Al teatro Umberto di Lamezia Terme, “Calabria on web” ha intervistato Adornato, parlamentare, direttore di Liberal, scrittore ed analista acuto delle vicende politiche
Ferdinando Adornato: “Calabria: la più bella e la più tradita del mondo”
Al teatro Umberto di Lamezia Terme, “Calabria on web” ha intervistato Adornato, parlamentare, direttore di Liberal, scrittore ed analista acuto delle vicende politiche
In occasione della presentazione del suo nuovo libro (“Sos Italia, edito da Rubbettino) domenica alle ore 10.30 al teatro Umberto di Lamezia Terme, “Calabria on web”, il magazine edito dal Consiglio regionale (www.calabriaonweb.it) ha intervistato Adornato, parlamentare, direttore di Liberal, scrittore ed analista acuto delle vicende politiche. A colloquio con Antonio Cannone, senza perifrasi Adornato ha confidato che a suo avviso “La Calabria è la regione più bella del mondo. All’interno del Sud è una realtà veramente speciale, che, per chi c’è nato (lui è nato a Polistena nel 1954) produce una sorta di rabbia, perché è una terra tradita. Devastata geograficamente, culturalmente, moralmente e politicamente”. Nello specifico della crisi, Adornato s’infila con questa riflessione: “Il discorso vale per la Calabria, ma per tutto il nostro Paese. Il Nord non è al riparo della crisi, dalla quale o usciamo come nazione o non ne usciamo. Direi che paradossalmente proprio il Sud, e quindi anche la Calabria, rappresenta la chiave di volta della crescita italiana. E’ solo puntando a risolvere quella annosa e stucchevole questione meridionale che l’Italia può avere ampi margini di ripresa. Come ho detto, la Calabria è bellissima. E ha grandi potenzialità. L’incuria umana ha causato malessere e ritardi. Spetta alle ragazze e ai ragazzi calabresi cambiare il corso della storia. Non bisogna aspettare qualcuno che risolva il problema e risollevi la regione. Bisogna che ci sia una rivoluzione nella politica come scrivo nel libro. Non c’è ripresa da una notte profonda, se prende il sopravvento la rassegnazione. Ecco, io credo che troppi calabresi si sono rassegnati, ed è proprio questo che bisognerebbe evitare. Credo, e mi auguro, che siano proprio i giovani, le nuove generazioni – al di là della retorica e dell’abuso che si fa della parola giovani – a prendere in mano il proprio destino e ridare dignità alla storia della Calabria”