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Febbre del Nilo occidentale in Italia

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Nell’interesse della cittadinanza e in ausilio delle autorità preposte, lo “Sportello
dei Diritti” non si ferma nell’attività informativa circa la diffusione
di patologie o di possibili epidemie in relazione del monitoraggio effettuato a seguito
dell’osservazione dei dati ufficiali che provengono dalle istituzioni sanitarie anche
di carattere internazionale. Purtroppo, anche quest’estate siamo costretti a segnalare
che i primi casi umani del temibile virus della febbre della West Nile nell’UE sono
stati segnalati, durante la scorsa settimana, in due paesi, Italia e Romania. Il
primo caso umano in Italia è stato confermato in Emilia Romagna, a Bologna. Mentre
in Romania sono due i casi confermati nel quartiere di Dojl e città di Braila. Giovanni
D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, ricorda che la segnalazione
degli eventuali primi sintomi presso i pronto soccorsi può aiutare a prevenire le
gravi conseguenze che il contagio può provocare specie nei soggetti più deboli
ed esposti.In particolare, il virus in questione appare con febbre moderata dopo
pochi giorni di incubazione, che dura da tre a sei giorni, accompagnata da malessere
generalizzato, anoressia, nausea, mal di testa, dolore oculare, mal di schiena, mialgie
(dolori muscolari), tosse, eruzioni cutanee, diarrea, linfadenopatia e difficoltà
a respirare. In meno del 15% dei casi, negli anziani e nei soggetti più deboli,
possono aggiungersi gravi complicazioni neurologiche quali meningite o encefalite.
I sintomi più comunemente riportati da pazienti ospedalizzati con la forma più
severa dell’infezione erano: febbre elevata, forte mal di testa, debolezza e paralisi
flaccida, sintomi gastrointestinali, modificazione dello stato mentale con disorientamento,
tremori, convulsioni e coma. Più rari casi di eruzione maculopapulare o morbilliforme
sul tronco, collo, braccia o gambe; atassia, segni extrapiramidali come anormalità
dei nervi cranici, mielite, neurite ottica, poliraciculite, attacchi epilettiformi.Generalmente
il malato si rimette spontaneamente in 3-5 giorni, ma la malattia può essere anche
mortale in individui anziani e immunodepressi. É peraltro importante sottolineare
che l’ECDC (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) ogni
settimana pubblica un rapporto informativo sulla febbre del Nilo occidentale che
comprende mappe della attuale distribuzione geografica dei casi autoctoni umani nell’UE
e nei paesi limitrofi, tra cui un confronto con i dati precedenti, un aggiornamento
della situazione e una tabella del numero di casi di paese e zona. Esso è pubblicato
sul sito dell’istituzione europea ogni venerdì pomeriggio. L’obiettivo del progetto
è quello di informare le autorità competenti responsabili per la sicurezza della
salute delle aree nelle quali risulta possibile il contagio del virus del Nilo occidentale
agli esseri umani al fine di sostenere la loro attuazione della normativa sulla sicurezza
della salute. Secondo la normativa europea sulla sicurezza della salute, gli Stati
membri devono avviare misure di controllo per assicurare la sicurezza in caso di
casi di febbre del Nilo occidentale. Una sfida importante per l’attuazione del presente
regolamento è la raccolta tempestiva di informazioni accurate sulle zone colpite.