Filandari, i carabinieri mettono i sigilli ad una cava abusiva
redazione | Il 27, Set 2011
L’aerea sequestrata si estende su 18 mila metri quadrati
di Rosaria Marrella
Filandari, i carabinieri mettono i sigilli ad una cava abusiva
L’aerea sequestrata si estende su 18 mila metri quadrati
FILANDARI – Il progetto prevedeva un piccolo sbancamento per la realizzazione di
alcune serre e di un capannone da adibire alla coltivazione di vari tipi di piante.
Un’opera tutto sommato limitata e che avrebbe dovuto consentire ad una nota ditta
di Vibo Valentia specializzata nel settore, di utilizzare a pieno il terreno agricolo
sito a Filandari. Ma, evidentemente, la prospettiva di moltiplicare gli utili deve
aver fatto gola al proprietario dell’azienda che ha deciso di estendere lo sbancamento
e trasformare il terreno in una sorta di cava, i cui inerti venivano venduti ad un
cementificio della provincia di Catanzaro. A scoprire che qualcosa non andava nel
cantiere sono stati gli uomini della Compagnia Carabinieri di Vibo Valentia ed i
loro colleghi del N.O.E. di Reggio Calabria, con il supporto dei velivoli dell’8°
elinucleo del capoluogo. I militari dell’Arma della Stazione di Filandari, nel
corso delle continue pattuglie per il controllo del territorio, hanno infatti notato
il via vai di camion carichi di inerti che uscivano dal terreno che, ufficialmente,
avrebbe solo dovuto essere preparato per la costruzione delle serre. Un flusso costante
che ha incuriosito i militari che hanno così deciso di ispezionare il cantiere.
Non ci è voluto molto ad accertare che il titolare dell’impresa vivaistica ed
il direttore dei lavori, in violazione delle autorizzazioni concesse, avessero arbitrariamente
esteso gli scavi al fine di poter rivendere parte degli inerti e riuscire così a
moltiplicare gli utili. Per i due è scattata la denuncia con l’accusa di esecuzione
di lavori in violazione del permesso a costruire, mentre tutta l’area, dell’estensione
di ben 18 mila metri quadri e del valore di decine di migliaia di euro, è stata
posta in sequestro. Il continuo monitoraggio del territorio da parte degli uomini
della Benemerita ha nuovamente consentito di scoprire e fermare uno scempio ambientale
e l’ennesimo abuso posto in essere in violazione della legge.
Rosaria Marrella