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TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 27 NOVEMBRE 2024

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Flora Sculco si attiva sulla questione Eni-Crotone La consigliera regionale di Calabria in Rete, in conferenza stampa, ha lanciato un appello a dotarsi di un Piano per il rilancio del Sud

Flora Sculco si attiva sulla questione Eni-Crotone La consigliera regionale di Calabria in Rete, in conferenza stampa, ha lanciato un appello a dotarsi di un Piano per il rilancio del Sud
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“Sull’annosa questione Eni-Crotone ora la Regione, dopo l’Ordine del Giorno approvato all’unanimità dal Consiglio regionale nella seduta di martedì 10 novembre, può dotarsi di un Piano”. E’ quanto ha sostenuto la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco, incontrando oggi i giornalisti a Crotone (assieme ai consiglieri comunali Enrico Pedace e Manuela Cimino) nel corso di una partecipata conferenza stampa.

Ha aggiunto: “Da quel documento del Consiglio regionale occorre prendere le mosse, ridando protagonismo alle energie politiche, sociali e imprenditoriali del territorio, per convogliarle su due fronti ed il cui esito deve intercettare le previsioni del ‘masterplan’ del Governo per il rilancio del Sud ed il conseguente ‘Patto per la Calabria’ coordinato dalla Regione”.

Quali sono i due fronti? Ha spiegato la consigliera regionale: “Il primo fronte: ottenere, con l’intervento risoluto della Regione e del Governo, impegno messo nero su bianco nella parte conclusiva dell’Ordine del Giorno, che l’Eni onori gli enormi debiti contratti con la città di Crotone e suggellati in sentenze di tribunali, presto e senza più tentennamenti. Il secondo: trasformare la questione dei disastri ambientali provocati al territorio dal processo di deindustrializzazione iniziato negli anni 90 e la problematica dell’arricchimento dell’Eni, che nel mare antistante la città da decenni estrae metano pari a circa il 19% della produzione italiana destinata anche al mercato internazionale, in opportunità reali di sviluppo per Crotone e per la Calabria”.

Ad avviso di Sculco, “questa è anche l’occasione per la Calabria che ha in Crotone un pezzo della sua storia più importante, visto che Crotone fin dal 1921 è stata una delle realtà più industrializzate dell’intero Mezzogiorno con livelli occupazionali consistenti e con la formazione di una classe lavoratrice tra le più produttive e professionalizzate dell’intero Paese, per dimostrare che qui non attendiamo la manna dal cielo. Che la Calabria ha ragioni da vendere e crediti enormi da esigere nei confronti dello Stato, ma anche la capacità di progettare la fuoriuscita dalla crisi, sperimentando assieme al Governo, con intelligenza e idee innovative, le nuove vie per lo sviluppo”.

Ha sottolineato Flora Sculco: “Tuttavia, e questa è un’altra delle novità dell’ordine del giorno, occorre, d’ora in avanti, abbandonare la politica delle recriminazioni, dei posizionamenti difensivi e dell’autoreferenzialità e concentrare gli sforzi del territorio, valorizzando i talenti di cui disponiamo, per creare sviluppo produttivo, ricchezza generale ed occupazione. L’occasione è data, anzitutto, dall’inserimento, contemplato dall’ordine del giorno, della questione Eni-Crotone, nel Patto per la Calabria – uno dei 15 Patti per il Sud previsti dal ‘masterplan’ che dovranno essere definiti entro dicembre 2015 dal lavoro comune Governo-Regioni-Città metropolitane – per ciò che riguarda non solo le bonifiche e la tutele ambientale ma anche e soprattutto lo sviluppo complessivo di Crotone (agricoltura e industria, agroalimentare, turismo a attrattori culturali, servizi e logistica, infrastrutture – ad incominciare dal potenziamento dell’aeroporto e del porto, dalla ‘106’ e dalla linea ferroviaria – servizi di pubblica utilità). L’impegno del Governo con il masterplan presenta importanti spunti di novità che la Calabria deve cogliere fino in fondo, sul presupposto – insito nel masterplan – che non sono le risorse che mancano, ‘essendo a disposizione per politiche di sviluppo circa 95 miliardi da qui al 2023’. Quando il Governo sostiene che le risorse per lo sviluppo ci sono, ma che è mancata per decenni la capacità di utilizzarle, dice due cose vere e chiama in causa le responsabilità anche delle classi dirigenti del Mezzogiorno. Ciò che dobbiamo fare noi oggi è correggere i comportamenti del passato, anzitutto dotandoci di una visione del futuro che vogliamo per il nostro territorio e, in secondo luogo, percorrere, con serietà e responsabilità, ogni occasione che ci viene messa disposizione per assicurare alle nostre popolazioni prospettive di crescita e sviluppo”.