Gioia, il commissario fa ricorso contro il Circolo del tennis. Il giallo della delibera Si riapre la contesa tra il Comune di Gioia Tauro e il “Gioia 1974”
di Domenico Latino
GIOIA TAURO – Colpo di scena sullo sterrato di via Carducci: si rinnova la sfida tra il Comune e il circolo del tennis “Gioia 1974”, il sodalizio sportivo presieduto dall’avvocato Francesco Sofia che tempo addietro fu al centro di una surreale controversia finita a colpi di carta bollata con l’Amministrazione Bellofiore per una questione legata ad alcune migliorie realizzate senza preventiva autorizzazione all’interno dell’area pubblica affidatagli in precedenza. L’Ente, dopo quasi un anno dalla data in cui il Tar di Reggio mise fine al contenzioso dando ragione all’associazione tennistica, ha infatti deciso per firma del sub Commissario prefettizio Buda, di ricorrere in appello al Consiglio di Stato al fine di ribaltare la sentenza con la quale il tribunale amministrativo ha accolto il ricorso del predetto circolo e di fatto cancellato la deliberazione di Giunta che dava parere negativo alla richiesta di sanatoria delle opere costruite e l’atto che disponeva la decadenza della convenzione in ragione di illeciti edilizi. Nulla da eccepire anche se il primo dubbio che balza in mente è se sia stato opportuno continuare con i soldi dei contribuenti una lite giudiziaria che ha destato clamore fin dalle prime battute, vista l’enorme sproporzione tra i vantaggi sociali prodotti dall’attività del circolo e il provvedimento preso dal Comune. Soprattutto oggi, alla luce della grave situazione politico-economica in cui versa la città che quotidianamente si ripercuote sui servizi e sull’ordinaria amministrazione, ci si domanda se fosse proprio il caso di affrontare l’alea di un nuovo grado di giudizio dopo aver già speso inutilmente più di 15mila euro tra primo grado e appello cautelare al Consiglio di Stato, peraltro pure rigettato con condanna del Comune al pagamento delle spese, per il quale fu officiato un altro legale (l’avv. Michele Di Donna del foro di Bari). Intanto, nonostante il Comune di Gioia Tauro, con procedura ad evidenza pubblica, abbia nelle more individuato l’esperto amministrativista avv. Nicola Minasi quale proprio legale fiduciario per tutte le proprie controversia, il ricorso in appello è stato affidato al professore e avvocato reggino Michele Salazar che ha difeso l’Ente anche nel giudizio di primo grado il quale avrebbe dovuto sottoscrivere l’atto dopo aver ricevuto la copia della delibera, espressamente citata nell’appello come la N.7 del 19 gennaio scorso, non consultabile perché non ancora pubblicata all’albo pretorio. Circostanza che però si è tinta di giallo giovedì mattina, quando lo scrivente, recatosi presso gli uffici preposti a chiederne visione e copia al fine di conoscere le ragioni per cui l’ente aveva deciso di appellare, si è sentito rispondere dal responsabile di settore che all’interno dell’apposito faldone non c’era la minima traccia della sopracitata delibera diventata improvvisamente fantasma. Il progressivo dei fascicoli saltava infatti proprio il N.7. Veniva dunque posto il dubbio che per un motivo o per l’altro fosse ancora in fase di lavorazione, fatto accertato e verbalizzato anche dai Carabinieri della locale Stazione, intervenuti successivamente per le dovute verifiche, come se una delibera con data, numero e relativi pareri dei funzionari dell’ente, potesse essere perfezionata in un secondo momento. Ma tant’è. La vicenda inoltre avrebbe potuto assumere anche dei contorni bizzarri se si prende per buona l’indiscrezione secondo la quale lo stesso Commissario straordinario nella tarda mattinata di mercoledì avrebbe convocato e incontrato Francesco Sofia mostrandosi disponibile a collaborare con il circolo per l’organizzazione di un importante evento da svolgersi presso quegli stessi impianti che il Comune rivuole indietro. Esibita Sofia l’avvenuta notifica del ricorso al Consiglio di Stato, tra i due però si alza il gelo. Peccato! Potevamo assistere alla paradossale situazione di un Ente che da un lato fa di tutto per sfrattare i virtuosi della racchetta mentre dall’altro magari ne avrebbe anche patrocinato i tornei.
L’EVENTO
Il “Gioia 1974” ha ottenuto direttamente dalla Federazione l’incarico di organizzare un torneo di qualificazione per il tabellone femminile dei 72mi Campionati d’Italia di tennis che si svolgeranno a Roma tra il 7 ed il 17 maggio. Il torneo avrà luogo sui campi del circolo tra il 21 ed il 29 marzo ed ospiterà le tenniste che aspirano ad accedere alla più importante manifestazione tennistica del Paese. L’assegnazione del torneo rappresenta un indubbio riconoscimento per le capacità di organizzazione di simili eventi che il circolo ha saputo dimostrare nei sette brevi anni della sua attività e comporta senz’altro un contributo positivo al riscatto dell’immagine della città, offuscata dalla presenza della mafia e da eventi di cronaca nera e non solo che ne hanno condizionato la crescita civile.
I FATTI
Il 2 ottobre del 2007 un Consiglio comunale stabiliva di dare in concessione alla nuova associazione tennistica il vecchio campo da tennis con il terreno pertinenziale e l’entrostante immobile in pessimo stato, destinato a spogliatoio e bagno. L’assegnazione dei locali veniva ampliata dalla Commissione straordinaria la quale, nel novembre del 2009, riconoscendo l’importante lavoro sociale del circolo nonché, fra l’altro, l’intervenuta ristrutturazione degli spogliatoi e la rigenerazione sociale del sito, attribuiva al “Gioia 1974” un’ulteriore area con altro immobile, pur esso abbandonato e cadente. Le convenzioni successivamente stipulate, tra le altre cose, davano la possibilità al circolo di eseguire dei lavori di miglioria a proprie spese e previa approvazione dell’Amministrazione. A marzo del 2013, il Comando di Polizia Municipale e l’Ufficio tecnico effettuavano un sopralluogo riscontrando che il circolo aveva in corso di costruzione un pergolato in legno e denunciavano l’abuso. Il manufatto in fase di realizzazione, il cui sequestro non veniva convalidato dal PM, veniva subito smontato, ma l’Ufficio tecnico tornava sui luoghi almeno tre/quattro volte nel giro di due mesi e passava in rassegna tutte le opere finite da tempo, provvedendo al loro sequestro. Il controllo infatti rilevava la presenza di alcune opere abusive. Il GIP di Palmi tuttavia convalidava solo il sequestro di uno spogliatoio ristrutturato. L’UTC notificava quindi un’ordinanza di demolizione che non veniva rispettata perché nel frattempo il circolo decideva di regolarizzare in sanatoria le opere realizzate. La Procura della Repubblica di Palmi quindi notificava al Comune un decreto di citazione a giudizio nei confronti del legale rappresentante del circolo tennistico, per aver costruito il sopraccitato pergolato di legno senza i relativi permessi. L’atto, inoltre, individuava il Comune come parte offesa. L’Amministrazione Bellofiore decideva, per la prima ed unica volta nella sua storia, di costituirsi parte civile, in un procedimento per abusi edilizi (il procedimento relativo al pergolato smontato) per i danni morali e materiali subiti e quindi motivava il suo parere contrario alla sanatoria delle altre opere (quelle ultimate da tempo, ma riscontrate nella primavera del 2013) anche a ragione di detta costituzione di parte civile che pure non le riguardava. Con lo stesso atto di indirizzo la Giunta dava mandato all’ufficio tecnico per la revoca delle concessioni ed a quello legale per mettere in atto tutte le azioni necessarie alla risoluzione della concessione per inosservanza delle clausole. Il 12 agosto del 2013 il dirigente dell’UTC emetteva il provvedimento e intimava al circolo di lasciare l’area nella disponibilità del Comune entro trenta giorni dalla notifica dell’atto. Le attività del circolo riprendevano a settembre a seguito dell’ordinanza del TAR, poi confermata dal Consiglio di Stato, che sospendeva l’atto di decadenza con l’obbligo per l’Ente di pronunciarsi motivatamente sull’istanza di accertamento di conformità delle opere entro il termine di sessanta giorni. Il 7 maggio 2014 il tribunale amministrativo si esprimeva nel merito con sentenza che accoglieva il ricorso del circolo smontando pezzo per pezzo gli atti del Comune.
IL RETROSCENA
La vicenda presenta dei retroscena riconducibili a precedenti controversie tra l’Amministrazione Bellofiore e il presidente del circolo, l’avvocato Francesco Sofia il quale, in passato, ha intrapreso e vinto due cause nei confronti del Comune. L’ex primo cittadino è stato praticante dello studio legale Sofia alla fine degli anni novanta e risulta tra i soci fondatori del sodalizio sportivo frequentandolo fino alla sua elezione a sindaco. Vi è poi tornato per le premiazioni del torneo open ed in visita, alla presenza di persone terze alle parti, insieme al suo vice, al responsabile dell’UTC e ad altri dipendenti comunali nel novembre del 2012: ha quindi visto l’impianto com’era prima e dopo. Bellofiore fu presentato a Sofia da Emilio Alagna, presidente del “Gioia 1974” dalla fondazione fino al 2010. Ad Alagna la passata Amministrazione voleva espropriare, pagandola ad un prezzo ritenuto non realistico, parte di un giardino sul lungomare nonostante avrebbe potuto usare la spiaggia senza spendere nulla. Sofia difese Alagna come avvocato e per effetto del suo lavoro di professionista fu avviato un procedimento penale nei confronti del vicesindaco e di un responsabile tecnico del Comune. Nel gennaio del 2013 fu impedito l’esproprio con il sequestro dell’area e il 28 febbraio 2013 il TAR sospese il procedimento espropriativo ordinando in seguito al Comune di rielaborare il progetto per come proposto da Alagna. Fu così che nel marzo 2013 le modeste ed efficienti opere realizzate nel circolo anni prima diventarono improvvisamente abusive.