Febbre del Nilo Occidentale: segnalati tre nuovi casi in Italia Nelle province di Cremona
Gli aggiornamenti dello “Sportello dei Diritti” circa i contagi della temibile
febbre del Nilo Occidentale segnano, purtroppo, dopo l’ultimo di Trapani, tre nuovi
casi in Italia, in particolare in Lombardia dove sono stati segnalati i casi nella
Provincia di Cremona. Sino al 28 ottobre e dall’inizio del 2016, sono stati confermati
68 casi di virus nell’uomo in Italia dei 205 casi segnalati nell’UE e ulteriori 261
nei paesi limitrofi. Alla luce dei nuovi report, i casi in Italia sono in rapida
crescita, rispetto ai 58 dello stesso periodo del 2015. La febbre West Nile (West
Nile Fever) è una malattia provocata dal virus West Nile (West Nile Virus, Wnv),
un virus della famiglia dei Flaviviridae isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda,
appunto nel distretto West Nile (da cui prende il nome). Il virus è diffuso in Africa,
Asia occidentale, Europa, Australia e America. I serbatoi del virus sono gli uccelli
selvatici e le zanzare (più frequentemente del tipo Culex), le cui punture sono
il principale mezzo di trasmissione all’uomo. Altri mezzi di infezione documentati,
anche se molto più rari, sono trapianti di organi, trasfusioni di sangue e la trasmissione
madre-feto in gravidanza. La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona
tramite il contatto con le persone infette. Il virus infetta anche altri mammiferi,
soprattutto equini, ma in alcuni casi anche cani, gatti, conigli e altri. Il periodo
di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni,
ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario.La
maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Fra i casi sintomatici,
circa il 20% presenta sintomi leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi
ingrossati, sfoghi cutanei. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi
qualche settimana, e possono variare molto a seconda dell’età della persona. Nei
bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata
da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari.
Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più
grave.I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone
infette (1 persona su 150), e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza
muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino
alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei
casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale.
Giovanni D’AGATA, presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti”
ricorda che il rapporto settimanale dell’ECDC, sulla febbre del Nilo occidentale
comprende la mappa della attuale distribuzione geografica dei casi umani autoctoni
segnalati nell’UE e nei paesi vicini, un aggiornamento della situazione e una tabella
che presenta i casi nei paesi e le zone colpite. Tutte le informazioni sono fornite
al fine di allertare le autorità competenti responsabili per la sicurezza della
salute nelle zone con in corso di trasmissione del virus del Nilo occidentale agli
esseri umani al fine di sostenere l’attuazione delle normative vigenti.In particolare,
secondo la legislazione sulla sicurezza sangue dell’UE, gli Stati membri devono avviare
tutte le misure di controllo per garantire la sicurezza del sangue nel caso di contagi
del virus in questione. Una sfida importante per l’attuazione del suddetto regolamento
è la raccolta tempestiva di informazioni accurate sulle zone colpite.