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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 26 NOVEMBRE 2024

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Giovane ragazza sbranata da un branco di cani in Calabria, agli arresti domiciliari un pastore. L’odissea di Simona e la ricostruzione La giovane Simona Cavallaro fu aggredita dal branco nel pomeriggio dello scorso 26 agosto, i quali inizialmente erano apparsi docili

Giovane ragazza sbranata da un branco di cani in Calabria, agli arresti domiciliari un pastore. L’odissea di Simona e la ricostruzione La giovane Simona Cavallaro fu aggredita dal branco nel pomeriggio dello scorso 26 agosto, i quali inizialmente erano apparsi docili

Svolta nelle indagini a sette mesi di distanza da quel tragico pomeriggio del 26 agosto quando nelle pineta di Monte Fiorino a Satriano, la giovane Simona Cavallaro di appena 20 anni, venne aggredita e uccisa da un gruppo di cani maremmani a guardia di un gregge in un’area pic-nic.
I carabinieri hanno arrestato e posto ai domiciliari il proprietario dei cani, titolare di un’azienda zootecnia di allevamento di ovini/caprini. L’uomo è accusato del reato di omicidio colposo. L’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale è stata emessa dal Gip presso il Tribunale di Catanzaro su richiesta della locale Procura della Repubblica.
L’ipostesi accusatorio secondo i carabinieri è che la giovane era in compagnia di un ragazzo nella pineta della zona di Monte Fiorino per fare un sopralluogo per un pic-nic, quando vennero attaccati dai cani. Nella fuga, il ragazzo riuscì a chiudersi in un casolare abbandonato, perdendo però di vista la ventenne che venne invece aggredita e uccisa. A quel punto, avrebbe dato immediatamente l’allarme, ma all’arrivo dei carabinieri la ragazza era già morta per le gravi ferite riportate nell’aggressione. Nel fascicolo aperto dalla Procura di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri, vennero ricostruiti quei terribili delicati momenti. Attimi concitati, nei quali Simona Cavallaro e l’amico che si trovava con lei dovettero prendere una decisione in pochi istanti. Lui pensò di correre verso un capanno, lei verso l’auto con la quale avevano raggiunto la zona.
Tra le contestazioni figurano infatti anche i reati di introduzione ed abbandono di animali in fondo altrui, invasione di terreni e pascolo abusivo.

I particolari

La povera Simona si trovava in compagnia di una conoscente nella pinetia allo scopo di organizzare un giorno di svago la domenica successiva con gli amici. Secondo gli inquirenti sopraggiungeva un gregge di ovini accompagnati da alcuni cani i quali inizialmente si mostravano docili.
Ma solo in un secondo momento un cane avrebbe iniziato ad abbaiare contro la giovane provocando l’arrivo degli altri animali che, divenuti aggressivi, la accerchiavano costringendola alla fuga in direzione opposta al rifugio.
Il ragazzo in compagnia di Simona, spaventato avrebbe chiamato i soccorsi e allertato le forze dell’ordine
e che sarebbero arrivati dopo un’ora. I militari sono stati anch’essi costretti a difendersi dagli animali tant’è che hanno sparato dei colpi di pistola in aria.
Mentre il corpo dilaniato della giovane sarebbe stato rinvenuto da lì a poco tra gli alberi circostanti, nuovamente i militari sarebbero stati accerchiati dal branco costringendo il comandante della polizia locale ad esplodere tre colpi di pistola in aria per allontanarli.
Il pastore, Pietro Rossomanno, sarebbe arrivato intorno alle 18 secondo quanto da egli stesso dichiarato di riportare il gregge nell’azienda agricola. Ed è proprio qui che i carabinieri avrebbero trovato i cani che facevano la guardia agli ovini ed alcuni di essi avevano delle macchie rossastre sia alla testa che al collo, tant’è che si è provveduto, visti i sospetti evidenti di procedere presso il servizio veterinario dell’Asp al prelievo di una ciocca di peli di uno dei cani catturati. La comparazione con il profilo genico della ragazza consentiva di appurare che le tracce ematiche corrispondevano ad un profilo di sesso femminile perfettamente sovrapponibile a quello della vittima.