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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 26 NOVEMBRE 2024

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Fusione Comuni lametino, il pensiero di Scalzo (Pd) "Dinanzi a una simile ipotesi di fusione, non solo è indispensabile ascoltare la voce dei cittadini interessati, mediante i referendum popolari, ma è anche di fondamentale importanza la tutela dell'identità culturale e sociale dei singoli paesi"

Fusione Comuni lametino, il pensiero di Scalzo (Pd) "Dinanzi a una simile ipotesi di fusione, non solo è indispensabile ascoltare la voce dei cittadini interessati, mediante i referendum popolari, ma è anche di fondamentale importanza la tutela dell'identità culturale e sociale dei singoli paesi"
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“Il tema della fusione dei Comuni è troppo delicato e importante per essere oggetto di divisione o di battaglia puramente politica. In ballo c’è l’interesse dei cittadini ad avere una pubblica amministrazione efficiente e, soprattutto, a ricevere l’erogazione di servizi essenziali adeguati. Per questo ritengo sia necessario inquadrare la questione della possibile creazione di una grande città al centro della Calabria, che abbracci l’intero hinterland lametino, in un’ottica complessiva, di interesse generale e che vada al di là di ogni steccato partitico o ideologico”.

È quanto dichiara il consigliere regionale del Partito Democratico, Antonio Scalzo, che prosegue: “È certo che, oggi, la tendenza più diffusa in Italia sia quella di accorpare entità amministrative troppo piccole: comuni che da soli non riescono più a garantire i servizi essenziali. La gestione delle amministrazioni comunali è ormai strutturalmente in perdita: il taglio delle rimesse finanziarie dello Stato e l’insufficienza dei tributi locali, che pure gravano pesantemente sulle tasche dei cittadini e sui bilanci delle famiglie, non consentono più alcuna programmazione di investimenti e, anzi, non bastano neppure per far fronte alla spesa corrente. Servizi di base, come quelli per l’igiene urbana, la polizia locale, la pubblica illuminazione, la manutenzione ordinaria delle strade e delle infrastrutture, a stento vengono garantiti. Di fronte a tutto questo – aggiunge Scalzo – la  fusione rappresenta una delle strade che vanno prese in considerazione concretamente. Un’ipotesi che, però, oltre ai Comuni già indicati nel dibattito pubblico che si è aperto in questi giorni, deve tenere conto di comunità come Pianopoli, Motta Santa Lucia, Martirano e San Mango d’Aquino che sono parte integrante di un’area omogenea che ruota attorno al polo urbano di Lamezia. Ovviamente, dinanzi a una simile ipotesi di fusione, non solo è indispensabile ascoltare la voce dei cittadini interessati, mediante i referendum popolari finalizzati alla consultazione su questa scelta, ma è anche di fondamentale importanza la tutela dell’identità culturale e sociale dei singoli paesi, che non possono certo essere espropriati della propria storia e delle proprie tradizioni”.

Dice ancora il consigliere democrat: “In questo senso, credo che il procedimento legislativo in Consiglio regionale abbia dei tempi tecnici che richiedono una programmazione di medio termine. Il nuovo commissariamento del Comune di Lamezia Terme, sotto tale profilo, può rappresentare uno spartiacque per arrivare, nell’eventualità in cui gli iter amministrativi dovessero procedere parallelamente, a ripartire da zero, tra un anno e mezzo, per costruire una nuova e grande città della Piana. La storia ha dimostrato come la fusione di Nicastro, Sant’Eufemia e Sambiase abbia prodotto risultati straordinariamente importanti con la costituzione di Lamezia Terme che, nel tempo, è diventata il più importante snodo dei trasporti e un polo agricolo, industriale e dei servizi tra i più rilevanti in Calabria. Oggi, dopo che sono stati anche varati importanti strumenti per il rilancio delle attività produttive come il riconoscimento dello status di area di crisi industriale non complessa, sul quale ci siamo personalmente impegnati nei mesi scorsi, credo ci siano tutte le condizioni per voltare pagina. Occorre però mettersi a lavorare da subito, con un’idea di città precisa e una visione chiara del futuro, ma soprattutto – conclude Antonio Scalzo – con una volontà di cambiamento che deve passare da una profonda riforma della politica che metta la nostra comunità al riparo dal rischio di nuove sospensioni della vita democratica”.