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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 26 NOVEMBRE 2024

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Furto al museo civico di Castelvecchio di Verona: rubati 17 preziosi quadri L’Italia è la nazione che subisce più furti d’arte

Furto al museo civico di Castelvecchio di Verona: rubati 17 preziosi quadri L’Italia è la nazione che subisce più furti d’arte
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Una delle piaghe che affliggono il Bel Paese è il furto di opere d’arte. E’ notizia
di giovedì sera sono stati rubati 17 quadri di grande valore al museo civico di
Castelvecchio di Verona. Si tratta di cinque dipinti del Tintoretto, di capolavori
di Peter Paul Rubens, del Pisanello, di Mantegna, di Jacopo Bellini, di Giovanni
Francesco Caroto, di Hans de Jode e di Giovanni Benini. Il valore delle opere si
situa fra i 10 e i 15 milioni di euro. L’Italia detiene, da sola, circa il cinquanta
per cento del patrimonio mondiale fra bellezze artistiche, naturali e archeologiche.
Tuttavia a questo record va sommato anche un altro: siamo in assoluto la nazione
che subisce più furti d’arte. Ogni anno il Nucleo Tutela Patrimonio Culturale
dell’Arma dei Carabinieri recupera centinaia di migliaia di reperti antichi e di
opere d’arte. Il giro d’affari dei trafficanti è enorme, intorno ai sei miliardi
di euro l’anno. Più redditizio persino della droga, e certamente meno rischioso:
nessun cane è in grado di fiutare un vaso antico in un aeroporto. Con un libro nero
disponibile nelle librerie, l’Arma dei Carabinieri ha dimostrato che gli scavi
illegali connessi al furto di reperti antichi e di opere d’arte in Italia è ancora
in pieno svolgimento. Non tutte le zone archeologiche possono essere sorvegliate
ventiquattr’ore al giorno. I lavoratori notturni sono i cosiddetti tombaroli, come
uno chiama quei ladri d’arte che saccheggiano le antiche tombe, di cui ce ne sono
ancora molti in Italia. Dalle spiagge di mezz’Italia ai campi arati attorno le antiche
necropoli. I tombaroli del terzo millennio non si fermano davanti a nulla. Metal
detector in mano e cuffie in testa, i goldbuster sono alla continua ricerca di tesori
perduti ora anche in mare. Il lavoro di «tombarolo» viene trasferito da padre a
figlio. Un lavoro redditizio, perché in Italia sono molti ancora i tesori artistici
sotterrati nel terreno ed in mare di cui il mercato dell’arte internazionale è vorace.
Le procedure dei tombaroli sono sempre le stesse da secoli, da quando cioè alcuni
uomini hanno cominciato a profanare le tombe ricche di oro dei faraoni egiziani.Statue,
vasi, affreschi commercializzati illegalmente e acquistati non solo da rispettabilissimi
musei, ma anche da grandi collezionisti privati. Troppo spesso le opere trafugate
non vengono ritrovate e collocate nel loro legittimo posto. Scavi e ladri di oggetti
ed oper d’arte hanno facile gioco in Italia. Non solo a causa dei molti tesori
presenti facili ad essere ritrovati, ma anche grazie a una legislazione assurda.Gli
accordi raggiunti nel recente passato con i musei svizzeri e americani per restituire
le opere rubate sono risultati positivi, ma in Italia i criminali dediti ai furti
di reperti archeologici e di opere d’arte ne escono sempre ancora impuniti. Se
rubi una mela in un supermercato, si rischia una pena detentiva, ma chi ruba un vaso
prezioso antico degli antichi greci e lo vende resta impunito. Tra i circa 70.000
detenuti italiani, secondo l’inchiesta dei Carabinieri, non si riesce a trovare anche
un solo ladro di opere d’arte. Per questi criminali sono previste solo ammende
di importi addirittura ridicoli.Nell’ultimo anno, circa sono state rubate 5.300 opere
d’arte tra pezzi di antichità, rinascimentali e barocchi, sculture, dipinti, vasi
ecc soprattutto di alto valore per musei, collezioni private. Gli scavi illegali
sono il nostro problema più grande. Solo in Toscana e nel Lazio settentrionale,
dove vissero gli Etruschi, ci sono ancora innumerevoli necropoli. Gli archeologi
non hanno i fondi necessari per effettuare nuovi scavi sistematici. Solo i tombaroli
hanno sufficienti risorse finanziarie grazie ai loro clienti benestanti che finanziano
i criminali per la ricerca per settimane di tombe riccamente accessoriate ancora
da scoprire. Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”
bisogna intervenire rapidamente dal punto di vista legislativo per fermare chi trafuga
oper d’arte e reperti archeologici. Al ministro per i Beni e le Attività Culturali
rivolgiamo il nostro appello. E’ indecoroso che non ci sia un tombarolo che non
sconti un giorno di carcere. L’Italia è il maggior fornitore mondiale per il traffico
illecito di opere d’arte.