Fasciature con cartoni all’ospedale di Reggio Calabria Medici: "Come in tempo di guerra". Ministro Grillo: "Faremo emergere tutte le responsabilità". Il direttore Frank Benedetto cerca di fare chiarezza sull'accaduto
“Come un ospedale da campo in tempo di guerra. Il risparmio elevato a sistema, l’arte di arrangiarsi a pratica terapeutica”. Così il segretario Nazionale Anaao Assomed, Carlo Palermo commenta l’utilizzo da parte dell’Ospedale di Reggio Calabria di cartoni per trattare lesioni ossee al posto di più moderni dispositivi medici o del più tradizionale gesso. “Il paziente è arrivato in pronto soccorso già con la stabilizzazione di cartone e noi non l’abbiamo tolta solo per evitare di perdere tempo e per fare subito una radiografia allo scopo di prevenire eventuali complicazioni”, ha detto all’ANSA il primario del Pronto Soccorso dell’ospedale di Reggio Calabria Angelo Ianni a conclusione della direzione aziendale.
La Calabria, afferma il segretario Anaao, “è così diventata un non luogo della sanità pubblica, creato dalla ricerca spasmodica della sicurezza dei conti che ha preso il posto della sicurezza delle cure, dalla supremazia dei numeri che ha occupato lo spazio dei diritti, dall’incapacità delle politiche regionali di assicurare l’eguaglianza dei cittadini di fronte alla costituzione”. Ma questa regione, prosegue, è diventata anche “il simbolo di un’altra Italia e, nello stesso tempo, lo specchio di quello che sarà tutta la sanità pubblica italiana se non si arresta il piano inclinato su cui è da tempo avviata. La desertificazione ospedaliera, i tagli al personale, la limitazione degli acquisti dei beni necessari per le cure, operati con il miraggio dell’equilibrio dei bilanci, hanno prodotto danni immensi alla tutela della salute dei cittadini ed alle condizioni di lavoro dei medici”.
E ad essere “al collasso”, conclude Palermo, “è tutta la sanità meridionale, con la Puglia che grida vittoria per una striminzita sufficienza raggiunta nell’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea), la Campania che si accontenta del lento avvicinarsi ad un tale traguardo, e la Basilicata con un presidente agli arresti domiciliari perché accusato di invadenza pervasiva nella gestione della sanità”.
Ministro Grillo: a Reggio faremo emergere tutte responsabilità – “Quello che è accaduto al pronto soccorso del Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria, dove pazienti con fratture sarebbero stati curati con fasciature di fortuna e cartoni, è di una gravità estrema. Nessuno intende sottovalutare le oggettive difficoltà in cui gli operatori svolgono la loro attività, ma quanto accaduto, se confermato, è frutto di evidenti ed ingiustificabili carenze organizzative”. Lo afferma in una nota il ministro della Salute, Giulia Grillo, assicurando che “faremo emergere tutte le responsabilità”.
Scalercio (Fi): “Sanità calabrese vergogna”
“Quanto successo ieri presso gli ospedali “Riuniti” di Reggio Calabria è
vergognoso” – così Elisa Scalercio, Dirigente Nazionale dei giovani di
Forza Italia – “La gestione della sanità calabrese targata Oliverio e
compagni, è da anni allo sbando, nonostante i proclami – ultimo, ma solo in
ordine cronologico,
quello tenutosi pochi giorni fa dal direttore generale Frank Benedetto, che
aveva presentato il progetto del nuovo ospedale (privato) reggino, insieme,
ovviamente,
al Governatore Mario Oliverio, che con grande entusiasmo durante la
conferenza stampa già sognava “l’ospedale del futuro”, ma le immagini che
arrivano dal pronto soccorso di Reggio, dove in assenza di tutori e
stecche, per “immobilizzare” gli arti dei pazienti sono stati usati cartoni
da imballaggio, ci riportano immediatamente alla triste realtà del
presente, lasciando allibito e sconcertato chi guarda, e ci fanno chiedere
sempre di più a che livello di indecenza si debba arrivare, prima che lo
Stato centrale intervenga a porre un veto assoluto sulla governance
regionale per le questioni legate alla sanità.”
E continua “Auspico che quanto prima vengano date delle risposte ai
cittadini calabresi, sempre più stanchi di questa gestione targata PD che
sembra non conoscere altro tempo verbale al di fuori del “futuro”, essendo
totalmente incapace di risolvere i problemi del tempo presente, e mi auguro
che alle prossime elezioni, i cittadini se ne ricordino, nel frattempo
chiediamo agli organi competenti di agire, poiché il diritto alla salute è
tra i più importanti della nostra Costituzione e come tale pretendiamo che
sia garantito come si deve, gli ospedali della Calabria non possono
continuare ad essere utilizzati come “ospedali da campo”.
Il direttore Frank Benedetto cerca di fare chiarezza sull’accaduto
“La notizia pubblicata da diverse testate giornalistiche nazionali e locali di alcuni episodici casi in cui si sono riscontrati bendaggi di emergenza presso il Pronto Soccorso del Grande Ospedale Metropolitano “Bianchi – Melacrino – Morelli” di Reggio Calabria impone un chiarimento, e alcune precisazioni e delle riflessioni”. Lo afferma in una nota il Dott. Frank Benedetto D.G. Ospedale Bianchi-Melacrinò-Morelli di Reggio Calabria.
“Corre l’obbligo evidenziare, per riportare i fatti nell’alveo della verità, che da una prima sommaria indagine esperita con i Direttori delle UOC sanitarie interessate, è emerso che al Pronto Soccorso del presidio Riuniti risulta formale accesso di un unico paziente di sesso maschile, C.A., giunto al triage alle ore 9:32 del 28/07/2018, già immobilizzato sul luogo dell’incidente con “cartone”, come dichiarato dallo stesso paziente al Direttore della UOC Ortopedia alla presenza dei suoi collaboratori. Il paziente, codificato codice giallo, veniva visitato alle 9:35, sottoposto a visita di pronto soccorso, ECG ed esami radiografici. Si precisa che l’immobilizzazione provvisoria con “cartone” quale era giunto il paziente, non è stato rimossa opportunamente, per non provocare ulteriori dolori e poter effettuare le radiografia senza interferenze. Eseguita la radiografia il paziente veniva ricoverato in reparto ed in fase di accettazione veniva nuovamente valutato dall’ortopedico di turno, il quale rimuoveva il “cartone” ed applicava valva gessata di contenimento. Nel pomeriggio, durante l’ulteriore visita, valutata le condizioni circolatorie dell’arto, il medico di turno poneva trazione transcheletrica”.
“Sono in corso ulteriori approfondimenti relativi ad un’altra paziente O.G. pervenuta in PS il 30/07/2018 alle 7:11 che viene soccorsa sul luogo dell’incidente dal 118, dove viene applicato un tutore con anima di metallo (non radiotrasparente). Giunta al PS alle 7:11 veniva visitata alle 7:16 in codice verde. Considerata la necessità di sottoporre ad indagini radiografiche la paziente, si inviava la stessa in radiologia con immobilizzazione provvisoria di “cartone” e radiotrasparente. Successivamente alle radiografie effettuava consulenza ortopedica nell’ambito della quale veniva rimosso l’immobilizzazione provvisoria di “cartone” e veniva applicata valva gessata di posizione e quindi rinviata al PS da dove veniva ricoverata alle 9:42 ed è tutt’ora degente. Si rappresenta, altresì, che la UOC di Ortopedia è operativa H24 con 30 posti letto di ricovero, con l’aggiunta di 2 unità reperibili per le urgenze nelle ore notturne. Si fa inoltre presente, che le risorse umane utilizzate debbono far fronte a tutte le necessità ortopediche afferenti a tutta la provincia di Reggio Calabria”.
“Le precisazioni sono relative al fatto che mentre la notizia fa clamore, com’è giusto, mesi di lavoro, molto spesso silenzioso, hanno determinato un cambiamento strutturale all’interno dell’ospedale. Questo lascia parecchia amarezza sul momento, ma non riduce, anzi aumenta, la determinazione a proseguire il lavoro intrapreso. Il miglioramento degli ultimi tre anni è sotto gli occhi di tutti, degenti ed operatori. I numeri, che sono più testardi delle opinioni e degli scoop di un giorno, certificano la situazione e quanto fatto da questa Direzione negli ultimi tre anni”.
“Dal 2015 l’Ospedale di Reggio Calabria ha prodotto solidi fatti, di cui si elencano i più significativi:
- l’aumento dei ricoveri e della loro complessità;
- l’avvio delle attività della P.E.T., prima pubblica della Calabria, che eroga circa 1500 prestazioni all’anno;
- l’avvio e la messa a regime della Cardiochirurgia che ha già superato i 600 interventi in poco più di 18 mesi con tassi di mortalità tra i più bassi d’Italia;
- l’attivazione della Chirurgia Toracica, chiusa da molti anni;
- l’attivazione della chirurgia robotica, unica in Calabria, per le attività di chirurgia mini invasiva e di precisione in urologia, ginecologia e chirurgia generale;
- il ripristino della gestione ordinaria per 21 U.O.C. sanitarie, prima affidate provvisoriamente mediante incarichi di sostituzione, insomma mancavano i “primari” in quasi tutti i “reparti”;
- l’incremento delle attività del punto nascita aziendale a seguito della chiusura di quelli prima attivi in tutta la provincia. I parti eseguiti sono passati da 1.946 nel 2015 a 2.133 nel 2016 a 2.322 nel 2017 ad una proiezione di 2.600 del 2018;
- sono stati assunti oltre 120 operatori socio sanitari, i primi della storia dell’Azienda, per il supporto alla cura dei pazienti;
- il completamento della seconda fase del nuovo presidio “Morelli” (i cui lavori saranno completati per il primo corpo di fabbrica entro quest’anno e per il secondo entro l’anno prossimo) che avrà una finalizzazione volta alla creazione di un polo regionale per la diagnosi e la cura delle patologie onco – ematologiche una delle aree sanitarie in cui l’ospedale registra delle vere eccellenze nazionali;
- la partecipazione al programma di investimento dell’INAIL per le opere di pubblica utilità sociale aggiudicato da questa Direzione Strategica per la realizzazione del nuovo grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria, un investimento di 180 milioni di euro, nonché l’avvio ed il completamento in tempi ristretti di tutte le procedure propedeutiche alla progettazione ed alla esecuzione dell’opera”.