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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 23 DICEMBRE 2024

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Gli affari milionari delle intercettazioni telefoniche e le ipotesi sulle manomissioni Le società che si occupano di questa materia, sono aziende private talvolta con un management di livello, ma anche senza dipendenti, proprietarie dei software oppure solo locatarie, con azionisti noti o con prestanome, tipo la moglie di qualche poliziotto o finanziere. Spesso non al di sopra di ogni sospetto

Gli affari milionari delle intercettazioni telefoniche e le ipotesi sulle manomissioni Le società che si occupano di questa materia, sono aziende private talvolta con un management di livello, ma anche senza dipendenti, proprietarie dei software oppure solo locatarie, con azionisti noti o con prestanome, tipo la moglie di qualche poliziotto o finanziere. Spesso non al di sopra di ogni sospetto

Di Pasquale MottaDirettore “La Novità online”

In tutte le indagini più delicate della Magistratura e non solo, anche quelle che riguardano la sicurezza dello Stato, lo strumento intercettazioni oggi risulta centrale. Soprattutto relativamente alle grandi inchieste antimafia. La tecnologia anno dopo anno ha messo nelle mani degli investigatori strumenti invasivi da far tremare le vene dei polsi. Strumenti che da tempo ormai sono oggetti di una valutazione controversa non solo nel contesto della Magistratura ma anche sul piano del dibattito politico. Il nocciolo della questione è il rischio che di tali strumenti si possa abusare. Tra i più controversi metodi di intercettazione ci sono, da un po’ di tempo, quello del Trojan o per meglio dire dell’intercettazione telematica. Lo strumento è arrivato alla ribalta attraverso le intercettazioni a Luca Palamara ex presidente della ANM e membro del CSM. Al punto che l’avvocato Luigi Panella, difensore di un altro politico e magistrato coinvolto nell’indagine, Cosimo Ferri, è arrivato a sostenere che “i dati registrati dal trojan possono essere tecnicamente accessibili, copiati e modificati «da parte di soggetti privati su server da loro gestiti». Il difensore voleva sostanzialmente evidenziare che la possibilità di un depistaggio nel caso Palamara potrebbe essere molto plausibile, una ipotesi che dovrebbe far saltare tutti sulla sedia perché a rischio ci sarebbe «la democrazia». Una ipotesi che l’avvocato Panella ha sostenuto in Commissione Giustizia al Senato, davanti alla sezione disciplinare del Csm e nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul tema delle intercettazioni. Ipotesi inquietante quella dell’avvocato Panella.
Chi intercetta?
Ma di cosa parliamo quando ci riferiamo alla gestione delle intercettazioni nelle sue articolate definizioni e dei server finalizzati a queste attività? Chi si occupa materialmente della manipolazione di questo delicato settore? E cioè di intercettare i telefoni, piazzare le microspie o apparati informatici (trojan ecc.), facendosi carico poi del riversamento dei dati raccolti? Sono aziende specializzate, certificate e selezionate dal ministero della Giustizia, verrebbe da dire. Purtroppo, non è così. La realtà è molto ma molto più inquietante e paradossale, come ha evidenziato la giornalista Milena Gabanelli in una delle sue inchieste sul tema. Le società che si occupano di questa materia, sono aziende private talvolta con un management di livello, ma anche senza dipendenti, proprietarie dei software oppure solo locatarie, con azionisti noti o con prestanome, tipo la moglie di qualche poliziotto o finanziere. Spesso non al di sopra di ogni sospetto. Ma ne parleremo in seguito.
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