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Fermate Intercity Gioia, insorgono le ferrovie siciliane

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GIOIA TAURO – L’associazione ferrovie siciliane non demorde e attacca il consigliere regionale Giuseppe Pedà “reo” di essersi attivato per ottenere la fermata nella stazione del capoluogo pianigiano delle 2 coppie di InterCity 1523/1528 e 1527/1524 Roma Termini-Palermo/Siracusa-Roma e viceversa. Obiettivo effettivamente raggiunto visto che, come si ricorderà, nei giorni scorsi il MIT ne ha riconosciuto l’istituzione a partire dal 9 giugno, in occasione dell’entrata in vigore dell’orario estivo 2019 di Trenitalia: gli IC, che allo stato attuale effettuano un tragitto no-stop tra Lamezia Terme e Villa San Giovanni, serviranno anche l’enorme bacino di utenza che gravita sulla stazione ferroviaria gioiese, peraltro integralmente rinnovata da parte di RFI lo scorso anno. Secondo “ferrovie siciliane”, i treni in questione “che già compiono un tragitto di quasi 13 ore, avranno una percorrenza maggiore (oltre 20 minuti extra tra Messina, Villa e Sapri), penalizzando ulteriormente l’utenza siciliana che viaggia con un numero di posti a disposizione inferiore alla già esigua disponibilità, sugli unici convogli che uniscono quotidianamente la Sicilia al continente garantendo la continuità territoriale”.

In sintesi, “invece di migliorare e velocizzare il già lento servizio, – evidenzia il presidente Giovanni Russo – i nostri treni si trasformano di fatto in estenuanti interregionali a servizio più della clientela calabrese che di quella siciliana. Promotore della richiesta di attivazione della nuova fermata è stato il consigliere della Regione Calabria, Giuseppe Pedà (Forza Italia) che già nel febbraio 2019 aveva chiesto e ottenuto l’avvio del servizio a favore della città di Gioia Tauro di cui è stato sindaco. Solo l’interessamento diretto della nostra associazione allora scongiurò che l’utenza siciliana venisse penalizzata, contrapponendosi al parere favorevole del MIT, che nel frattempo aveva accolto la richiesta dei politici calabresi. È necessario ricordare che già oggi la stazione di Gioia Tauro funge da fermata, oltre che per un gran numero di treni regionali, per ben 18 collegamenti nazionali giornalieri con la capitale, tra cui le 2 coppie di Frecciargento. Riteniamo assolutamente doveroso che il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, e l’assessore alla Mobilità e Trasporti, Marco Falcone, cosi come tutta la deputazione regionale siciliana, dimostrino una maggiore sensibilità nei confronti della necessità dei siciliani di avere dei collegamenti veloci e vantaggiosi verso il continente: è opportuno che i nostri politici dimostrino il proprio dissenso al MIT e alle Ferrovie dello Stato, in modo da scongiurare questo nuova modifica dannosa per i viaggiatori siciliani, che favorisce solo e soltanto il territorio di Gioia Tauro. È dunque il caso di ricordarlo: Il collegamento verso Roma è pagato coi soldi dei contribuenti siciliani, che meritano più attenzione”.

A Russo risponde Roberto Galati, presidente dell’associazione ferrovie in Calabria: “è nostro dovere non rimanere zitti di fronte alla diffusione di notizie false, che hanno come unico obiettivo quello di diffondere malcontento tra la popolazione e creare addirittura rivalità in territori che soffrono in entrambi i casi di forte isolamento nel campo dei trasporti ferroviari. Le due coppie di treni Frecciargento a Gioia Tauro non fermano, né hanno mai fermato. Mentre i tempi di percorrenza aumentano di 5 minuti, non venti, così come si può verificare sul sito di Trenitalia. “Ferrovie Siciliane” farebbe meglio a battersi per far rinnovare al più presto possibile il parco locomotori circolanti in Sicilia. Questi sono i problemi da risolvere, per i quali tra l’altro ci stiamo battendo anche noi: si abbia il coraggio di affrontarli, invece di cercare “nemici” al di là dello Stretto!”.