Giuseppe Longo: “Le armi chimiche al porto di Gioia Tauro? L’ennesimo fallimento di Scopelliti”
redazione | Il 22, Gen 2014
“Infastidisce oltremodo la speculare contropartita avanzata dal premier Letta tra l’uso del porto gioiese e la concessione della tanto agognata Zes, sia per la natura immorale e antietica di tale ‘baratto’, sia perché la Calabria e la Piana di Gioia Tauro in particolare sono stanche di essere considerata alla stregua di una colonia medioevale”
Giuseppe Longo: “Le armi chimiche al porto di Gioia Tauro? L’ennesimo fallimento di Scopelliti”
“Infastidisce oltremodo la speculare contropartita avanzata dal premier Letta tra l’uso del porto gioiese e la concessione della tanto agognata Zes, sia per la natura immorale e antietica di tale ‘baratto’, sia perché la Calabria e la Piana di Gioia Tauro in particolare sono stanche di essere considerata alla stregua di una colonia medioevale”
Riceviamo e pubblichiamo:
Il tavolo romano sul trasbordo delle armi chimiche siriane da effettuarsi al porto di Gioia Tauro si è rivelato, come prevedibile, un totale fallimento. La delicatissima operazione, già programmata da tempo e per impedire la quale nulla è stato fatto in tempi utili a dispetto di quanto avvenuto invece in Sardegna, verrà effettuata il mese prossimo nello scalo gioiese, nonostante la contrarietà della delegazione di politici calabresi composta, oltre che dai sindaci di Gioia Tauro e San Ferdinando, anche dal Governatore Giuseppe Scopelliti e dall’assessore regionale ai Trasporti Luigi Fedele.
Infastidisce oltremodo la speculare contropartita avanzata dal premier Letta tra l’uso del porto gioiese e la concessione della tanto agognata Zes, sia per la natura immorale e antietica di tale “baratto”, sia perché la Calabria e la Piana di Gioia Tauro in particolare sono stanche di essere considerata alla stregua di una colonia medioevale: sappiamo infatti che il Governo non potrà decidere autonomamente la concessione della Zona Economica Speciale se non in accordo con l’Unione Europea sulla base di un piano comunitario. Lo stesso Letta infatti, durante l’incontro di ieri, si è limitato alla vaga promessa di “approfondire per il porto di Gioia Tauro tutte le opportunità di sviluppo che l’ordinamento europeo consente”. Oltre al danno, dunque, di una operazione concertata (nel migliore dei casi) alle spalle degli amministratori calabresi, la beffa di un falso contentino con il quale addolcire la pillola amara somministrata al nostro territorio. È sconcertante, quindi, l’entusiasmo di Scopelliti, perché è palese l’inutile tentativo di mascherare un suo totale fallimento politico. Da questa vicenda la Calabria ne esce con le ossa rotte sotto tutti i profili, con l’aggravante di aver sottovalutato le scorse settimane quanto stava accadendo alle nostre spalle.
La presenza dell’assessore regionale Luigi Fedele al colloquio di ieri con il premier Letta e il ministro dei Trasporti Lupi, alla luce della sua candidatura alla presidenza dell’Autorità Portuale, rende inoltre spontaneo dubitare della reale utilità della trasferta romana del Presidente Scopelliti. Infatti l’assessore Luigi Fedele, proprio nei giorni scorsi, pare abbia presentato il suo curriculum agli enti che dovranno completare le terne da presentare al Ministro Lupi per la nomina del presidente dell’Autorità Portuale. Non vorremmo che il sorriso di Scopelliti all’uscita da Palazzo Chigi fosse in realtà motivato da rassicurazioni ministeriali utili a togliergli molte castagne dal fuoco a causa dei precari equilibri politici che sta vivendo la sua giunta. Non vorremmo che dietro la pantomima istituzionale sul trasbordo delle armi chimiche si sia invece giocata la partita politica sulla Presidenza dell’Autorità Portuale.
Reputiamo infatti che la nostra regione abbia bisogno nei prossimi anni di una Autorità Portuale forte, il cui presidente si dimostri indipendente da logiche di partito e strategie di rimpasto politico, ma bensì forte di una autorevolezza maturata sul terreno di una professionalità riconosciuta internazionalmente. Ovviamente nulla di personale nei confronti dell’assessore Fedele, ma corre l’obbligo di rilevare la circostanza per cui sarebbe opportuno escludere categoricamente che un membro della giunta regionale, o semplicemente un consigliere regionale, divenga presidente di un ente importante come l’Autorità Portuale, ma la sua candidatura fa credere che invece in questa direzione si stia lavorando. Nel futuro più prossimo del porto si giocherà il destino di migliaia di lavoratori e la Calabria dovrà affrontare scommesse importantissime, come quella dello sviluppo dello stesso scalo gioiese (che ha dimostrato proprio in questa occasione come la sua specificità trascenda la semplice dimensione economica), senza dimenticare l’eventuale costruzione del rigassificatore più grande d’Europa.
Per questo motivo esigiamo che la nomina del presidente dell’Autorità Portuale sia completamente sganciata da meccanismi di riassetto esclusivamente interni al centrodestra calabrese e che invece, per una volta, il principale discriminante di una scelta che non può e non deve essere politica sia il bene comune.
Consigliere provinciale Giuseppe Longo