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Il piacere del bon ton e della legalità

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“Ci auguriamo che questo governo, oltre ad approntare le misure economiche necessarie per superare la crisi, faccia valere sempre la legalità, quale presupposto, dopo anni di populismo e di demagogia, di eguaglianza e di libertà”

di BRUNO MORGANTE

Il piacere del bon ton e della legalità

“Ci auguriamo che questo governo, oltre ad approntare le misure economiche necessarie per superare la crisi, faccia valere sempre la legalità, quale presupposto, dopo anni di populismo e di demagogia, di eguaglianza e di libertà”

 

 

Il governo Monti con i suoi super tecnici ha avuto la fiducia dei due rami del parlamento ormai da un paio di giorni.

Anche se è ancora presto possiamo fare alcune considerazioni e affidargli qualche nostra speranza.

Dopo molti anni in cui nelle aule parlamentari abbiamo assistito, con senso di angoscia,  all’esibizione di schiamazzi, gesti volgari, parolacce, offese al buon gusto contrabbandate per modernità, abbiamo visto Senato e Camera:

– ascoltare, con la giusta attenzione,  l’intervento del Presidente del Consiglio designato dal Capo dello Stato;

– applaudire, con parsimonia,  i passaggi del discorso particolarmente condivisi, senza gli applausi e le urla da stadio a cui eravamo abituati;

– abbiamo sentito illustrare un programma senza insulti verso gli avversari, senza voli iperbolici, senza l’individuazione di nemici per giustificare ritardi e inadempienze.

Abbiamo ascoltato, finalmente, un linguaggio chiaro, che ci ha reso edotti della situazione, che ha mostrato  la giusta deferenza verso le istituzioni repubblicane, dal parlamento, ai partiti, al Presidente della Repubblica.

Sono risolti  così i problemi che abbiamo davanti? Sicuramente no, ma non eravamo più abituati a questi comportamenti e il cambiamento ci piace.

Il giorno dopo, invece del solito corteo di Audi, con piacere abbiamo visto arrivare il Presidente con una macchina Lancia.

Grande lo sconforto quando si è saputo che l’auto era stata data in prestito dal Quirinale in quanto non c’è una macchina costruita in Italia nel parco delle migliaia di auto blu in dotazione a Palazzo Chigi e ai ministeri.

Nei vari talk show sentiamo continuamente da parte di politici e giornalisti denunce di golpe bianco, di sospensione della democrazia nel nostro paese, perché, secondo loro, caduto il governo Berlusconi invece di andare alle urne, è stato formato un governo senza che né lo stesso, né il Presidente del Consiglio che lo presiede abbiano ricevuto un’investitura popolare.

All’obiezione ovvia che, al di là delle preferenze di ognuno rispetto al modello istituzionale ( presidenzialismo, parlamentarismo, premierato, etc..) siamo, secondo la costituzione vigente, una repubblica parlamentare, per cui è legittimo e legalmente costituito ogni governo che ottiene la fiducia del parlamento, viene risposto che deve prevalere la costituzione materiale, che oggi prevede di votare per una maggioranza e per un presidente del consiglio, il cui nome è scritto sulla scheda elettorale.

Ne discende, per logica, che ogni governo con presidente diverso da quello votato dai cittadini è un attacco al volere del popolo e alla democrazia.

E’ un ragionamento inaccettabile, oltre che demagogico e populista, perché, vigendo una costituzione di cui non si riconosce il valore cogente di madre di ogni legge, il fare prevalere la propria posizione presuppone un’arbitrarietà nell’obbedienza alle leggi, a seconda che siano più o meno rispondenti alla propria visione della democrazia. 

Bisogna ribadire con forza e con chiarezza che queste posizioni sono contrarie alla legalità repubblicana e che, fino a quando la nostra Costituzione non verrà cambiata, noi con il voto eleggiamo il Parlamento, anche se ci han tolto il potere di scegliere i parlamentari.

Il potere di designare il presidente del consiglio tocca al Presidente della Repubblica.

Il presidente designato a sua volta deve ottenere la fiducia dei due rami del parlamento per governare.

Nel corso della legislatura, può anche non piacere, possono cambiare governi, come è avvenuto diverse volte, anche con maggioranze diverse dalle precedenti o da quelle uscite dalle urne.

Il premio di maggioranza, previsto dall’attuale legge elettorale, non previsto in nessuna delle democrazie occidentali, serve solamente a garantire una presunta maggiore stabilità di governo nell’ambito di una democrazia parlamentare, non a trasferire il potere del popolo a una persona.

Sicuramente ci troviamo di fronte a una pessima legge elettorale che ingenera confusione ed espropria i cittadini del potere essenziale in democrazia di scegliere, oltre al proprio partito, il proprio rappresentante in Parlamento.

Ci auguriamo che questo governo, oltre ad approntare le misure economiche necessarie per superare la crisi, chiedendo sacrifici a tutti con equità e aiutando giovani e donne ad entrare nel mercato del lavoro, aiuti noi italiani a ritrovare il gusto dell’impegno civico, parli al popolo con verità, faccia valere sempre, anche se sgradito, il principio di legalità, quale presupposto, dopo anni di populismo e di demagogia, di eguaglianza, di libertà e di assunzione di responsabilità, fermo rimanendo il diritto ad operare e ad organizzarsi per cambiare la società e le leggi secondo le proprie convinzioni.

Bruno Morgante

redazione@approdonews.it