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Federica Dieni interviene sulla questione porto di Gioia Tauro

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«Il governo spieghi quali misure intende adottare per conservare gli
attuali livelli occupazionali del Porto di Gioia Tauro e per arrestare il
declino di un’infrastruttura strategica, da cui dipende anche la crescita
economica di una larga parte del territorio calabrese». È quanto dichiara
la deputata del M5S Federica Dieni. Sull’argomento, la portavoce del
Movimento ha presentato una specifica interrogazione parlamentare rivolta
ai ministri dei Trasporti e del Lavoro, Graziano Delrio e Giuliano Poletti.
«I ministri – continua Dieni – devono inoltre fare chiarezza in merito alle
ultime indicazioni del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, secondo
cui gli imprenditori stranieri dovrebbero indirizzare le merci in entrata
nel Mediterraneo esclusivamente verso i porti di Trieste e Genova».
«Il porto di Gioia Tauro – spiega la deputata 5 stelle – ha assunto un
ruolo importantissimo dal punto di vista economico e sociale, dal momento
che rappresenta oltre il 50% del Pil della regione Calabria, con l’impiego
di migliaia di unità lavorative. Questa rilevanza economica e sociale,
tuttavia, rischia di essere minacciata dai recenti sviluppi. Come hanno
raccontato diversi organi di stampa, se non si trova un accordo definitivo
entro il 15 luglio, Medcenter Container Terminal, l’azienda italo-tedesca
che controlla il terminal di Gioia Tauro, invierà le lettere di
licenziamento per circa 400 dipendenti in esubero non ancora allocati nella
nuova Agenzia portuale. I lavoratori chiedono un Piano di investimenti a
lungo termine che valorizzi il ruolo del porto come centro di transhipment».
«Il Porto di Gioia Tauro – prosegue Dieni – è un’infrastruttura che ha
tutte le caratteristiche per diventare un hub strategico. Il governo, però,
sembra intenzionato a dirottare il traffico dello scalo della Piana verso
altri porti del Nord. A questo si aggiungano, inoltre, l’assenza di
progettualità, il silenzio e l’inazione della Regione, che sembrano
condannare il porto calabrese a una fine annunciata, con ricadute
imprevedibili su tutto il territorio calabrese».