Gioia Tauro, il ghetto Ciambra: “barcone” sulla terraferma La denuncia di Antonio Marziale, Garante dell'Infanzia e dell'Adolescenza della Regione Calabria, sui 160 bambini rimasti senza bus - GUARDA IL REPORTAGE
Gioia Tauro, ancora problematiche nel quartiere “Ciambra”. La denuncia di Antonio Marziale, Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Regione Calabria. GUARDA IL REPORTAGE
Il Garante per l’Infanzia della Regione Calabria, Antonio Marziale, rende nota la lettera aperta che si riporta qui di seguito integralmente, indirizzata al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Presidente del Consiglio dei Ministri, Paolo Gentiloni, al Ministro dell’Interno, Marco Minniti, al Presidente della Regione, Mario Oliverio, all’Assessore al welfare e alle politiche sociali, Federica Roccisano, al presidente del Consiglio regionale, Nicola Irto, al Prefetto di Reggio Calabria, Michele Di Bari, al sindaco della Città Metropolitana, Giuseppe Falcomatà, ai consiglieri e Assessori della Regione Calabria, alla deputazione calabrese al Parlamento, ai deputati al Parlamento europeo della circoscrizione Centro-Sud ed all’Autorità Garante nazionale per l’Infanzia e l’adolescenza, Filomena Albano.
“Mi sono recato ieri, primo maggio 2017, presso il quartiere Ciambra di Gioia Tauro, che ebbi occasione di visitare già lo scorso anno – scrive Marziale – per constatare lo stato di assoluta indigenza e inciviltà, oltre che incuria, in cui versano 160 sventurati bambini per lo più in tenera età. La situazione, rispetto all’anno scorso, è notevolmente peggiorata: i cumuli di immondizie sovrastano le abitazioni e si allungano per svariate centinaia di metri, o forse di chilometri. I residenti ogni sera bruciano i rifiuti in prossimità del fiume Petrace, recando un danno ambientale di non poco conto ai mari di Gioia Tauro e limitrofi, oltre che all’intera cittadinanza, visto e considerato che il fumo si propaga per tutta l’area sovrastante la città. Da tenere anche in debita considerazione che, tra i rifiuti, mi sono stati mostrati atti su fogli intestati del Comune di Gioia Tauro.
Le abitazioni sono pervase nelle fondamenta da acqua melmosa, le fogne sono a cielo aperto, le strade non esistono e l’impianto di pubblica illuminazione è allo sfascio. Le abitazioni sono inoltre al limite del crollo e mancanti di infissi. Tanti altri sono i dettagli che dovrei illustrare, ma che per ragioni di spazio e tempo in questa sede ometto. L’anno scorso ottenni dall’Amministrazione Comunale in carica che i pulmini andassero a prelevare i bambini e li portassero a scuola, onde evitare l’annosa e comprensibile dispersione scolastica. I bambini hanno regolarmente frequentato la scuola durante l’anno fino ai primi di aprile, allorquando il Commissario prefettizio, Domenico Fichera, non ha potuto pagare l’assicurazione dei mezzi e i bambini hanno ormai perso quasi un mese di scuola.
Sempre l’anno scorso l’Amministrazione Comunale impiantò una struttura abitativa per consentire al parroco, don Antonio Scordo, su sua esplicita richiesta di assistere i bambini con doposcuola ed altre attività socializzanti. Lo stesso, da me incontrato ieri nella sua parrocchia, mi ha riferito che le ha utilizzate poco perché troppo piccole. Allo stesso ho chiesto di cominciare a frequentarle indipendentemente dalle dimensioni. Rimanendo a disposizione delle Autorità preposte per qualsiasi altra forma di informazione e collaborazione, chiedo che tutti insieme si faccia uno sforzo per ripulire quel quartiere ed interessarsi di quei bambini, non già in fase emergenziale, bensì ordinaria e continuativa, in quanto versano in condizioni che gridano vendetta al cospetto di Dio e degli uomini.
Tutte le Istituzioni conoscono – o dovrebbero conoscere – il perenne dramma della Ciambra, dove ovviamente si annidano forme di illegalità diffuse che non è possibile contenere se lo Stato, prima di rivendicare il rispetto della Legge, non provvede a rispettare i diritti di quei bambini.
Non esistono più alibi e la dignità di quei bambini non può continuare ad essere soggiogata dalla mancanza di soldi, da un debito – a me dichiarato dal Commissario prefettizio reggente – di dimensioni stratosferiche.
D’accordo con lo stesso Commissario provvedo stamattina, con il mio Ufficio, a pagare l’assicurazione ma pretendendo che già domani mattina i bambini tornino a fruire dei mezzi e frequentino la scuola sollecitando la stessa a monitorare con scrupolo casi di eventuali dispersione e volermeli comunicare nell’immediato.Ringrazio la Prefettura di Reggio Calabria, nelle persone di S.E. il Prefetto Michele Di Bari e del Capo di Gabinetto, Patrizia Adorno, per la preziosa e fondamentale collaborazione e fido in tutte le Istituzioni che quei bambini, prima possibile e senza ulteriori angherie, possano conoscere per la prima volta nella loro vita che cosa sia la dignità e soprattutto che cosa sia lo Stato.”
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