Giornata infanzia, l’intervento del presidente dell’Ami "Oggi serve attivarsi seriamente per migliorare la qualità della vita di tutti i bambini e soprattutto di quelli bisognosi di cure sanitarie"
Quanti sono ancora i diritti dell’infanzia negati: diritto alla salute, diritto allo studio, diritto alla pace, diritto a una vita con standard di qualità che garantiscano un’esistenza dignitosa, diritto al superamento della povertà, della fame, dell’emarginazione, diritto a essere cittadini del mondo.
Se osserviamo i bambini italiani, a causa della grave crisi economica che ci investe, ci si rende conto che un minore su tre è a rischio povertà e ad esclusione sociale, mentre un bambino su venti non possiede giochi e uno su dieci non può praticare sport o frequentare corsi extrascolastici.
E che dire dei bambini portatori di handicap gravi? Sono ancora tanti i loro diritti negati e per i quali ogni anno ci si ritrova ancora a promuovere azioni legali: diritto all’integrazione scolastica con il supporto del docente di sostegno, diritto all’assistente alla comunicazione, all’educatore, diritto alla mobilità. Per non parlare, poi, del loro diritto alla salute e alla riabilitazione, che spesso viene sopraffatto da liste d’attesa interminabili, che annullano le finalità stesse delle cure, che purtroppo, molte volte, giungono troppo tardi perché si possa pervenire a un efficace risultato.
Eppure l’articolo 24 della Convenzione dei diritti dell’Infanzia dispone che “Gli Stati parti riconoscono il diritto del minore di godere del miglior stato di salute possibile e di beneficiare di servizi medici e di riabilitazione. Essi si sforzano di garantire che nessun minore sia privato del diritto di avere accesso a tali servizi”.
Ma la realtà è lontana anni luce da tale statuizione.
Oggi serve attivarsi seriamente per migliorare la qualità della vita di tutti i bambini e soprattutto di quelli bisognosi di cure sanitarie, che devono arrivare in tempi congrui per ottimizzarne gli effetti terapeutici.
Ma ci sono anche nel mondo tanti bambini a cui è stata negata la spensieratezza e la gioia di vivere dei loro verdi anni: i bambini soldati, gettati nella cruenta mischia di guerre fratricide di cui non comprendono né il senso, né il fine, ma di cui subiscono tutte le spietate e luttuose conseguenze.
Non si può certo pensare a tali tragedie esclusivamente il 20 novembre per poi ricadere dal giorno successivo in un’atavica apatia.
E che dire poi della piaga della pedofilia? Tanto si sta facendo per debellarla, ma ancora moltissimo dev’essere effettuato per salvaguardare l’integrità psicofisica dei bambini e tutelarli dai cosiddetti “orchi”, che purtroppo, a volte, sono familiari o persone di cui i minori si fidano. È necessario che l’omertà finisca e che si tutelino concretamente i minori contro ogni tipo di violenza e di sfruttamento.
È fondamentale anche che i bambini vedano salvaguardato il diritto alla bigenitorialità quando i loro genitori si separano. Così come bisogna bandire i conflitti e pensare esclusivamente al benessere dei figli, che mai devono diventare strumenti di belligeranza, da utilizzare al fine di boicottare uno dei due genitori, manipolandoli e invischiandoli nelle loro guerre giudiziarie.
I bambini, per il loro benessere psicofisico, hanno bisogno di entrambe le figure genitoriali, di averli vicini e di poter contare sul loro affetto, sulle loro cure, sulla loro assistenza ed educazione.
Bisogna agire fattivamente ogni giorno nell’interesse dei minori, consapevoli che il minore “ai fini dello sviluppo armonioso e completo della sua personalità deve crescere in un ambiente familiare in un clima di felicità, di amore e di comprensione”, come recita il Preambolo della stessa Convenzione.
È un nostro precipuo dovere riuscirci, per salvaguardare la loro crescita da disfunzioni relazionali e da problematiche emotivo-affettive.
Margherita Corriere, presidente Ami Calabria