Gli ex assessori regionali indagati si difendono: «Nessuna irregolarità nella gestione del Fondo di garanzia»
I dieci esponenti dell’esecutivo guidato da Loiero contestano l’accusa di peculato: «Non c’è stata distrazione di risorse, abbiamo usato uno strumento previsto dal regolamento comunitario»
CATANZARO – Rivendicano che “nessuna distrazione di risorse pubbliche destinate ad altre finalità è stata realizzata con la costituzione del Fondo di Garanzia”. Gli ex assessori regionali calabresi della giunta Loiero indagati nell’ambito dell’inchiesta sul Piano di Azione finalizzato all’inserimento nel mercato del lavoro e all’incremento occupazionale per l’anno 2008. Le fiamme gialle di Cosenza, sotto la direzione del procuratore di Catanzaro Antonio Vincenzo Lombardo e del sostituto Paolo Petrolo hanno messo in luce delle presunte condotte illecite che sarebbero state poste in essere dai componenti della giunta regionale dell’anno 2009, finiti nel registro degli indagati con l’accusa di peculato.
In una nota nota gli ex esponenti dell’esecutivo calabrese ricostruiscono la vicenda: “Il Fondo di Garanzia, previsto dal Regolamento Comunitario, è stato istituito dalla Giunta regionale per sostenere l’accesso agli incentivi all’occupazione del Piano di Azione a quelle imprese calabresi, la stragrande maggioranza, che subiscono dal sistema bancario il cosiddetto razionamento del credito. In altri termini – si fa rilevare – quelle imprese che non hanno garanzie reali da offrire alle banche per ottenere prestiti e fideiussioni”
Gli ex assessori – nell’inchiesta figurano i nomi di Domenico Cersosimo (all’epoca dei fatti vicepresidente), Damiano Guagliardi, Michelangelo Tripodi, Luigi Incarnato, Demetrio Naccari Carlizzi, Francesco Sulla, Mario Maiolo, Liliana Frascà, Silvio Greco e Mario Pirillo – citano uno studio comparato dell’Ocse sul finanziamento delle piccole e medie imprese che “conferma come, in quasi tutti i Paesi dell’Unione Europea, la crescita degli strumenti di garanzia e, tra questi i Fondi di Garanzia, ha rappresentato lo strumento privilegiato per attenuare le tensioni generate dalla crisi. E’ per questo motivo – si evidenzia nella nota – che i Fondi di Garanzia sono strumenti consolidati ed efficaci di attuazione delle politiche e di sostegno delle pmi e sono finanziati con i Fondi strutturali. Quindi, – affermano gli assessori – nessun irregolare utilizzo di fondi sarebbe stato commesso dalla Regione Calabria per avere erogato aiuti all’occupazione anche a quelle imprese, collocate in posizione utile nelle graduatorie di merito ed in regola con tutti i requisiti di legge, che hanno dovuto accedere al Fondo di Garanzia a causa del razionamento del credito, al quale sono state sottoposte dal sistema finanziario (bancario ed assicurativo)”.
Secondo gli esponenti dell’esecutivo in carica nel 2008, non è condivisibile la tesi che esiste una diretta e piena correlazione tra i fallimenti dei progetti di inserimento lavorativo e le imprese oggetto del ‘razionamento del creditò che hanno utilizzato il Fondo di Garanzia. Solo una analisi ed una valutazione finale dei risultati – si sottolinea – potrà eventualmente dimostrare una tale correlazione. Inoltre, non vi è stata alcuna violazione delle norme di contabilità per non aver mantenuto a bilancio le economie relative al Fondo di Garanzia in quanto l’intero ammontare del Fondo di Garanzia è stato impegnato, per l’intera durata, in fase di costituzione dello stesso”
Lo stesso Gip – ricordano – nel provvedimento di sequestro del fondo specifica come sia tutto da verificare il profilo del dolo in quanto trattasi di un organo collegiale. “Chiaramente – concludono – l’avviso di garanzia è un atto dovuto che nasce dal provvedimento di sequestro del Fondo di Garanzia. Assicuriamo che sarà fornito alla Magistratura ogni elemento necessario alle indagini, in spirito di collaborazione ma nella considerazione che ogni azione della Giunta regionale è stata improntata ad assoluta correttezza e con la finalità esclusiva di sostenere le imprese in un momento di grave crisi, con le stesse prassi utilizzate da tutte le Regioni d’Europa”.