Gli orti urbani, spazi verdi coltivabili ai margini delle città Si è conclusa la prima fase del progetto “L’orto incolto” realizzato da SudArch in collaborazione con Parco Ecolandia
Orti urbani e residuali, una nuova forma di agricoltura civica, urbana e periurbana.
Questo il tema al centro della seconda giornata con cui si è conclusa la prima fase del progetto “L’orto incolto”, promosso da SudArch, in collaborazione con Parco Ecolandia, con il partenariato dell’Accademia di Belle Arti e del Conservatorio di musica “Francesco Cilea”, nonché con il patrocinio degli Ordini degli Architetti e degli Ingegneri di Reggio Calabria, di Italia Nostra, del Dipartimento di Agraria dell’Università e del Polo di Innovazione NET.
Si tratta di un’iniziativa culturale innovativa realizzata nell’ambito dell’intervento “Creazione del Distretto culturale e relativa programmazione ed organizzazione di eventi di rilevanza nazionale ed internazionale”, e riguarda la progettazione di un concept per orti urbani di piccole-medie dimensioni all’interno del Parco Ecolandia in località Arghillà, nella periferia nord di Reggio Calabria. Una linea d’azione inserita nell’ambito del più ampio e articolato progetto denominato “L’Orto di Calipso – Il giardino mediterraneo tra arte, leggende, mitologia”.
Tale iniziativa si svolge in sintonia con i temi d’attualità dell’imminente Expo 2015, il incentrato sul tema fondamentale del nutrimento dell’uomo e della Terra, ponendosi come importante momento di riflessione sulle principali sfide dell’umanità per i prossimi anni. Su tutte, quelle di raggiungere uno sviluppo sostenibile del Pianeta e di ridurre le sacche di povertà e malnutrizione che coinvolgono ancora miliardi di persone.
Il workshop si è articolato in due fasi: la prima di progettazione formativa, ultimata pochi giorni fa e finalizzata alla redazione di proposte progettuali concrete, la seconda di cantiere, indirizzata alla realizzazione del migliore progetto in una delle aree appositamente messe a disposizione dal Parco Ecolandia.
I lavori dei partecipanti al concorso saranno giudicati da una commissione presieduta dal famoso architetto Joao Nunes.
“Il quadro paesaggistico – ha detto l’architetto durante il workshop – è una diretta conseguenza del modo di vivere e di interpretare il territorio, ne rappresenta l’identità e testimonia l’esplosione delle contraddizioni. L’armonizzazione tra infrastrutture e paesaggio è un modo di istruire e costruire il territorio e dipende dalla progettualità. Occorre acquisire la consapevolezza che il paesaggio si disegna attraverso le nostre scelte quotidiane, i valori a cui ci ispiriamo ed il rapporto con il mondo, solo così lo si può qualificare e riqualificare. Soprattutto su questo territorio – ha concluso Joao Nunes – che io amo particolarmente, perché a tratti viene dimenticato ma possiede potenzialità straordinarie”.
Gli orti a ridosso delle città sono stati a lungo considerati antiestetici secondo i canoni urbanistici. Negli ultimi anni, però, in tutte le città europee e nordamericane il numero delle persone che vogliono coltivare un orto è andato via via crescendo, soprattutto a scopo domestico e per la produzione di cibo. Per questo istituzioni, associazioni e cittadini stanno approfondendo il tema dell’agricoltura urbana, che assume anche un interesse artistico sempre maggiore.
Reggio Calabria per anni è stata una vera e propria città giardino, con orti urbani sparsi e una fascia esterna di agrumeti, ma fortemente attenuata dall’eccessiva cementificazione delle coste. Oggi comunque – come sottolineato anche da Nunes durante la sua permanenza – ha tutto il potenziale per inserirsi tra le città italiane ed europee leader in quest’ambito.