Febert (Anacam): “Affrontare nodo manutenzioni passando da logica dell’emergenza a programmazione”
“Quanto accaduto nel Paese negli ultimi mesi impone una riflessione seria e non rinviabile sul tema della manutenzione, trascurata per troppi anni e ora divenuta una vera e propria emergenza italiana con particolari effetti nelle regioni del Sud”. Lo afferma Giuseppe Febert, vicepresidente nazionale di Anacam (Associazione nazionale imprese di costruzione e manutenzione ascensori) nonché rappresentante del direttivo di Confindustria Reggio Calabria. Ad avviso di Febert “dalla tragedia del ponte Morandi di Genova in avanti, l’Italia sembra essersi finalmente svegliata dallo stato di torpore nel quale si trovava. Per anni e anni abbiamo trascurato la drammatica realtà di un Paese nel quale cavalcavia, gallerie, strade, porti, viadotti e altre infrastrutture sono stati abbandonati a loro stessi, accelerandone in maniera notevole il processo di degrado e di invecchiamento”. In questo modo, sostiene il vicepresidente nazionale di Anacam, “abbiamo depauperato un patrimonio importantissimo del Paese perché strutture e manufatti un tempo all’avanguardia, fiori all’occhiello di una delle maggiori potenze industriali del mondo, oggi sono rimasti come simboli di un passato glorioso e di un presente di decadenza. Ma l’aspetto più grave – prosegue Giuseppe Febert – è che mentre tutto questo è avvenuto, giorno dopo giorno, è stata messa a repentaglio la sicurezza dei cittadini. Ed è la questione più importante su cui dobbiamo focalizzare la nostra attenzione”.
Per l’industriale reggino che ricopre il prestigioso incarico di vertice nazionale di Anacam, “la manutenzione è vitale e nessun altro aggettivo si potrebbe usare in maniera così appropriata. Si pensi, ad esempio, agli ascensori: macchine sospese che, ogni giorno, trasportano miliardi di persone nel mondo e milioni nel nostro Paese. La mancanza di una costante manutenzione, pianificata nel tempo ed eseguita da imprese competenti e specializzate, espone i cittadini a rischi enormi per la loro incolumità. Purtroppo – dice ancora Febert – l’opinione pubblica italiana deve ancora compiere molti passi avanti verso quella maturazione che la porti ad affrontare le questioni per tempo. Non possiamo versare quelle che in gergo si chiamano ‘lacrime di coccodrillo’ dopo che si verificano gravi tragedie, ma dobbiamo prevenire i problemi. L’Italia e il Mezzogiorno in particolare devono uscire dalla logica dell’emergenza per entrare nella logica della programmazione, unico strumento in grado di attenuare gli effetti di eventi a volte imprevedibili e legati a fatalità”.
Le ricadute di questa vera e propria rivoluzione, sottolinea Giuseppe Febert, “possono essere di grande impatto anche dal punto di vista economico. Per un verso, una corretta e costante manutenzione consente a famiglie, imprese e Stato di conseguire un notevole risparmio, aumentando notevolmente l’aspettativa di vita e allontanando l’obsolescenza di mezzi, manufatti e strutture. Inoltre, per altro verso, il settore della manutenzione rappresenta una realtà produttiva che dà lavoro a centinaia di piccole e medie imprese e a migliaia di addetti, generando un elevato indotto che porta importanti benefici al tessuto economico del nostro territorio. In questo senso – conclude Febert – è davvero fondamentale che tali attività vengano affidate ad aziende di riconosciuta competenza ed esperienza in ogni singolo comparto. Non si possono affidare la sicurezza e, soprattutto, l’incolumità di tante persone a chi non opera secondo determinati standard professionali o non lavora nei periodi festivi, quando è facile si verifichino situazioni anomale che richiedono interventi di emergenza tempestivi e puntuali”.