Gmg a Cracovia, il resoconto di don Manuli "Il Papa ha saputo parlare al cuore dei giovani, con parole semplici"
“La GMG inizia oggi, una volta rientrati nelle vostre case, nelle vostre famiglie, nelle parrocchie, nelle associazioni, nei movimenti, nei luoghi che frequentate”, sono le parole di consegna di Papa Francesco al milione e seicentomila dei giovani presenti a Cracovia. C’erano anche i giovani della diocesi di Oppido Mamertina – Palmi, tra cui un gruppetto di ventisette ragazzi, provenienti da diverse parrocchie accompagnato da me che è stata la mia prima GMG. Arrivati a Cracovia il 25 luglio, ogni gruppetto è stato accolto dalle famiglie polacche. E’ stato il più bel souvenir che portiamo a casa, l’ospitalità. I giorni seguenti li abbiamo vissuti partecipando alla Messa quotidiana, la catechesi, il sacramento della riconciliazione, e i giorni finali con il Papa. Indimenticabili la Via Crucis, la Veglia di preghiera e la Manta Messa del 31 luglio che ha concluso questi giorni di preghiera, di amicizia, di pellegrinaggio. Quanti km a piedi, sotto il sole e la pioggia, con lo zaino sulle spalle, come non dimenticare la sera del 30, più di un milione di giovani, con i cuori e le candele in preghiera, in silenzio davanti a Gesù Eucaristia. Il Papa ha saputo parlare al cuore dei giovani, con parole semplici ai giovani, a non “stare comodi sul divano”, a “sognare”, ha parlato della fatica della vita e delle cadute, che non bisogna mai arrendersi, ha parlato della Misericordia. Ha chiesto ai giovani di cambiare il mondo, a partire dalla pace e con il perdono. Come è possibile tutto ciò? Con la preghiera, quando al centro c’è Gesù. Alcuni di noi poi sono stati a Czestochowa, a pregare davanti all’icona della Madonna nera, nei campi di concentramento e di sterminio di Auschwitz e Birkenau. In quest’ultimo luogo come non rimanere sgomenti davanti all’atrocità del male. Che cos’è una GMG? E’ un pellegrinaggio, un esodo, verso un punto centrale e focale, Gesù Cristo, tutti insieme. Nella patria del fondatore delle GMG, san Giovanni Paolo II, dove il cuore misericordioso di Dio si è rivolto a santa Faustino Kowalska, i giovani, accompagnati dai sacerdoti, dai religiosi, hanno offerto una grande testimonianza a tutto il mondo, saper mettersi in discussione per convergere verso Gesù Cristo. Adesso, rientrati nelle nostre famiglie, parrocchie, inizia un altro pellegrinaggio, ancora più difficile, ma bello, ricco, avvincente, che è quello di saper contagiare giovani e meno giovani, trasmettere che l’unica speranza in questo mondo è Dio, con un volto e un nome, Gesù Cristo. Una immagine nella mia mente e dentro il mio cuore, quella candela accesa, sabato sera del 31 luglio, il silenzio, giovani inginocchiati, i canti, tutti uniti, davanti al Maestro che ci guida verso la vita eterna. Sento di interpretare i sentimenti dei giovani che ho accompagnato, di ringraziarli, dove ogni giorno celebrando l’Eucaristia, li presentavo a Dio e continuerò a pregare perché in un tempo di fragilità esistenziale, di paura, di ricerca del piacere, possiamo lasciarci guardare dal volto amorevole di Gesù che ha donato la sua vita per ciascuno di noi. Non è semplice stare al passo dei giovani, non tanto quel passo fisico quanto il passo del saper essere in ascolto con rispetto e in attesa, e con amore, come asseriva san Giovanni Bosco, “basta che siate giovani, perché io vi ami assai”.
don Leonardo Manuli (Incaricato per la PG di Oppido Mamertina – Palmi)