“Gli affiliati ai clan si collocano fuori dalla Chiesa” Lo ha detto mons. Vincenzo Bertolone, arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace
“Gli uomini o le donne di mafia, di camorra o di ‘ndrangheta affiliati a queste organizzazioni malavitose si collocano fuori dalla Chiesa”. Lo ha detto mons. Vincenzo Bertolone, arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace e presidente della Conferenza episcopale calabra, in un’ intervista alla Radio Vaticana in merito alla pubblicazione del volume “La ‘ndrangheta è l’anti-Vangelo” edito dalle edizione Tau e che raccoglie 100 anni di documenti della Chiesa contro il crimine organizzato. “Spesso questi uomini malavitosi – ha aggiunto mons. Bertolone – continuano a partecipare alla vita delle comunità cristiane a livello di religiosità, a livello di devozione popolare, chiedono di fungere da padrini o da madrine, chiedono i sacramenti per i propri figli. In questo senso, essi scimmiottano la vera fede e quindi sono come un veleno, una zizzania nel campo del buon grano che rappresenta la Chiesa. Il buon grano non può fare da eco o da cassa di risonanza di un modo di fare pagano anche se si ammanta di pensieri biblici o del comparaggio nei sacramenti dell’iniziazione cristiana. Bisogna perciò chiedersi il motivo della coesistenza della malapianta, della zizzania appunto, cioè della criminalità organizzata nelle sue varie forme e metamorfosi con il buon grano. In questo modo la Chiesa aiuta il cristiano a non fare mai eco alle pretese e alle richieste mafiose, smascherandone piuttosto la pseudo religiosità e l’agire pagano, senza invadere il campo specifico della prevenzione e della repressione penale dei responsabili dei delitti di mafia”