cosco, il carrozziere Francesco Giglio e come falsi testimoni Angelo Barone, Bruno Candeloro, Enzo e Serafino Guido, Antonio, Emanuele e Vittorio Nicoletta. Sempre ai domiciliari sono finiti Fabio Parrubello e Luigi Scalzo detto Billy. Quattro, invece, gli obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria Maurizio Anastasi, Rosa Mazza, Alessandro e Filomena Nicoletta.

Giampiero Gennaro Mellea, figura chiave dell’operazione, per ore è stato irreperibile. Come scomparso nel nulla. I finanzieri che, all’alba di oggi, hanno bussato invano alla sua porta per notificargli l’ordine di arresto spiccato contro di lui dal gip, Gabriella Reillo, lo hanno cercato in lungo e in largo per la Calabria. Fino a quando è stato lui stesso a farsi vivo. A dichiararsi disponibile a costituirsi, per difendersi nelle sedi opportune dalle accuse che gli vengono mosse. L’avvocato, tra l’altro, è molto noto in città anche per la passione per la politica: ha seduto tra gli scranni del consiglio comunale di Catanzaro dal 2006 al 2011 nelle fila del Pdl.

I dettagli dell’inchiesta sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato, tra gli altri, il procuratore Vincenzo Antonio Lombardo, l’aggiunto, Giovanni Bombardieri, e comandante provinciale della Guardia di finanza, generale Antonio De Nisi.

La truffa, secondo quanto ricostruito dal Gruppo tutela economia del Nucleo di polizia tributaria, guidato dal colonnello Massimo Battaglino, è stata attuata ai danni, oltre che delle agenzie di assicurazione, del Fondo di garanzia delle vittime della strada. Gli arresti sono stati fatti dalla Guardia di finanza in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip Gabriella Reillo su richiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro, con il sostituto Paolo Petrolo. Il reato contestato è l’associazione per delinquere finalizzata alla truffa. L’importo della truffa, secondo quanto è emerso dalle indagini, è di cinque milioni di euro in un arco di tempo compreso tra il 2009 ed il 2012. La gran parte delle persone denunciate sono quelle che avrebbero ottenuto gli indennizzi sulla base dei falsi incidenti versando una parte delle somme ricevute agli organizzatori della truffa.

Gli inquirenti hanno portato avanti tre anni di indagini, intercettazioni ambientali e telematici, con risvolti di natura fiscale, hanno portato a chiudere il cerchio su una vera e propria organizzazione dedita alle truffe assicurative. E’ questo quello ha spiegato il generale, Antonio De Nisi, lasciando poi la parola al procuratore Antonio Vincenzo Lombardo, per i dettagli dell’operazione denominata in codice “Violentemente investito”.

Al centro della scena lo studio legale Mellea, intorno al quale ruotavano periti e medici compiacenti e una serie di falsi testimoni di sinistri inesistenti. Parti offese tutte le compagnie assicurative nazionali, rimaste a turno vittima delle frodi ordite dagli indagati con sinistri inventati o aggravati quando realmente verificatisi. L’ordinanza quasi accoglie per intero la richiesta del sostituto procuratore, Paolo Petrolo, che ha anche contestato un episodio di frode fiscale con dichiarazioni di proventi non reali. Secondo l’accusa, infatti, i principali indagati avrebbero costantemente acquistato beni poi intestati ad altri. Il procuratore aggiunto, Giovanni Bombardieri, ha poi evidenziato il lavoro della Guardia di finanza, che ha messo a nudo quella che ha definito un’organizzazione che alterava il libero mercato.

Un sistema che parte dal 2002, stando a quanto ha raccontato un collaboratore di giustizia, dalle cui dichiarazioni rilasciate nell’ambito di un diverso procedimento sono scattate le indagini confluite nell’ordinanza del gip. Tra le cui righe si parla di uno studio legale trasformato in quartier generale della frode, con tanto di IVA evasa dagli avvocati Mellea e Bressi. Sessantacinque i capi di imputazione formulati dal magistrato, al termine di un’indagine che, seppur avviata, non ha impedito agli indagati di frodare anche sul fondo garanzia vittime della strada, dal quale si attinge solo in assenza di specifiche responsabilità, ha spiegato il colonnello Mario Palumbo, che ha puntato il dito contro questo senso di legalità che mancava tra le centinaia di cittadini che si sono prestati alla truffa.

A spiegare il nome dell’operazione è stato il colonnello Massimo Battaglino, che ha ripreso il modus operandi dei legali che definivano le false vittime degli incidenti fantasma come violentemente investiti per lucrare il più possibile. Ben 5 milioni di euro il valore della frode messa in atto dal 2009 e che hanno portato ai sigilli apposti si beni mobili e immobili riferibili agli indagati.

LA NOTA DEL COMANDO PROVINCIALE DELLA GUARDIA DI FINANZA DI CATANZARO

I FINANZIERI DEL NUCLEO DI POLIZIA TRIBUTARIA DEL COMANDO PROVINCIALE DI CATANZARO, COORDINATI DAL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA DI CATANZARO, DOTT. VINCENZO ANTONIO LOMBARDO E DAL SOSTITUTO, DOTT. PAOLO PETROLO, HANNO ESEGUITO, SU DISPOSIZIONE DEL GIP DEL CAPOLUOGO, 20 PROVVEDIMENTI RESTRITTIVI DELLA LIBERTÀ PERSONALE OLTRE AL SEQUESTRO DI CIRCA 2.000.000,00 DI EURO IN BENI MOBILI, IMMOBILI E DENARO A CARICO DEI PROMOTORI, ORGANIZZATORI E SODALI DI UNA VASTA ED ARTICOLATA ASSOCIAZIONE A DELINQUERE FINALIZZATA ALLA TRUFFA AI DANNI DELLE ASSICURAZIONI E DEL FONDO DI GARANZIA VITTIME DELLA STRADA.

IL PROVVEDIMENTO DELL’AUTORITÀ GIUDIZIARIA DEL CAPOLUOGO CALABRESE GIUNGE AL TERMINE DI OLTRE 3 ANNI DI COMPLESSE E STRUTTURATE INDAGINI, CHE LE FIAMME GIALLE HANNO SVOLTO ANCHE TRAMITE IL RICORSO AD INTERCETTAZIONI TELEFONICHE, AMBIENTALI E TELEMATICHE, OLTRE CHE NUMEROSISSIMI ACCERTAMENTI BANCARI E PATRIMONIALI.

SONO STATE TRATTE IN ARRESTO 16 PERSONE TRA CUI DUE NOTI PROFESSIONISTI DI CATANZARO NONCHÈ IL MEDICO AL QUALE ABITUDINARIAMENTE I PROMOTORI DELL’ASSOCIAZIONE A DELINQUERE SI RIVOLGEVANO PER IL RILASCIO DI FALSE CERTIFICAZIONI MEDICHE.

PERALTRO, SEMPRE SUL VERSANTE DELLE MISURE RESTRITTIVE PERSONALI, SONO STATI POSTI GLI OBBLIGHI DI PRESENTAZIONE E FIRMA ALLA POLIZIA GIUDIZIARIA A CARICO DI ALTRE QUATTRO PERSONE CHE RIVESTIVANO UN RUOLO DI SECONDO PIANO.

UNO DEI PROFESSIONISTI OCCUPAVA IL RUOLO CENTRALE DELL’INTERA ORGANIZZAZIONE CRIMINALE, COSTITUENDONE L’IDEATORE. UN RUOLO CHE SVOLGEVA CON IL COSTANTE SUPPORTO OLTRE CHE DI UN FRATELLO (PROCACCIATORE DI CLIENTI), ANCHE DI ALTRI SOGGETTI, PARIMENTI TRATTI IN ARRESTO, ALCUNI DEI QUALI ADDIRITTURA COLLABORATORI DELLO STUDIO LEGALE DEL PROFESSIONISTA STESSO.

IL SISTEMA FRAUDOLENTO SI SVILUPPAVA ATTRAVERSO L’IDEAZIONE E LA MESSA IN PRATICA DI DUE DIFFERENTI TIPOLOGIE DI TRUFFA. INFATTI L’ORGANIZZAZIONE ERA SOLITA METTERE IN PIEDI SINISTRI MAI AVVENUTI, OPPURE PER ALTRI (REALMENTE ACCADUTI) AGGRAVARNE LE CONSEGUENZE, IN TERMINI SIA DI RISARCIMENTO DEI DANNI, CHE DI NUMERO DI PERSONE COINVOLTE.

NEL PRIMO CASO IL PROFESSIONISTA IDEAVA SIN DALL’ORIGINE IL FALSO SINISTRO, PROCURANDO LA DISPONIBILITÀ ALLA PARTECIPAZIONE ALLA TRUFFA SIA DELLE PERSONE FALSAMENTE COINVOLTE, SIA DELLE AUTOVETTURE CHE DEI TESTIMONI.

NEL SECONDO CASO, AL PROFESSIONISTA SI RIVOLGEVANO PERSONE REALMENTE COINVOLTE IN SINISTRI STRADALI, LE QUALI CHIEDEVANO ALLO STUDIO LEGALE ASSISTENZA NELLA PROCEDURA DI RICHIESTA DI RISARCIMENTO DEI DANNI. A QUESTI VENIVANO PROCURATI FALSI OCCUPANTI DEI MEZZI COINVOLTI, CHE RIPORTAVANO FALSI DANNI FISICI, IL TUTTO TESTIMONIATO DA FALSI TESTIMONI.

LA STRUTTURA ASSOCIATIVA SI AVVALEVA DI TALUNE FIGURE CHE SVOLGEVANO IL RUOLO DI VERI E PROPRI PROCACCIATORI DI “AFFARI”. INFATTI, ERA TALMENTE CONSOLIDATO IL SISTEMA FRAUDOLENTO CHE NELLA PROVINCIA ERA NOTO COME IL PROFESSIONISTA IN QUESTIONE FOSSE SPECIALIZZATO NELLA TRUFFA E AD ESSO ERA PERTANTO FACILE OFFRIRE LA DISPONIBILITÀ DI TERZI SOGGETTI AD ESSERE INDICATI COME COINVOLTI A VARIO TITOLO NEI FALSI SINISTRI

A SUBIRE LE CONSEGUENZE DELLA TRUFFA, CHE I FINANZIERI HANNO POTUTO ACCERTARE RISALIRE FIN AL 2002, SOPPORTANDO LA CORRESPONSIONE DI INGENTI RISARCIMENTI (CHE, SOLO DAL 2009 AL 2012 SI QUANTIFICANO IN OLTRE 5 MILIONI DI EURO), ANCHE LE MAGGIORI E PIÙ NOTE COMPAGNIE ASSICURATIVE.

INOLTRE, ANCHE IL FONDO DI GARANZIA VITTIME DELLA STRADA È STATO FORTEMENTE DANNEGGIATO, DATO CHE LO STUDIO LEGALE TRUFFALDINO AD ESSO RICHIEDEVA IL RISARCIMENTO DEI DANNI SIA NEL CASO DI MANCANZA DELLA CONTROPARTE DEL FALSO SINISTRO, SIA NEL CASO DI INESISTENZA DELLA COMPAGNIA ASSICURATIVA CUI RICHIEDERE IL RISARCIMENTO DEI DANNI (È IL CASO DI PEDONI INDICATI FALSAMENTE COME ESSERE STATI “VIOLENTEMENTE INVESTITI” DALL’AUTOMOBILISTA CHE SI ERA DATO ALLA FUGA).

A CADERE NELLA RETE DEI FINANZIERI, PER QUANTO ATTIENE LA SFERA PATRIMONIALE DEGLI INDAGATI, DENARO, NUMEROSI BENI MOBILI ED IMMOBILI A LORO INTESTATI O COMUNQUE NELLA LORO DISPONIBILITÀ.

SI TRATTA, NEL DETTAGLIO, DI 17 UNITÀ IMMOBILIARI UBICATE NELLE PROVINCIE DI CATANZARO E COSENZA E DENARO PER CIRCA 700.000,00 EURO DEPOSITATO IN NUMEROSI CONTI CORRENTI (SOTTOPOSTO A SEQUESTRO COME DIRETTA CONSEGUENZA DI REATI DI EVASIONE FISCALE DATO CHE I PROFESSIONISTI DOPO AVERE INCASSATO LE GENEROSE PARCELLE DALLE IMPRESE ASSICURATIVE OMETTEVANO DI DICHIARARLE QUALE REDDITO PRODOTTO).

INFINE, UN’ULTIMA NOTA DEGNA DI RILIEVO, UTILE A FORNIRE IL QUADRO DELLE PERSONALITÀ CRIMINALI DEGLI ARRESTATI: NONOSTANTE ESSI AVESSERO AVUTO CONTEZZA DELLE INDAGINI IN CORSO NEI LORO CONFRONTI FIN DAL 2011 PERCHÈ OGGETTO DI ATTIVITÀ PALESI DI POLIZIA GIUDIZIARIA (PERQUISIZIONI SCATURENTI DAI PRIMI RISCONTRI D’INDAGINE), NON HANNO MAI DESISTITO DAL CONTINUARE NELLA PERPETRAZIONE DEL REATO, RENDENDOSI ANCORA RECRUDESCENTI NELL’ATTIVITÀ CRIMINALE DATO CHE HANNO FATTO RICORSO ALLA CREAZIONE DI SOCIETÀ DI COMODO INTESTATE A PRESTANOME, MA MAI IN GRADO, COMUNQUE, DI FAR DESISTERE DALLE INDAGINI I FINANZIERI.

 

ALLE PRIME LUCI DELL’ALBA DI OGGI È SCATTATA LA SERIE DI ARRESTI DA PARTE DELLA GUARDIA DI FINANZA DI CATANZARO NEI CONFRONTI DEI RESPONSABILI DELLA TRUFFA AI DANNI DELLE ASSICURAZIONI I CUI PROVVEDIMENTI ERANO STATI EMESSI DALLA PROCURA DEL CAPOLUOGO.

DEI 20 PROVVEDIMENTI RESTRITTIVI COMPLESSIVAMENTE DA ESEGUIRE I FINANZIERI HANNO COLTO, PRESSO I LUOGHI DOVE SAPEVANO DI TROVARLI, TUTTI I RESPONSABILI TRANNE UNO, IL PIÙ IMPORTANTE, L’ARTEFICE DELLA MEGA TRUFFA, IDEATORE, PROMOTORE E ORGANIZZATORE DI TUTTO IL SODALIZIO PER QUESTA IDEATA: L’AVVOCATO MELLEA GENNARO PIERINO.

IMMEDIATAMENTE SONO SCATTATE LE RICERCHE VOLTE AD INDIVIDUARE IL SOGGETTO RESOSI TEMPORANEAMENTE IRREPERIBILE. RICERCHE SVOLTE A PIÙ AMPIO RAGGIO POSSIBILE NON LASCIANDO ALCUNA STRADA DA BATTERE ESCLUSA: QUELLE SUL TERRITORIO CATANZARESE, LA RETE AUTOSTRADALE, QUELLA AEROPORTUALE.

PROPRIO NEI PRESSI DELL’AEROPORTO LAMETINO I FINANZIERI ALLE ORE 18 HANNO PRESO IN CUSTODIA IL MELLEA.

LA PRESSIONE ESERCITATA DAI FINANZIERI NELLE RICERCHE HA INDOTTO, EVIDENTEMENTE, IL PROFESSIONISTA A PIÙ MITI INTENTI RISPETTO ALLA FUGA E LA VITA DA CLANDESTINO.

L’AVVOCATO MELLEA PRESO IN CUSTODIA E TRATTO IN ARRESTO È STATO CONDOTTO PRESSO LA CASA CIRCONDARIALE DI CATANZARO A DISPOSIZIONE DELL’AUTORITÀ GIUDIZIARIA.