Francesca Straticò (Presidente Federazione Civici Europei), “Anche un governo vale quanto le sue promesse” Al Meeting di Rimini il Ministro dell'Economia Giorgetti parla di una manovra di bilancio complicata e dice: "Non si potrà fare tutto"
Al Meeting di Rimini il Ministro dell’Economia Giorgetti parla di una manovra di bilancio complicata e dice: “Non si potrà fare tutto”.
Assistiamo da tempo alla diffusione di innumerevoli promesse da parte di questo Governo, partite con una campagna elettorale contrassegnata, più di ogni altra, dalla assunzione di impegni consapevolmente irrealizzabili. Poi il tempo, che si dice racconti sempre la verità, è intervenuto a fare chiarezza ed adesso il Governo Meloni comincia a fare i conti con la esatta dimensione della coperta e deve decidere cosa lasciare fuori. Ci si sarebbe aspettati che a fare chiarezza sul non realizzabile fosse la stessa Premier, così come ci si sarebbe aspettati non tanto una spiegazione del perché non si possa fare tutto, semplificabile in un “non ci sono le risorse sufficienti”, quanto sul perché si è inteso carpire la fiducia degli elettori nella consapevolezza (che la Meloni ben aveva chiara dalla prospettiva dell’opposizione) dell’impossibilità di realizzare quanto promesso in campagna elettorale e nei primi mesi di governo. Il differenziale tra necessità e disponibilità non è di poco conto, secondo alcune testate giornalistiche, adeguatamente informate, si aggirerebbe intorno a circa 30 miliardi, e non meraviglia , dunque, che quasi nessuno, nella maggioranza di governo, voglia fare ammenda del comportamento elettorale. A farlo è , infine, il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti al Meeting di Rimini, un po’ per competenza diretta, un po’ perché passa per essere l’esponente più equilibrato di questo governo. Così, nel mezzo del Meeting, tuonano le sue parole: “Nulla è gratis…. Quindi come governo ci approcciamo a una legge di bilancio che sarà complicata. Certo, tutte le manovre lo sono, lo è stata anche quella dell’anno scorso. Siamo chiamati – poiché facciamo politica – a decidere delle priorità: non si potrà fare tutto” . Una vera doccia fredda sulle incondizionate speranze di quegli elettori che, con fede cieca, avevano scommesso sulla realizzazione di ogni promessa ben confezionata, ed ora devono fronteggiare le conseguenze di una, pur prevedibile, oggettività. A poco serve la pseudo rassicurazione che il Ministro Giorgetti fa seguire : “Siamo chiamati a decidere delle priorità, certamente dovremo intervenire a favore dei redditi più bassi, ma dovremo anche usare le risorse a disposizione per promuovere la crescita”, anche perché tale fumosa rassicurazione è sibillina e suscettibile di ogni possibile interpretazione. La doccia fredda prosegue anche in tema di pensioni, per le quali il Ministro sposta l’attenzione su ragioni ben più sociologiche che non contabili, ed ascrive una possibile soluzione ad interventi sulla denatalità, e dunque, di fatto inquadrando una soluzione, più o meno alla scadenza del prossimo ventennio, con buona pace di tutti coloro che hanno superato i 50 anni d’età. Anche in tema di sostenibilità, il Ministro, scaltramente interviene con una originale posizione: “Se riflettiamo sulla crescita economica o sullo sviluppo è opportuna l’aggiunta del termine sostenibile, lo sviluppo sostenibile oggi è normalmente declinato sotto l’aspetto ambientale che è fondamentale, ma se si affronta la questione a tutto tondo non si può negare il fatto che il sistema tiene se le generazioni hanno una continuità” e la responsabilità ( per non dire la colpa) è nuovamente demandata alla denatalità ” Il tema della denatalità è fondamentale, non c’è nessuna riforma e misura previdenziale che tenga nel medio e nel lungo periodo con i numeri della denatalità che abbiamo oggi”. Varrebbe la pena, dunque, chiedere al Ministro, cosa ha sostanzialmente messo in campo il governo del quale fa parte, per affrontare questo delicato problema della carenza delle nascite? Cosa ha fatto o ritiene di fare a supporto del diritto delle donne ad essere madri senza rinunciare alla propria realizzazione personale? Cosa ha fatto o ritiene di fare per equiparare la retribuzione femminile a quella maschile? Ed ancora, quali misure ha messo in atto per la concreta realizzazione della parità di genere e l’equa distribuzione dei carichi familiari? Domande scomode , certo, alle quali però, si dovrà dare risposta. “Tutto non si potrà fare” ha detto chiaramente il Ministro aggiungendo “Spero che l’Unione, che ha completamente cambiato paradigma rispetto al passato, non faccia ripartire dal gennaio 2024 la clausola del Patto di stabilità e crescita”. Bene, Ministro Giorgetti, non sappiamo cosa farà l’Europa come non sappiamo se stiate scelleratamente pensando di rinunciare alla preziosa nomina di Daniele Franco alla BEI, in cambio di presunti sostegni a rinvii della clausola del Patto di Stabilità. Sappiamo, però, che dal suo discorso del quale abbiamo apprezzato una certa ( ma non totale) franchezza, ci residua ancora un grave dubbio: se tutto non si potrà fare, chi pagherà il prezzo più alto? Cosa e chi sacrificherà (o sacrificherà ancora) questo governo?
Francesca Straticò
Presidente Federazione Civici Europei