Gambarie, l’incendio alla seggiovia è già solo un brutto ricordo: “impegno politico assunto e mantenuto, in tempi da record!” Ripristinare la seggiovia significa rimettere in funzione il cuore pulsante dell’Aspromonte, far ripartire le attività e l’indotto annesso, rimasti fermi a quel 8 novembre 2020 che inesorabilmente aveva spento le aspettative di operatori turistici
“Un giorno di festa”. È stato così per tutti il 21 agosto a Gambarie: residenti e turisti, sciatori e non, amministratori e comuni cittadini, Destra e Sinistra; perché con lo stanziamento dei 3,6 milioni di euro destinati all’impianto di risalita di Monte Scirocco non ha vinto uno schieramento, non ha vinto una località, abbiamo vinto TUTTI. È una colossale iniezione di fiducia quella arrivata dal partecipatissimo convegno organizzato presso l’Hotel Centrale per annunciare la lieta notizia a distanza di 9 mesi dall’incendio che ha mandato in fumo l’infrastruttura.
Ripristinare la seggiovia significa rimettere in funzione il cuore pulsante dell’Aspromonte, far ripartire le attività e l’indotto annesso, rimasti fermi a quel 8 novembre 2020 che inesorabilmente aveva spento le aspettative di operatori turistici, imprenditori e semplici appassionati. Grazie alla sinergia istituzionale quell’enorme cuore composto da tonnellate di acciaio e cavi elettrici non smetterà di battere.
“Il valore delle Istituzioni che rappresentano un determinato territorio si evince anche e soprattutto dai tempi di reazione ai problemi ed alle emergenze. Ed anche in questo caso la nostra risposta è stata immediata – afferma orgoglioso l’On. Francesco Cannizzaro, coinvolto nella vicenda sin dall’inizio – perché basta metterci testa, volontà e tenacia. Caratteristiche che spesso mancano a chi amministra. Non è questo il caso, come facilmente deducibile pure dal fatto che persone di diverse idee e gerarchie politiche siano insieme sedute allo stesso tavolo ad annunciare una lieta notizia. Molti non capiscono, e la cosa mi stupisce, che appartenere a colori differenti non esclude il poter combattere uniti per ottenere un risultato comune!”.
“Farsi la guerra tra forze della stessa area geografica per questioni aprioristiche è insensato e scellerato per il territorio – gli fa eco il Vicepresidente del Consiglio regionale Nicola Irto – Ecco perché non ho esitato un attimo ad essere qui, coinvolto nell’annuncio di una bella notizia per tutti. Migliorare Gambarie significa far sviluppare l’indotto Aspromonte in generale. E se la nostra montagna riesce ad aumentare il suo appeal non può che essere positivo per Reggio in senso lato, dal punto di vista economico e dell’immagine, sfatando determinati tabù di inefficienza”.
“Dialogo istituzionale, aldilà della diversa colorazione/visione politica, con tutti gli enti ai vari livelli, privilegiando il territorio nella ricerca del benessere della comunità. Una sorta di modello auspicabile per tutti e che presuppone una serietà tra i soggetti. Dialogo continuo e capacità realizzativa sono le uniche strade percorribili per raggiungere il riscatto del nostro territorio ed in special modo, in questa fase complessa regionale, della nostra Area metropolitana”. Questa la ricetta politico-istituzionale del primo cittadino di Santo Stefano Francesco Malara, che pone subito altri obiettivi per il comprensorio: “risolta la questione seggiovia, il prossimo step è far in modo che gli amanti della montagna preferiscano venir qui piuttosto che andare altrove per le vacanze e per le attività di sport invernale”.
“Non è stato semplice tenere a bada il costante pressing del Deputato Cannizzaro e del Sindaco Malara – ha confessato sorridendo l’Assessore regionale alle Infrastrutture Domenica Catalfamo, sua la firma sulla delibera di Giunta regionale che determina il finanziamento da 3,6 milioni di euro – mi è servito come ulteriore motivazione per convincere le varie parti politiche della strategicità dell’opera seggiovia per il rilancio del turismo regionale. Raggiunto questo risultato, ne abbiamo già prefissati altri per l’area Aspromonte nel giro di poco tempo. Metteremo calabresi e siciliani nelle condizioni di non voler più andare al Nord, scegliendo la provincia di Reggio anche come meta montana!”.