Finalmente chiarezza sul giornale di Lavitola
redazione | Il 27, Set 2011
L’Avanti tra luci ed ombre
di BRUNO MORGANTE
Finalmente chiarezza sul giornale di Lavitola
L’Avanti tra luci ed ombre
In questi giorni nelle edicole arrivano copie di un giornale la cui testata è “L’Avanti!” sottotitolato “quotidiano socialista”, scritto con la stessa grafica del quotidiano storico del Partito Socialista Italiano “Avanti!”.
E’ il quotidiano di cui era direttore responsabile il famoso faccendiere Lavitola, oggi latitante all’estero inseguito da un mandato di cattura emesso dalla Procura di Napoli per presunti ricatti consumati ai danni del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
“L’Avanti!” è stato registrato, come nuova testata giornalistica, al Tribunale di Roma nel 1996, con l’evidente obiettivo di creare confusione con lo storico quotidiano socialista “Avanti!”, sottotitolato “quotidiano socialista fondato nel 1886”, in quanto differiva da questo solo per l’aggiunta di una L di colore nero che negli anni si è sempre di più rimpicciolita, fino a scomparire del tutto.
Il fatto eclatante è stato non solo che la testata venne accettata dal tribunale (sarebbe come se venisse accettata la registrazione di una testata con il nome “il corriere della sera” con l’articolo scritto piccolissimo e il resto con gli stessi caratteri del famoso quotidiano), ma che dal 2008 ha ottenuto dal governo i contributi per la stampa (circa 2,5 milioni di euro l’anno) pur vendendo quasi zero copie.
Se non fosse stato per la pubblicazione nel 2010 di documenti sulla casa dell’on. Fini a Montecarlo, l’esistenza di questo giornale sarebbe stata sconosciuta ai più.
Subito si è fatto a gara, televisioni e giornali, anche le maggiori testate nazionali (Repubblica e Corriere della sera), a indicare il sig. Lavitola, ogniqualvolta veniva nominato per affari poco commendevoli, quale <direttore dell’”Avanti!”, storico giornale del partito socialista italiano>, e quasi erede dei grandi direttori dello stesso e padri della Repubblica italiana Nenni, Pertini, Lombardi.
Né si può dire che si è incorsi in un errore addebitabile al tribunale che ha accettato la testata, oggettivamente confondibile con la storica testata socialista, perché da subito il segretario del PSI Riccardo Nencini, con lettera inviata a tutti i quotidiani e ai direttori dei telegiornali, ha chiarito l’equivoco e denunciato il falso che si stava perpetrando.
Ha fatto anche una manifestazione di protesta davanti a Montecitorio e l’on. Cesare Marini ha presentato un’interrogazione perché si facesse chiarezza sull’equivoco e si tutelasse quale bene storico di interesse pubblico la testata “Avanti!”.
I giornali e i telegiornali hanno continuato nella loro disinformazione.
Perché? Sembrerebbe inspiegabile, ma non lo è.
Viviamo un periodo così buio dal punto di vista culturale e morale, da arrivare a rimuovere o a denigrare pezzi della nostra storia, che non sono funzionali a legittimare la demagogia e il populismo attuale.
La storia del Partito Socialista Italiano, con le sue luci perché ha segnato la crescita della democrazia e della partecipazione alla vita politica di classi e ceti ai margini, è stato determinante e guida in tutte le grandi conquiste economiche e civile dei lavoratori e nelle fasi di modernizzazione del paese e con le sue ombre, perché spesso è stato causa di freno alla evoluzione democratica del paese, come nel 1948, quando col fronte popolare pose le basi per bloccare la nascente democrazia, come alla fine degli anni ottanta, quando usò l’elaborazione delle riforme necessarie al paese non per attuarle, ma per brandirle come una minaccia contro gli equilibri di potere esistente tra PCI e DC per garantirsi maggiori fette di potere, concorrendo alla degenerazione morale della politica,la storia del Partito Socialista Italiano, dicevamo, fa paura a destra e a sinistra, anche se ormai i socialisti sono scomparsi dal parlamento e sono oscurati dalla grande informazione.
Bruno Morgante
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