Gioia, si discute sulla sicurezza delle operazioni portuali Il Sindacato Unitario Lavoratori interviene sulla tematica
La Con.Tug s.r.l., concessionaria del servizio di rimorchio nel porto di Gioia Tauro ha proposto alla locale Autorità Marittima una rimodulazione del servizio di chiamata del terzo rimorchiatore. Si passerebbe, così, ad un servizio a chiamata su prenotazione del terzo rimorchiatore. In questo caso, la sicurezza portuale e tutte le altre particolari e articolate peculiarità portuali, che attualmente il servizio di rimorchio portuale garantisce, verrebbero in parte assoggettate a una “prenotazione” da parte dell’utenza.
Ci sarebbe un improvviso ridimensionamento operativo dell’intero sistema di rimorchio portuale dello scalo calabrese, con gravi ripercussioni sulla produttività e sulla sicurezza del porto e quant’altro ad esso connesso. Se il cambio delle regole concessorie di rimorchio dello scalo calabrese dovesse andare a buon fine, probabilmente gli interessi economici e organizzativi interni di un’impresa privata, che già opera in regime di monopolio, potrebbero limitare o comunque influenzare negativamente gli interessi pubblici e non solo.
L’attuale organizzazione del lavoro aziendale garantisce tre rimorchiatori in servizio H24 con un orario di servizio ben preciso e determinato da ferree regole istituzionali che soddisfano le variegate esigenze portuali di sicurezza e quant’altro. Potrebbero invece essere assicurati con certezza e assiduità solo due rimorchiatori, sicuramente insufficienti in determinate e improvvise circostanze di manovra delle navi. Si riportano molteplici circostanze relative a “mancati incidenti” che sono state prontamente sanate dagli interventi “in extremis” attuati proprio dal terzo rimorchiatore di guardia. Probabilmente, sono stati prospettati progetti e iniziative aziendali che non trovano neppure attuazione e concordanza con gli attuali contratti di lavoro in vigore in Azienda.
L’istanza Con.Tug proposta all’Autorità marittima di Gioia Tauro nasce soprattutto da una carenza interna di personale marittimo ormai divenuta cronica e che potrebbe rallentare fortemente l’efficienza e la pronta risposta operativa dei rimorchiatori portuali. Un atto che se messo in pratica potrebbe essere lesivo della prevenzione, della salvaguardia e tutela della sicurezza portuale. Certamente non aiuterebbe la reale crescita dello scalo calabrese.