Firenze: a giudizio un imprenditore di Lamezia Terme
redazione | Il 17, Ott 2012
Accusato di riciclaggio di denaro legato alla vendita all’asta, nel 2001, di un’azienda agricola del Mugello. Napoli: “Nel 2004 evidenziai con un’interrogazione l’anomalia della presunta società acquirente, il cui capitale sociale era di appena 13 mila lire”
Firenze: a giudizio un imprenditore di Lamezia Terme
Accusato di riciclaggio di denaro legato alla vendita all’asta, nel 2001, di un’azienda agricola del Mugello. Napoli: “Nel 2004 evidenziai con un’interrogazione l’anomalia della presunta società acquirente, il cui capitale sociale era di appena 13 mila lire”
FIRENZE – Sarà celebrato il processo a carico di un imprenditore calabrese, 49 anni, di Lamezia Terme, coinvolto, secondo l’accusa, in un presunto riciclaggio di denaro legato alla vendita all’asta, nel 2001, dell’azienda agricola di Moriano, nel comune di Vicchio. Lo ha deciso il gip del tribunale di Firenze, Antonio Pezzuti. La vicenda, con al centro l’azienda agricola che era di proprietà dell’imprenditore mugellano Pietro Tagliaferri, risale alla fine degli anni ’90 ed e’ stata al centro di numerosi interventi, dalla Cassazione, che nel 2005 annullò l’archiviazione chiesta del gip di Firenze, alle interpellanze parlamentari, fino alle richieste di ispezioni alla procura di Firenze. Secondo Tagliaferri, difeso dall’avvocato Roberto D’Ippolito, alla fine degli anni ’90 la ‘ndrangheta calabrese avrebbe investito denaro sporco in Toscana, attraverso società formalmente pulite: l’azienda agricola di Tagliaferri sarebbe stata acquistata a un’asta giudiziaria da una di queste presunte società per una cifra inferiore di oltre la metà rispetto al suo effettivo valore di mercato. Dopo le diverse vicende processuali la procura generale aveva avocato il provvedimento. Particolarmente soddisfatto (anche se la prima udienza del processo è stata fissata per il 29 ottobre 2013) l’avvocato di Tagliaferri, Roberto d’Ippolito per il quale “é un risultato di straordinaria importanza che premia dieci anni di lavoro della parte civile”.
ANGELA NAPOLI:
Era nientemeno il 13 settembre del 2004 quando presentavo l’atto ispettivo n. 4-05988 con cui denunziavo la vicenda di un agricoltore del Mugello, Pietro Tagliaferri, il quale era stato costretto a vedere la propria azienda agricola acquistata ad un’ asta giudiziaria da una presunta società, costituita da due agricoltori di Lamezia Terme. Nella mia interrogazione parlamentare evidenziavo l’anomalia della presunta società acquirente, il cui capitale sociale era di appena 13 mila lire.
I due agricoltori, De Sensi, padre e figlio, di Lamezia Terme, nonostante la modestia della società in questione, erano riusciti a versare l’intero prezzo di acquisto dell’azienda agricola del Mugello, un miliardo e novanta milioni di lire in soli 60 giorni. E’ di oggi la notizia che il GIP di Firenze ha rinviato a giudizio per riciclaggio l’imprenditore Domenico De Sensi di Lamezia Terme che il 24 novembre 2001 si è aggiudicato all’asta, per la somma di un miliardo e 252 milioni di lire, l’azienda agricola di Moriano, nel Comune di Vicchio, il cui proprietario era l’imprenditore mugellano Pietro Tagliaferri. Secondo l’accusa dietro l’investimento, tanto per cambiare e fin da allora, c’ era la ‘ndrangheta.
On. Angela NAPOLI, Componente Commissione Parlamentare Antimafia