Fiamma tricolore: “Dieci volte superiore il prezzo dei prodotti per celiaci rispetto a quelli normali”
Ott 09, 2012 - redazione
“Chiederemo nei prossimi giorni un intervento, mirato ad accertare eventuali irregolarità, dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Antitrust)”
Fiamma tricolore: “Dieci volte superiore il prezzo dei prodotti per celiaci rispetto a quelli normali”
“Chiederemo nei prossimi giorni un intervento, mirato ad accertare eventuali irregolarità, dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Antitrust)”
Riceviamo e pubblichiamo:
Variegato e con sfaccettature di diversa interpretazione, così si presenta il mondo della Sanità calabrese, che abbiamo avuto modo di conoscere attraverso il minuzioso viaggio che abbiamo inteso compiervi, e tra le tante problematiche riscontrate abbiamo avuto modo di conoscerne una che riveste un ambito generale e che abbiamo ritenuto degno di essere posto all’attenzione dei Calabresi per i risvolti, diremmo talora inquietanti, che presenta. E’ il problema dei celiaci.
Chi è ammalato di celiachia è costretto a mangiare, e quindi ad acquistare, prodotti senza la presenza di glutine, sostanza presente soprattutto nei farinacei (pane e pasta), ma non solo. Costoro godono, per l’acquisto dei prodotti particolari che devono consumare, di buoni-acquisto di circa cento €uro mensili, ultimamente anche ridotti di circa un terzo.
Il problema che costoro si pongono, e noi con loro, è dettato dallo spropositato prezzo che i prodotti per celiaci attualmente hanno e il modo con cui i buoni-acquisto possono essere spesi. In tutti e due i casi forte è il sospetto che si sia creato un “cartello”, sia nell’ambito delle case produttrici che in quello dei dettaglianti “istituzionali” (cioè dove è possibile spendere i buoi-acquisto erogati dalle Asl) di questi prodotti. Abbiamo personalmente constatato che i prodotti per celiaci hanno un prezzo all’incirca dieci volte, ed anche di più, superiore al prezzo del prodotto “normale”, il tutto senza una ragionevole spiegazione, visto che il prezzo dei prodotti da lavorare per produrre, ad esempio, la farina senza glutine è solo leggermente superiore, il prezzo della lavorazione è identico, il prezzo dei prodotti aggiunti anche ed il trasporto altrettanto. A ciò si aggiunge, per come dicevamo, anche il fatto che sul territorio esistono pochissimi “centri” dove i buoni possono essere spesi (ad esempio a Catanzaro non sono più di tre), il che crea anch’esso una situazione di quasi monopolio che certamente nuoce a chi si trova in condizione disagiate a causa della malattia che lo ha colpito. Per fare un esempio concreto basti pensare che un chilo di pasta senza glutine costa all’incirca 10 € o che un chilo di farina supera gli 8 € o che sei panini possono costare anche più di 4 € e così via.
Allora la Fiamma Tricolore in assenza di delucidazioni alle Istituzioni ed alle associazioni di categoria che ci possono fornire una risposta più precisa, in quanto direttamente interessato alla problematica (Ministero della Sanità in primis e poi, sul territorio, Asp, Confindustria, Camere di Commercio, Federfarma, e quant’altro) chiederà nei prossimi giorni un intervento, mirato ad accertare eventuali irregolarità, dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Antitrust), sola avente titolo a sciogliere i dubbi dei Cittadini su un problema che la crisi, che avvolge ormai nella sua spirale letale l’Italia, rende ancora più acuto e di attualità di quanto già non fosse già in precedenza.
Certi che divulgherete opportunamente la presente, ringraziamo e salutiamo distintamente.
Natale Giaimo, Segretario Provinciale del Ms-Ft di Catanzaro