Giorgio Demasi arrestato a Torino
redazione | Il 26, Apr 2011
Operazione “Crimine” un altro latitante in manette
Giorgio Demasi arrestato a Torino
Operazione “Crimine” un altro latitante in manette
Arrestato a Torino dalla Polizia di Stato il boss della ‘Ndrangheta DEMASI Giorgio, nato a
Marina di Gioiosa Jonica (RC) il 6 maggio 1952, alias “U Mungianisi”, ricercato dal Luglio del 2010 poiché sfuggito alla cattura del provvedimento restrittivo emesso nei suoi confronti e scaturito nella nota operazione antimafia denominata “CRIMINE”.
Il DEMASI, membro della cosiddetta “Provincia” della ‘Ndrangheta reggina, ai vertici del locale di Gioiosa Jonica, era stato colpito dal provvedimento di Fermo di indiziato di delitto nr. 1389/2008 R.G.N.R. emesso in data 9 Luglio 2010 poiché ritenuto responsabile del reato di associazione a delinquere di tipo mafioso. In particolare, unitamente ad altri coindagati, tra cui COMMISSO Giuseppe detto il “mastro”
A) Del reato di cui all’ art. 416 bis commi 1, 2, 3, 4, 5 e 6 c.p., per aver fatto parte, con altre persone allo stato non ancora individuate, nonché con, tra gli altri, PELLE Giuseppe, FICARA Giovanni, MORABITO Rocco cl. 60, LATELLA Antonino, PESCE Vincenzo, PESCE Antonino, PESCE Francesco, IAMONTE Carmelo, URSINO Antonio (nei cui confronti si procede separatamente) dell’associazione mafiosa denominata ’ndrangheta, operante sul territorio della provincia di Reggio Calabria, del territorio nazionale ed estero costituita da molte decine di locali, articolate in tre mandamenti e con organo di vertice denominato “Provincia”, associazione che si avvale della forza d’intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva, allo scopo di:
• commettere delitti in materia di armi, esplosivi e munizionamento, contro il patrimonio, la vita e l’incolumità individuale, in particolare commercio di sostanze stupefacenti, estorsioni, usure, furti, abusivo esercizio di attività finanziaria, riciclaggio, reimpiego di denaro di provenienza illecita in attività economiche, corruzioni, favoreggiamento latitanti, corruzione e coercizione elettorale, intestazione fittizia di beni, ricettazione, omicidi;
• acquisire direttamente e indirettamente la gestione e/o controllo di attività economiche, in particolare nel settore edilizio, movimento terra, ristorazione;
• acquisire appalti pubblici e privati;
• ostacolare il libero esercizio del voto, procurare a sé e ad altri voti in occasione di competizioni elettorali, convogliando in tal modo le preferenze su candidati a loro vicini in cambio di future utilità;
• conseguire per sé e per altri vantaggi ingiusti.
• Con l’aggravante per essere l’associazione armata,
• Con l’aggravante che le attività economiche di cui gli associati intendono assumere o mantenere il controllo sono finanziate in tutto o in parte con il prezzo, il prodotto, il profitto di delitti;
Con la precisazione che si tratta di reato transnazionale ex art. 3 lett. B) e C) l. n. 146/2006 in quanto commesso in Italia, in Australia, Canada, Germania e Svizzera, da gruppo criminale organizzato impegnato in attività criminali in più di uno stato.
Ed in particolare:
LOCALE DI GIOIOSA IONICA
DE MASI Giorgio, in concorso con URSINO Antonio (nei confronti del quale si procede separatamente)
con la qualità di capi e organizzatori, dirigendo e organizzando il sodalizio, assumendo le decisioni più rilevanti, impartendo le disposizioni o comminando sanzioni agli altri associati a lui subordinati, decidendo e partecipando ai riti di affiliazione curando rapporti con le altri articolazioni dell’ associazioni, dirimendo contrasti interni ed esterni al sodalizio, del locale di Gioiosa Ionica.
Significative, sotto questo aspetto, le numerose conversazioni ambientali registrate all’interno della lavanderia “APE GREEN”, tra lo stesso e COMMISSO Giuseppe cl. 1947, alias “U Mastru”, esponente di spicco dell’omonima famiglia Sidernese, ove i due discutevano in ordine agli assetti della ‘ndrangheta della Provincia di Reggio Calabria ed in particolare sui “locali” esistenti nella piana di Gioia Tauro.
Titolare del negozio di abbigliamento “Sposa Chic” sito in Viale delle Rimembranze a Gioiosa Jonica, più volte arrestato per il reato di associazione di stampo mafioso, associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, rapina, furto, porto abusivo di armi da fuoco.
In passato, era stato oggetto di numerose importanti operazioni di Polizia, tra cui si annoverano l’operazione “Sant’Ambrogio” (Proc. Pen. 130/99 RGNR DDA) e l’operazione “Zagara” (Proc. Pen. Nr. 61/92 RGNR DDA e 71/93 RGGIP DDA scaturito dalle dichiarazioni del boss JERINO’ Vittorio) in cui il DEMASI era stato individuato tra i promotori ed organizzatori dei gruppi criminali facenti capo alla famiglia URSINO.
Le indagini condotte dalla Polizia di Stato ed in particolare dagli uomini della Squadra Mobile di Reggio Calabria e dal Commissariato di Siderno, coordinati dal Procuratore Capo Dott. PIGNATONE e dal Sostituto Procuratore della D.D.A. del capoluogo reggino Dr. Antonio DE BERNARDO, venivano avviate nei giorni immediatamente successivi alla sottrazione del DEMASI al provvedimento di Fermo emesso nei suoi confronti, periodo in cui gli investigatori calabresi esercitavano una costante attività di ricerca, che induceva il ricercato ad allontanarsi dalla Calabria per trovare rifugio a Torino.
Le attività di ricerca si concentravano, quindi, in quel centro piemontese ove, con la collaborazione attiva dagli uomini dalla Squadra Mobile di Torino, il latitante veniva localizzato proprio alla vigilia di Pasqua.
Seguendo gli spostamenti di uno dei suoi fiancheggiatori, il cugino DEMASI Rocco, venivano organizzati servizi di pedinamento ed appostamento che consentivano di addivenire alla cattura del latitante nella serata del 23 aprile.
Alle ore 21.00 circa, infatti, in conseguenza della frenetica attività investigativa in atto, si accertava che il DEMASI Rocco, a bordo della propria autovettura Alfa Romeo 159, si recava in Piazza Eugenio Montale, ove prelevava un individuo immediatamente riconosciuto nel latitante Giorgio .
A tal punto, in virtù di una completa sinergia investigativa tra il personale reggino e quello torinese, scattava il blitz.
Giunti all’altezza del civico 15 di quel Corso Emilia, gli Agenti “blindavano” la 159 e procedevano immediatamente all’arresto del ricercato che, pur possedendo un documento di identità contraffatto ed intestato a terza persona, riferiva immediatamente agli investigatori di essere DEMASI Giorgio.
Significativa l’esclamazione del ricercato nell’attimo stesso in cui le autovetture civetta si affiancavano alla loro autovettura costringendoli ad arrestare la marcia, che, resosi immediatamente conto di ciò che stava accadendo proferiva testualmente: “…N’ DATTACCARU…”, ossia: “ CI STANNO ARRESTANDO”.
Nella circostanza, veniva tratto in arresto per il reato di favoreggiamento personale anche il cugino DEMASI Rocco.
Gli arrestati venivano successivamente condotti presso gli Uffici della Squadra Mobile di Torino per gli atti di rito e di seguito associati alla Casa Circondariale di Torino “LO RUSSO E CUTUGNO”.