Gheddafi: “Vinceremo”. Esercito su Bengasi, Onu verso no-fly zone
redazione | Il 16, Mar 2011
Discorso del rais alla tv di stato. I pro-Gheddafi avanzano, presa Ajdabiya. Secondo il Libano, la no fly zone sarà nel progetto
Gheddafi: “Vinceremo”. Esercito su Bengasi, Onu verso no-fly zone
Discorso del rais alla tv di stato. I pro-Gheddafi avanzano, presa Ajdabiya. Secondo il Libano, la no fly zone sarà nel progetto
(ANSA) I governativi a soli 200 chilometri dalla città roccaforte dei ribelli Bengasi, attaccata sede Cnt. Gheddafi minaccia Occidente: se aiutate ribelli ci alleeremo con Al Qaida e sarà Guerra santa. Segretario di Sato Usa ai ribelli: sì ad aiuti politici ed economici ma no a quelli militari.
GHEDDAFI, VINCEREMO, NON DIVIDERANNO PAESE – “Non riusciranno a dividere il Paese, vinceremo”: così Muammar Gheddafi a Tripoli, parlando davanti a una rappresentanza della tribù Mseleta, in un discorso diffuso anche dalla Tv di stato. Il leader libico ha attaccato i media stranieri accusandoli di avere propagato una”falsa immagine” del suo paese. Il rais ha nuovamente accusato l’occidente di mirare al petrolio libico e di voler tornare “ai tempi in cui l’Italia chiamava la Libia la spiaggia di Roma”. “Gli insorti – ha detto Gheddafi – sono -cani infiltrati nella societa”.
CONTRAEREA IN AZIONE A BENGASI – Colpi di contraerea e di artiglieria pesante sono stati avvertiti stasera a Bengasi, secondo quanto riferiece un giornalista dell’agenzia Afp sul posto. Bengasi è la seconda città della Libia ed è la ‘capitale’ del territorio controllato dagli oppositori del colonnello Muammar Gheddafi. In serata la Tv di stato libica aveva dato per “imminente” un’offensiva contro la città della Cirenaica, citando un comunicato dei vertici militari.
LIBANO, NO-FLY ZONE IN PROGETTO RISOLUZIONE ONU – Il progetto di nuova risoluzione Onu sulla Libia comporta lo stabilimento di una no-fly zone, oltre a nuove sanzioni contro il regime libico. Lo ha indicato il rappresentante permanente del Libano Nawaf Salam, dopo avere presentato il progetto a nome della Lega Araba.
FONTI GOVERNO, ATTACCATA SEDE CNT A BENGASI – “Un gruppo armato ha attaccato il quartier generale del consiglio transitorio libico di Bengasi (Cnt), uccidendo alcuni sui membri e mettendo in fuga altri”: lo ha detto all’ANSA una fonte ufficiale del governo libico, precisando che “altre sollevazioni popolari pro-Gheddafi sono scoppiate a Tobruk, nell’est del Paese”.
INSORTI SMENTISCONO ATTACCO A SEDE CNT – “Non c’é stato nessun attacco alla sede del Consiglio nazionale libico né ci sono state vittime, a Bengasi tutto è sotto controllo”. Così una fonte del ‘Media Centre’ della ‘Rivoluzione del 17 febbraio’ ha smentito all’Ansa la notizia diffusa oggi a Tripoli da fonti governative.
FRANCIA NON CONVINCE G8, PALLA TORNA A ONU – I ministri degli Esteri del G8 riuniti da ieri sera a Parigi non hanno raggiunto nessun accordo su un intervento militare in Libia. Lo ha annunciato stamattina il capo del Quai d’Orsay, il ministro francese presidente di turno del G8, Alain Juppé, ammettendo di non aver “convinto” i partner su questo punto. Ai microfoni di Europe 1, rispondendo a una domanda sulla risposta dei partner del G8 all’iniziativa franco-britannica di un intervento militare mirato in Libia, Juppé ha detto: “Per ora, non li ho convintì. I leader del G8 (Francia, Italia, Usa, Russia, Germania, Gran Bretagna, Canada e Giappone) hanno discusso ieri sera a cena della questione libica, in particolare Parigi e Londra hanno spinto sulla loro iniziativa per bloccare l’offensiva del potere di Tripoli contro l’opposizione di Bengasi. “Gheddafi – ha ammesso Juppé – sta ottenendo successi” dal punto di vista militare. Senza pronunciarsi sulla sorte di Bengasi, feudo della rivolta libica, il ministro ha ammesso che la comunità internazionae non potrà impedire al colonnello libico di riconquistarla: “Oggi, non abbiamo i mezzi militari, poiché la comunità internazionale non ha deciso di dotarsene”. Come annunciato ieri sera dal ministro Franco Frattini, i ministri del G8 sono d’accordo per una rapida ripresa delle discussioni in seno al Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite per giungere a una risoluzione che faccia pressioni sul leader libico allo scopo di una cessazione delle violenze. A questa prospettiva dovrebbero, secondo il G8, essere associati Lega araba e Unione africana. Le discussioni fra i leader del G8 riprendono questa mattina per concludersi nel primo pomeriggio.
GHEDDAFI: ITALIA ATTENTA, POSSO ALLEARMI CON AL QAIDA – Se i governi occidentali “si comporteranno come in Iraq, la Libia uscirà dall’alleanza internazionale contro il terrorismo. Ci alleiamo con al Qaida e dichiariamo la guerra santa”. Lo dice in un’intervista esclusiva al Giornale il leader libico Muammar Gheddafi che afferma anche di essere “scioccato dall’atteggiamento degli europei” e di sentirsi “tradito” da Berlusconi. Il colonnello afferma che non c’é spazio di dialogo con i ribelli perché “il popolo” è dalla sua parte, anzi è “la gente” che “chiede di intervenire” contro le “bande armate”. “Negoziare con i terroristi legati ad Osama Bin Laden – ribadisce – non è possibile. Loro stessi non credono al dialogo, ma pensano solo a combattere e ad uccidere”. A Bengasi, sottolinea il colonnello, “la popolazione ha paura di questa gente e dobbiamo liberarla”. Anche i membri del Consiglio nazionale dell’opposizione, aggiunge, è “come se fossero ostaggio di Al Qaida. Il Consiglio è una facciata, non esiste”. La riconquista della Cirenaica è una questione di tempo: “Ci sono solo due possibilità: arrendersi o scappare via. Questi terroristi utilizzano i civili come scudi umani, comprese le donne”. La comunità internazionale, prosegue il leader libico, “non sa veramente cosa accade in Libia. Il popolo è con me. Il resto é propaganda. Posso solo ridere”. Gheddafi si dice quindi “scioccato” dall’atteggiamento degli europei, che “in questa maniera hanno messo in pericolo e danneggiato una serie di grandi accordi sulla sicurezza nel loro interesse e la cooperazione economica”. Il colonnello si sente anche “tradito” da Berlusconi, mentre Sarkozy, afferma ancora, “ha un problema di disordine mentale. Ha detto delle cose che possono saltar fuori solo da un pazzo”. Il colonnello dice di pensare ed auspicare “che il popolo libico riconsidererà i legami economici e finanziari e anche quelli nel campo della sicurezza con l’Occidente”. Quando “il vostro governo – dice a proposito di quello italiano – sarà sostituito dall’opposizione ed accadrà lo stesso con il resto dell’ Europa il popolo libico prenderà, forse, in considerazione nuove relazioni con l’Occidente”. Se sarà suo figlio Seif al Islam a prendere il suo posto dopo la crisi “lo decideranno i libici attraverso i Comitati popolari e il Congresso del popolo”. “Se la scelta verrà dal popolo – afferma il rais – l’accetterò”.ù
INVIATO ONU A TRIPOLI: CESSINO LE VIOLENZE – L’inviato dell’Onu per la Libia, Abdelilah al Khatib, e’ giunto oggi a Tripoli, dove ha incontrato il ministro degli esteri libico Mussa Kussa, e ha chiesto la cessazione immediata di ogni violenza. Lo hanno reso noto le Nazioni Unite.
MISSIONE LAMPO UE A BENGASI, INCONTRATI CAPI CNT – E’ stata una missione-lampo quella inviata dalla rappresentante per la politica estera della Ue, Catherine Ashton, a Bengasi e alla frontiera libico-egiziana. Guidati da Agostino Miozzo, l’italiano responsabile del centro europeo per la gestione delle crisi, alcuni membri del servizio diplomatico europeo sono arrivati ieri nella citta’ che ospita il Consiglio nazionale di transizione libico (Cnt), che venerdi’ scorso e’ stato riconosciuto dal Consiglio europeo dei capi di stato e di governo come ”un interlocutore politico” dopo la delegittimazione da parte della Ue del colonnello Gheddafi. Nella serata di oggi la missione si e’ diretta in macchina verso il Cairo, da dove domani in tarda mattinata rientrera’ a Bruxelles. ”Ho incontrato i responsabili del Cnt ed i rappresentanti della Croce Rossa internazionale presenti a Bengasi”, ha detto Miozzo raggiunto telefonicamente dall’ANSA. ”In citta’ il clima era teso. Domattina faro’ il mio rapporto alla baronessa Ashton”, ha aggiunto. Obiettivo della missione, secondo quanto reso noto dalla portavoce della ‘ministra degli esteri’ della Ue, era quello di ”raccogliere informazioni e di valutare la situazione allo scopo di sostenere una prudenziale pianificazione delle risposte da dare alla crisi libica”. In tale pianificazione, secondo altre fonti, rientra anche l’istituzione di una no-fly zone, argomento che dovrebbe essere trattato stasera in una riunione dei ministri degli esteri del G8 a Parigi. Durante il vertice di venerdi’ scorso, a fronte dell’interventismo manifestato dal presidente francese Nicolas Sarkozy e dal premier britannico David Cameron, era stata soprattuto la cancelliera tedesca Angela Merkel (sostenuta da Italia, Spagna, Grecia, Malta e Grecia) a manifestare scetticismo nei confronti di un intervento di carattere militare. Nel documento finale del vertice comunque si indicava che la Ue ed i suoi stati membri avrebbero esaminato ”tutte le necessarie opzioni” per fermare chi bombarda la sua gente.
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