Gioia Tauro piange i suoi giovani morti Ieri un incidente stradale ha spezzato la vita a 4 ragazzi
di Domenico Latino
GIOIA TAURO – Certe notizie levano il fiato, ti bloccano le gambe, spengono gli occhi, uccidono i sorrisi, ti chinano il capo; anche il tempo si fa cupo, è sempre così. Non si è mai visto il sole dopo una disgrazia, ogni volta è come se si nasconda per pudore, e anche se ci fosse, non se ne accorgerebbe nessuno. È davvero dura trovare le parole giuste per l’immane tragedia che ieri, in un’alba che non è degna di portare questo nome, ha colpito l’intera comunità gioiese. Il fatto è che non esistono parole giuste: che vuoi dire di quattro vite recise nel fiore della gioventù? Quale conforto dare a quattro famiglie devastate dal dolore? Ma qualcosa bisogna pur scriverla per descrivere il silenzio surreale che in queste ore ha avvolto il capoluogo della Piana. Silenzio nei bar, silenzio nei supermercati, silenzio tra le vie del centro, silenzio al Comune. Stride, eccome se stride, con le urla strazianti di parenti e amici che singolarmente o a gruppi si sono riversati all’obitorio dell’ospedale di Vibo. Pure il traffico quotidiano all’uscita delle scuole si snoda in modo composto. Non un clacson, non una voce, sono ammutoliti anche i bambini. A qualcuno di loro la maestra lo ha detto in classe che questa è una delle pagine più nere che la città ricordi. Ovunque volti segnati dalla smorfia più amara, ognuno si riconosce in quei poveri genitori, stringe al petto i propri figli: ecco, ieri è stata la giornata delle carezze, chissà quante ne avremo dispensate trattenendo il respiro. Che qualcosa non andava lo si era capito già dalle primissime ore del mattino quando i telefoni di amici e conoscenti hanno cominciato a squillare, a casa cresce l’apprensione per quei letti ancora vuoti. Lo resteranno per sempre. Da metà mattinata il tam tam scorre su “Whatsapp”: ci si chiede chi siano quei due ragazzi di Gioia morti in un incidente. Le vittime sono invece quattro, il terribile schianto si è verificato sull’A3 nei pressi di Mileto. Si fanno i primi cognomi: Canerossi e Calderazzo. Sarebbero stati identificati. “C’è anche il figlio di Carrozza” – si ipotizza. “E Speranza, della pizzeria”. Un bollettino di guerra che purtroppo trova conferma di lì a poco. Su Facebook iniziano a comparire le foto degli sfortunati, si cercano i loro profili, i post di cordoglio si susseguono strazianti, gli utenti gioiesi listano le loro pagine a lutto. Poi le tremende immagini della Fiat 500, un groviglio di lamiere, e di quei corpi riversi sull’asfalto, coperti da quel crudele lenzuolo bianco. Di Marzio avevamo scritto qualche anno fa come un giovane studente meritorio del Tecnico “Severi”, eletto rappresentante d’Istituto con un suffragio talmente alto da immaginare per lui traguardi importanti anche in politica. Si profilavano infatti le Comunali. Molti lo avevamo visto crescere. Alla fine degli anni ’90, infatti, il padre gestiva una nota rosticceria da asporto – ritrovo di un’intera generazione – di fronte piazza dell’Incontro. Correndo e giocando spensierato intorno ai noi adolescenti di fine millennio, era diventato una sorta di mascotte. Gli amici lo ricordano particolarmente felice quando, insieme alla fidanzata Diana, portava il fratellino Loris in spiaggia. Amava molto stare in compagnia e alle feste era unico nel far divertire gli altri. Giuseppe invece voleva diventare come il suo idolo, “Neymar”, grande fuoriclasse del Barcellona e, intanto, mentre sognava, dava una mano al padre al lavoro, in pizzeria giù alla Marina. Il quartiere più colpito da questa sventura. Fortunato era la persona più buona e dolce del mondo: rispettoso, pieno di vita, umile, scherzoso. Francesco era figlio unico. Ma insieme erano incredibili, fantastici. Quattro gemelli siamesi. Lo stesso sarà in cielo. Il sindaco di Gioia, Pedà nel sottolineare l’importanza di stringersi in un momento di riflessione e preghiera ha proclamato il lutto cittadino per il giorno dei funerali: “è un dolore che acceca e stravolge, l’uomo non può nulla se non conservare il culto della memoria” – si legge in un comunicato ufficiale. Sentimenti di costernazione sono stati manifestati anche dal presidente della Provincia Raffa e dal consigliere regionale, Sebi Romeo. In serata, all’interno della chiesa “Maria SS di Portosalvo” si è svolta una commossa e partecipata veglia. Fuori piove a dirotto, non poteva essere altrimenti. A Dio ragazzi, Gioia piange i suoi figli.