Gioia Tauro, monta la protesta dell’istituto “Severi” Chiesto un incontro alla Provincia per risolvere le problematiche
di Domenico Latino
GIOIA TAURO – Qualcuno ascolti la voce del “Severi”. Una scuola d’eccellenza che in questi ultimi anni ha contribuito alla crescita del territorio guadagnandosi sul campo attestati di merito a livello nazionale, grazie soprattutto alle tante iniziative di alternanza lavoro. Forse anche per questo, l’istituto, guidato dal preside Giuseppe Gelardi, sta registrando un “boom” d’iscrizioni senza precedenti: sono infatti circa 1400 gli alunni che frequentano i vari corsi d’indirizzo, con un bacino di utenza proveniente da tutta la Piana, e ben 17 le prime classi formate a settembre.
L’esigenza di nuovi spazi, soddisfatta solo in parte e con notevoli disagi dalla collocazione di due sedi distaccate, ha fatto sì che i laboratori, indispensabili per la formazione tecnica degli alunni, venissero adibiti ad aule. Diversi gli incontri con il presidente della Provincia, Raffa il quale aveva assicurato che entro al fine di ottobre sarebbero stati consegnati i lavori di un nuovo edificio in via Trento. Ad oggi, però, pare non siano neppure iniziati. È così che, ieri mattina, centinaia di studenti sono scesi in piazza per rivendicare i propri diritti con un corteo che si è snodato per le vie principali della città fino a concludersi davanti a palazzo Sant’Ippolito, dove erano in programma le celebrazioni per la giornata dell’Unità nazionale e delle Forze Armate. Ad attenderli il sindaco Pedà che ha ribadito vicinanza e massimo impegno: “il “Severi” è l’orgoglio di Gioia: dobbiamo tutelarlo nel migliore dei modi – ha dichiarato – rivoluzione culturale significa anche avere degli istituti all’avanguardia che possano preparare i nostri studenti al futuro. Abbiamo chiesto un appuntamento alla Provincia per capire come dipanare la situazione”. Non ha celato il forte rammarico, il dirigente Gelardi: “al presidente Raffa e al suo staff – ha rimarcato – sarà sfuggita di mano la situazione. Le soluzioni tampone non servono più: i ragazzi finora hanno sopportato ma gli alunni che frequentano plessi distanti chilometri da quello centrale dove ci sono laboratori, palestre, auditorium non possono essere figli di un Dio minore. Ho preso l’impegno con Raffa e la responsabile di settore, Alessandra Sarlo di parlare con i rappresentanti d’Istituto e dei genitori raccomandano loro di sospendere lo sciopero: domani (oggi ndr) al “Severi” si farà lezione ma lunedì aspettiamo una loro visita a scuola”.
Comprensibilmente preoccupati anche i ragazzi: “Le classi seconde non hanno un vero e proprio edificio e i nostri laboratori sono stati smantellati per trovar loro una sistemazione – spiegano i rappresentanti Alex Iannì e Sara Mardecheo – a giugno dovremmo fare gli esami di Stato che richiedono delle prove pratiche”. Giusy D’Agostino, rappresentante della Consulta frequenta l’indirizzo biotecnologie sanitarie: “svolgo più di undici ora a settimana di biologia – spiega – passarle in classe senza usare i laboratori è avvilente. Quando abbiamo visitato la struttura di via Trento sembrava tutto a posto: era già agibile e il presidente Raffa, insieme a un ingegnere della Provincia, ci aveva assicurato che i lavori si sarebbero conclusi entro fine ottobre. Non solo non sono mai iniziati ma non è nemmeno stato presentato un progetto e addirittura neanche il contratto di locazione”. Flaviana Rosina e Girolamo Reitano hanno infine esternato i disagi di molti studenti: “ci sono difficoltà anche con i trasporti – evidenziano – chi viene da fuori deve fare due chilometri a piedi per raggiungere la sede sulla SP1, quando piove arrivano inzuppati. Gli orari degli autobus non combaciano: la mattina si fa sempre tardi e per il ritorno bisogna uscire venti minuti prima perdendo ore di lezione che non vengono recuperate”. I ragazzi hanno ribadito che in mancanza di novità riprenderanno uno sciopero ad oltranza che potrebbe trasferirsi in piazza Italia a Reggio Calabria.