Famiglie Rom, gli abitanti di via Solferino continuano la loro protesta
redazione | Il 23, Nov 2011
Lamezia Terme, la protesta dunque, non si placa ma aumenta di spessore tant’è che sono ora decisi ad intraprendere le vie legali per fare valere i loro diritti di residenti di case private e “alloggi popolari”
di Antonietta Bruno
Famiglie Rom, gli abitanti di via Solferino continuano la loro protesta
Lamezia Terme, la protesta dunque, non si placa ma aumenta di spessore tant’è che sono ora decisi ad intraprendere le vie legali per fare valere i loro diritti di residenti di case private e “alloggi popolari”
LAMEZIA TERME – Gli abitanti di via Solferino continuano la loro protesta affinché famiglie rom non occupino gli spazi loro destinati dal Comune di Lamezia Terme e ricavati negli ex magazzini sottostanti le loro abitazioni. La protesta dunque, non si placa ma aumenta di spessore tant’è che sono ora decisi ad intraprendere le vie legali per fare valere i loro diritti di residenti di case private e “alloggi popolari”. Questo il motivo che più infastidisce i diretti interessati, da qualche giorno anche in sciopero della fame, e che ancora una volta si sono rivolti alla città e al sindaco Gianni Speranza in primis. Non solo, in questa loro battaglia hanno coinvolto anche vicini e associazioni tra cui CasaPound che già in precedenza si era occupata dal “caso” e che ora rilancia appellandosi alla non osservanza delle norme di legge. <<L’immobile di via Solferino, in base alla Legge n. 109/96 – afferma Mimmo Gianturco, responsabile di CasaPound Italia – deve essere utilizzato per finalità sociali rivolte alla collettività cittadina e non a creare ulteriori clientele tra i rom>>.
<<I lavori effettuati dal Comune, relativi al cambio di destinazione d’uso degli immobili sequestrati alla criminalità organizzata – aggiunge – sono stati eseguiti abusivamente. Vorremmo chiedere all’Amministrazione comunale, come mai gli inquilini del palazzo in Via Solferini 2 non sono stati informati sui lavori da svolgere? Come mai non è stato creato il consueto cantiere, per delimitare e mettere in sicurezza i lavori, come previsto dalla normativa? Essendo che sono state apportate modifiche strutturali anche alle pareti esterne, e quindi in comproprietà con le famiglie in protesta, perché non è stato sentito il loro parere sugli interventi da attuare come previsto dalla legge 1117 del codice civile?>>.
<<Inoltre – continua il responsabile calabrese di CPI – in base alla Legge n. 109/96, voluta dal super-procuratore antimafia Giovanni Falcone, gli immobili sequestrati alla criminalità organizzata, devono essere utilizzati per finalità sociali rivolte alla collettività e non a singoli individui o singole famiglie per creare ulteriori clientele. Pretendiamo che l’amministrazione comunale, che tanto elogia la legalità, rispetti questa normativa e che i locali in questione, siano utilizzati per la creazione di spazi sociali e aggregativi per l’intera comunità lametina>>.
<<E’ inutile – conclude Gianturco – che il Sindaco Gianni Speranza, si nasconda dietro il provvedimento di sgombero del campo Rom di Scordovillo da parte della Procura o dietro i provvedimenti d’urgenza di eventi eccezionali, poiché, esattamente un anno fa, veniva sgomberata l’occupazione a scopo abitativo attuata da CasaPound a Lamezia Terme, e le 9 famiglie lametine allontanate con la forza dall’immobile di località Savutano, sono state abbandonate al proprio destino senza che l’attuale amministrazione comunale, abbia sentito la necessità di trovare ulteriori alloggi o modificare la destinazione d’uso di locali commerciali e trasformarli in civile abitazione. Non vogliamo che si attui questa disparità di trattamenti. Abbiamo dato mandato anche ai nostri legali, per assistere legalmente le famiglie di via Solferino e che per effettuare un immediato ricorso che sospenda questa insensata ordinanza>>.
Antonietta Bruno