Gioia, i malpancisti rinculano rinviando la ‘resa dei conti’ Nessun colpo di scena durante il Consiglio comunale di ieri. Pedà: "Continuiamo a lavorare per la nostra città . Non mi appassionano gli intrighi di palazzo. Lavorerò senza sosta fino all'ultimo giorno"
di Domenico Latino
GIOIA TAURO – Tutti quelli che speravano che il Consiglio sortisse sorprese sono tornati a casa delusi. Dopo il primo rinvio dovuto al mancato raggiungimento del numero legale successivo alla contemporanea uscita di tutte le opposizioni in funzione anti Pedà, il Civico consesso di ieri ha registrato il pienone: allineati e coperti i membri della maggioranza che sostiene l’attuale ex presidente delle Ferrovie, nonostante i mugugni, gli scricchiolii e i forti mal di pancia che hanno attraversato nel recente passato una compagine piuttosto variegata. Secondo i soliti bene informati, un via vai di riunioni carbonare avrebbero contraddistinto l’ultima settimana dando fiato a doppi e tripli giochi che, però, alla prova dei fatti si sono sciolti come neve al sole. Il sindaco Pedà non è apparso particolarmente turbato da presunte e velleitarie tentate manovre che punterebbero a disarcionarlo prima della fine del mandato; manovre orchestrate in maniera più o meno discreta da chi probabilmente non ha mai digerito alcune scelte finalizzate a premiare una nuova classe dirigente. Il “senso di responsabilità” però alla fine anche ieri ha prevalso considerato che il Consiglio era chiamato ad approvare alcuni punti importanti pensati per dare risposte alla terribile crisi occupazionale ed economica che il territorio vive, a rimettere in sesto le scuole affinché episodi come quello della “Campanella” non possano più ripetersi e a premiare gli studenti meritevoli con delle borse di studio. Hanno fatto bene tre giorni di riposo alle opposizioni che, uscite furenti dall’aula giovedì scorso in prima convocazione per protesta sul mancato funzionamento delle Commissioni consiliari, hanno oggi approvato gli stessi punti senza battere ciglio. Simpatico qualche siparietto tra il sindaco Pedà e l’inedito duo Schiavone Alessio con Zappalà seduto nel ruolo dell’osservatore silenzioso. Assenti viceversa i consiglieri di minoranza La Rosa e Altomonte. Ma il dato politico vero è: c’è stata o no una manovra fulminea in piena estate per fermare la fuga solitaria del sindaco Pedà? Il futuro ci darà delle risposte, per intanto non è difficile scorgere i profili di chi avrebbe più di un motivo per covare un dissimulato astio nei confronti del primo cittadino che, nel recente è passato, non ha lesinato colpi durissimi anche nei confronti di pezzi importanti della sua stessa maggioranza i cui membri a turno hanno spesso espresso riserve. In particolare, alcuni eletti nella lista di Forza Italia appaiono in forte sofferenza. Incisivo invece nel consesso di ieri il ruolo del consigliere Giulio Ranieri intervenuto più volte a difesa del sindaco, al fine di rintuzzare i ripetuti attacchi di Schiavone sui debiti fuori bilancio, rimproverando all’ex vicesindaco di avere la memoria corta. Dall’entourage del sindaco trapela poco se non il distacco dello stesso Pedà che non ha mai dato vero credito alle ipotesi di “congiura” dicendosi in ogni caso per nulla appassionato alle trame di palazzo. “Fino a quando sarà possibile continuerò a servire la mia città in piena autonomia e libertà – ha dichiarato – chi crede nel mio progetto è il benvenuto, gli altri facciano serenamente e senza inutili ipocrisie le proprie scelte. I giochini non mi interessano”.