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Gioia Tauro, scoppia la “grana” Toscano nella giunta Pedà

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E’ passato poco più di un anno dall’insediamento della nostra amministrazione e credo sia giunto il momento di elaborare e presentare alla pubblica opinione una analisi franca e libera di quanto fatto. In primo luogo voglio ribadire come molte priorità veicolate durante la campagna elettorale siano poi state effettivamente concretizzate; il sindaco Pedà, ad esempio, aveva a più riprese promesso di realizzare una netta discontinuità con il passato, facendosi perciò garante di un rinnovamento generazionale chiamato ad interpretare una nuova e diversa stagione politico-amministrativa.

La composizione della giunta è infatti figlia del coraggio del sindaco, dimostratosi nelle scelte pienamente autonomo, libero e non condizionabile. Governare quando si riceve una forte investitura personale rappresenta un dovere morale e un atto di responsabilità verso la collettività. Ma responsabilità verso i propri concittadini non è sinonimo di temerarietà o attaccamento al potere, per cui ritengo che la parte più avanguardista dell’elettorato gioiese e non solo abbia nel tempo apprezzato alcune posizioni forti assunte dal neosindaco, dichiaratosi ripetutamente pronto a “tornare alle urne” nel caso in cui le condizioni per una “serena navigazione” fossero per un motivo o per un altro venute improvvisamente meno.

Puntare su una nuova classe dirigente, avulsa da scorie di un passato che nessuno rimpiange, però di per sé non basta. L’amministrazione di una città complicata come Gioia Tauro richiede anche qualità specifiche in merito alla identificazione delle priorità da aggredire e alla consequenziale pianificazione di coerenti strategie di intervento. Noi dobbiamo però dirci con estrema franchezza che, fino ad oggi, abbiamo faticato a garantire una ottimale ordinaria amministrazione, palesando lacune evidenti specie in alcuni settori strategici ritenuti fondamentali dalla cittadinanza.

In compenso abbiamo brillato in tutto ciò che è “straordinario”, facendo nuovamente di Gioia Tauro il naturale punto di approdo di moltissime eccellenze nazionali e internazionali che stimolano il senso critico dei cittadini e permettono il risveglio di una consapevole coscienza collettiva. Ma questo è il momento di migliorare le cose che vanno migliorate, non di farci i complimenti da soli. Quali la cause di alcune lentezze e/o inefficienze? Io credo che l’aver puntato su una giunta composta da “novizi” (me compreso) abbia fatto scaturire nell’animo del sindaco una sorta di “sindrome protettiva”, utile nella misura in cui aiuta il singolo a maturare gradualmente senza correre il rischio di andare a sbattere; dannosa allorquando finisce per paralizzare e frustrare totalmente la libertà di scelta dei singoli assessori, vissuti perlopiù come meri esecutori di scelte di indirizzo politico che, quand’anche minute, devono sempre essere preventivamente e ufficialmente “calate dall’alto”.

Alimentare il caos serve a quelli che, volendo in maniera dissimulata esercitare il comando in maniera totalizzante, si pongono sempre quale necessitato punto finale di mediazione di incomprensioni prima di fatto volutamente favorite. Ecco, io credo che questo modello di governance- che alla lunga non ha mai portato fortuna a tutti quelli che lo hanno praticato- non sia per nulla funzionale al raggiungimento degli obiettivi. Se Pedà, sulla cui sensibilità democratica non nutro dubbi, crede che alcune o tutte le componenti del suo esecutivo non siano ancora pronte per affrontare in autonomia il difficile compito, provveda al più presto a favorire l’azzeramento dell’attuale Giunta e la contestuale nomina di un nuovo esecutivo composto da figure con una più marcata esperienza politica; in caso contrario responsabilizzi gli attuali assessori invitandoli ad assumere, ognuno nel suo specifico ambito di pertinenza, le responsabilità sostanziali derivanti dalla formale assunzione del ruolo.

Una decisione però, in un senso o nell’altro, va presa perché non si può all’infinito restare in mezzo al guado. Per quanto mi riguarda personalmente preciso infine che, pur essendo onorato di ricoprire attualmente l’incarico di assessore alla Cultura, mi riservo per il prossimo futuro l’obiettivo di servire l’interesse generale più nell’ambito strettamente politico-ideologico (che mi appassiona molto di più) che non in quello amministrativo in senso stretto. Le posizioni personali lasciano il tempo che trovano. Ora è indifferibile indirizzare la rotta perché, come diceva Seneca, “nessun vento è buono per il marinaio che non sa dove andare”. Le condizioni per ripartire subito su basi più forti e con rinnovato slancio ed entusiasmo ci sono tutte. Basta volerlo.