Gioia Tauro, Commissari dichiarano il dissesto Ennesima mazzata per il capoluogo pianigiano. Si prospettano tempi ancora più bui.
GIOIA TAURO – Qualche minuto fa è stata pubblicata sull’Albo pretorio on-line del Comune di Gioia Tauro la delibera con la quale i Commissari prefettizi Franca Tancredi, Vito Turco e Berardino Nuovo hanno dichiarato lo stato di dissesto dell’ente. La notizia era già nell’aria, anticipata qualche giorno addietro dal Prefetto di Reggio Calabria, Michele Di Bari durante uno dei suoi sopralluoghi nella città del porto. La decisione fa seguito anche alla relazione sulla situazione finanziaria del Comune presentata lo scorso 25 giugno dal Segretario Generale Caterina Romanò – Responsabile ad interim del settore economico finanziario da cui emergono gravi fattori di criticità derivanti dalla ricognizione dell’esposizione debitoria dell’ente e dalle risultanze contabile e in particolare:
costante e massiccia richiesta di anticipazione nel corso degli anni 2011-2016;
utilizzo di somme a destinazione vincolata e mancata ricostituzione a fine esercizio per un importo che si assesterebbe in media a 4,5 milioni di euro annui; pignoramenti presso il Tesoriere per complessivi 11.946.015, 07 (dal 2011 a oggi);
criticità nella gestione dei residui attivi e passivi; massa debitoria che non trova copertura nel bilancio dell’ente (risulta l’esistenza di spese effettuate in violazione delle ordinarie procedure di spesa per complessivi € 14.928.296,00). Nel dettaglio:
Il Responsabile dell’Ufficio Legale con nota prot. 15023 del 29/05/2017 evidenziava la
presenza di contenzioso con un’alta probabilità di soccombenza per € 1.010.000,00 e la
presenza di provvedimenti giudiziari esecutivi o provvisoriamente esecutivi senza la
prescritta copertura finanziaria per complessivi € 1.230.469,34;
Il Responsabile del Settore I con nota prot. 15245 del 31/05/2017, pur non segnalando
debiti fuori bilancio, indicava impegni finanziari non saldati per mancanza di provvista
finanziaria per complessivi € 610.054,56;
Il Responsabile del Settore III con nota prot. 3741 dell’08/02/2017 segnalava l’esistenza di
spese effettuate in violazione delle ordinarie procedure di spesa per € 4.885,79 e una serie di
impegni finanziari che seppur riportati in determinazioni del settore non hanno ricevuto
ancora il visto contabile per € 68.454,00;
Il Responsabile dei Settori IV e V con nota 15417 del 05/06/2017 segnalava una grave e
preoccupante situazione finanziaria caratterizzata dalla presenza di impegni finanziari
pregressi non pagati per carenza di provviste liquide per complessivi € 4.179.321,76, di debiti
fuori bilancio riconosciuti e non finanziati per complessivi € 161.867,80 e di spese effettuate
in violazione delle ordinarie procedura di spesa per un ammontare complessivo di €
13.606.991,40. Nella stessa nota il Responsabile segnala altresì il rischio di decertificazione delle spese effettuate dall’ente a valere sui finanziamenti PISU per n. sette appalti sugli otto finanziati
nonché di quelle a valere sui finanziamenti cd “Contratti di quartiere 2” stimato in circa €
25.000.000,00 per cui è stato fatta segnalazione OLAF .
Il Responsabile del Settore 6 con nota prot. 15076 del 30/05/2017 evidenziava un
fabbisogno finanziario di € 192.908,73 per precedenti impegni non soddisfatti, per la più
volte citata deficienza di cassa, ed di € 53.061,36 per spese effettuate in violazione delle
ordinarie procedura di spesa ;
Il Responsabile del Settore VII con nota prot.15388 del 05/06/2017 ha segnalato un
fabbisogno finanziario in termini di cassa per complessivi € 1.184.250,68 collegato ad
impegni risalenti all’esercizio 2014 e non soddisfatti per carenza di provvista finanziaria, ed
un fabbisogno per complessivi € 32.888,14 per spese effettuate in violazione delle ordinarie
procedura di spesa ;
Dalle segnalazioni come sopra richiamate emerge il seguente quadro :
Fabbisogno finanziario (censito a partire dall’esercizio 2014) derivante da provvedimenti di
impegno e/o liquidazione di spesa …………………………………………. € 6.396.857,53##
spese effettuate in violazione delle ordinarie procedura di spesa …… € 14.928.296,00
Alta probabilità di soccombenza in giudizi in corso ………………………. € 1.010.000,00
Rischio decertificazioni contributi comunitari per……….………………… € 25.000.000,00
E ancora:
esistenza di provvedimenti esecutivi o provvisoriamente esecutivi;
trend negativo della capacità di riscossione (34,88% nel 2010-12,93% nel 2015), riscossione che si abbassa drammaticamente quando si parla di tassa sui rifiuti, con percentuali prossime allo 0 nel 2010-2011.
Il crack di un Comune produce una serie di effetti a cascata che irrigidiscono l’operatività dell’ente producendo conseguenze anche sulla vita dei cittadini, soprattutto in ambito economico-sociale. Conseguenze per gli amministratori considerati colpevoli di aver causato il default.
Dalla data di dichiarazione di dissesto e fino all’approvazione del rendiconto non possono essere intraprese o proseguite azioni esecutive nei confronti del Comune per i debiti che rientrano nella competenza dell’organo straordinario di liquidazione. Le procedure esecutive pendenti alla data di dichiarazione di dissesto, nelle quali sono scaduti i termini per l’opposizione giudiziale da parte dell’ente, sono dichiarate estinte d’ufficio dal giudice con inserimento nella massa passiva dell’importo dovuto a titolo di capitale, accessori e spese. I debiti insoluti a tale data e le somme dovute per anticipazioni di cassa già erogate non producono più interessi. Il Comune che va in dissesto non può contrarre mutui e non può impegnare per ciascun intervento somme complessivamente superiori a quelle definitivamente previste nell’ultimo bilancio approvato, comunque nei limiti delle entrate accertate.
Per le imposte e le tasse locali, diverse dalla tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, le aliquote e le tariffe di base vengono innalzate nella misura massima consentita: la delibera non è revocabile e ha efficacia per 5 anni. Per la tassa smaltimento rifiuti solidi urbani, gli enti che hanno dichiarato il dissesto devono applicare misure tariffarie che assicurino complessivamente la copertura integrale dei costi di gestione del servizio.
Gli amministratori che la Corte dei Conti riconosce responsabili dei danni cagionati nei 5 anni precedenti il verificarsi del dissesto finanziario, non possono ricoprire, per un periodo di 10 anni, gli incarichi di assessore, di revisore dei conti e di rappresentante di enti locali presso altri enti, istituzioni e organismi pubblici e privati. I sindaci ritenuti responsabili, inoltre, non sono candidabili per un periodo di 10 anni. Conseguenze non solo sul piano politico ma, purtroppo, anche su quello sociale: con il dissesto si ha infatti un ridimensionamento della spesa per i costi del lavoro e il collocamento in disponibilità del personale eccedente. L’ente è obbligato a rideterminare la dotazione organica dichiarando eccedente il personale comunque in servizio e in sovrannumero rispetto ai rapporti medi dipendenti-popolazione. La spesa per il personale a tempo determinato deve essere ridotta a non oltre il 50% della spesa media sostenuta a tale titolo per l’ultimo triennio. I contratti a tempo determinato di dirigenti, alte specializzazioni o funzionari dell’area direttiva sono risolti di diritto.
SEGUONO AGGIORNAMENTI.