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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 08 SETTEMBRE 2024

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Focolaio di Shighellosi tra i rifugiati nell’Unione europea L'infezione si è registrata in Austria, Grecia, Germania, Olanda, Finlandia e Svezia

Focolaio di Shighellosi tra i rifugiati nell’Unione europea L'infezione si è registrata in Austria, Grecia, Germania, Olanda, Finlandia e Svezia
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Più di 80 casi di shigellosi sono stati diagnosticati tra i rifugiati in paesi dell’UE
tra luglio e novembre di quest’anno. Questi paesi sono Austria, Grecia, Germania,
Olanda, Finlandia e Svezia. L’infezione della shighellosi tra i rifugiati non è
inaspettata, poichè la malattia è endemica nei paesi di origine da dove le persone
stanno fuggendo, così come in alcuni dei paesi attraversati durante il viaggo. Il
rischio in Europa per la popolazione in generale rimane basso. La trasmissione della
shighellosi spesso avviene per via fecale-orale. La trasmissione personale di Shigella
è efficace in condizioni di sovraffollamento, dove è più difficile mantenere una
buona igiene personale. Pertanto, i rifugiati possono essere vulnerabili ad un’infezione
di Shigella poichè l’igiene personale è difficile da mantenere durante il viaggio,
anche perchè spesso incontrano sovraffollamento durante il loro viaggio e presso
le strutture di accoglienza. La più frequente manifestazione clinica dell’infezione
è la comparsa di diarrea acquosa, crampi addominali, febbricola, nausea e malessere.
Poiché Shigella si ben adatta alle basse temperature la trasmissione può verificarsi
anche nei mesi più freddi dell’anno. E’ improbabile che il numero di casi di shigellosi
tra i rifugiati possa diminuire nei prossimi mesi. Il rischio per la popolazione
in generale in Europa di essere colpiti da singoli casi o focolai di shighellosi
svilupattosi tra la popolazione dei rifugiati rimane basso, poiché i fattori che
contribuiscono alla trasmissione sono l’igiene compromessa, sovraffollamento e limitato
accesso all’acqua potabile che sono specifici per alcune strutture di accoglienza
dei rifugiati. Tuttavia, anche in Italia, sottolinea Giovanni D’Agata, presidente
dello “Sportello dei Diritti”, gli addetti alle pulizie delle strutture di
hosting per i rifugiati in arrivo, insieme con gli altri operatori e volontari, dovrebbero
essere considerati a rischio di una potenziale contagiosità di shighellosi. Il manifestarsi
di questa malattia può determinare l’insorgenza di episodi epidemici di notevole
gravità.