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TAURIANOVA (RC), VENERDì 29 NOVEMBRE 2024

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Giornata storica per l’ambiente: stop all’uso del glifosato La UE vieta l'uso di questo pesticida, anche conosciuto con il nome commerciale Roundup, uno dei più utilizzati diserbanti nel mondo

Giornata storica per l’ambiente: stop all’uso del glifosato La UE vieta l'uso di questo pesticida, anche conosciuto con il nome commerciale Roundup, uno dei più utilizzati diserbanti nel mondo
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Giornata storica per l’ambiente. Il Parlamento Europeo ha convalidato il divieto
dell’uso di pesticidi contenenti glifosato. Lo ha dichiarato venerdì l’ufficio del
Ministro del Governo di Bruxelles, con delega alla qualità della vita Céline Fremault
(cdH), su iniziativa della proposta adottata in questa direzione dai ministri giovedì.
Il glyphosate, in italiano glifosate o glifosato (N-(fosfonometil)glicina, C3H8NO5P),
sottolinea Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”,
è un analogo aminofosforico della glicina, inibitore dell’enzima 5-enolopiruvil
shikimato 3-fosfato sintasi (EPSP sintasi), noto come erbicida totale (non selettivo),
di cui Monsanto possedeva il brevetto di produzione, scaduto nel 2001. Il glifosato
è spesso erroneamente associato alla categoria dei cosiddetti prodotti “seccatutto”,
cioè a quei principi attivi non selettivi (risultano tossici per tutte le piante)
come i dipiridilici, assorbiti per via fogliare. In realtà il glifosato, a differenza
di altri prodotti, viene assorbito per via fogliare, ma successivamente traslocato
in ogni altra posizione della pianta per via prevalentemente floematica. Questo gli
conferisce la caratteristica di fondamentale importanza di essere in grado di devitalizzare
anche gli organi di conservazione ipogea delle erbe infestanti, come rizomi, fittoni
carnosi ecc., che in nessun altro modo potrebbero essere devitalizzati.L’assorbimento
del prodotto avviene in 5-6 ore, e il disseccamento della vegetazione è visibile
in genere dopo 10-12 giorni.In Italia viene utilizzato non solo in agricoltura
ma anche per preparare i terreni dei campi da gioco come il golf ed i prati dei
campi da calcio. Già dagli anni Ottanta e Novanta l’industria chimica e i commissari
Ue hanno avuto sotto gli occhi le prove che il Roundup, il pesticida della Monsanto
più venduto al mondo e utilizzato soprattutto come complemento agli Ogm, causa malformazioni
genetiche. Ma tutti si son ben guardati dall’informare i cittadini. Questa è la
conclusione di un nuovo rapporto “Roundup and birth defects: is the public being
kept in the dark” redatto da un gruppo internazionale di scienziati e pubblicato
il 7 giugno scorso. Fin dagli Ottanta le indagini dell’industria chimica (inclusa
una commissionata dalla stessa Monsanto) mostrano che il glifosato presente nel Roundup
causa malformazioni nei feti degli animali da laboratorio. La Commissione Europea
è a conoscenza di questi risultati almeno dal 2002, quando le sono stati sottoposti
gli studi di cui sopra per l’approvazione alla commercializzazione del pesticida.
Ma queste ricerche non sono state rese pubbliche. Anche uno studio indipendente di
scienziati argentini ha mostrato come il Roundup sia responsabile di malformazioni
in rane e pollame a concentrazioni molto minori di quelle che si possono rivelare
sui campi irrorati. La ricerca era cominciata sulla base di studi sull’alto tasso
di malformazioni genetiche e cancro nella popolazione del Sud America, area dove
si fa un esteso uso di soia Ogm Roundup, creata per tollerare grandi quantità del
pesticida Roundup. Claire Robinson, coautore dello studio sul Roundup, spiega: “Sembra
che ci sia stata una deliberata volontà di coprire la verità da parte dell’industria
chimica (spiegabile ma non giustificabile) e di chi doveva controllare (inspiegabile
e ingiustificabile). Tutto ciò sulla pelle della sicurezza pubblica. Anche perché
il Roundup non viene utilizzato solo in agricoltura, ma anche nel giardinaggio, nei
parchi e nelle aree verdi delle scuole, grazie alla falsa informazione che sia sicuro”.
L’Agenzia internazionale per ricerca sul cancro del mondo organizzazione della sanità
(Iarc) ha classificato il 20 marzo 2015, cinque come pesticidi cancerogeni “probabile”
o “possibile” per gli esseri umani: malathion, diazinone, tetrachlorvinphos, paration
e glifosato.