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Governo Renzi: Maria Carmela Lanzetta ministro per gli Affari regionali

Governo Renzi: Maria Carmela Lanzetta ministro per gli Affari regionali

| Il 21, Feb 2014

L’ex sindaco antimafia di Monasterace entra nella squadra del premier incaricato Renzi. Sfuma la nomina del magistrato Gratteri alla Giustizia

Governo Renzi: Maria Carmela Lanzetta ministro per gli Affari regionali

L’ex sindaco antimafia di Monasterace entra nella squadra del premier incaricato Renzi. Sfuma la nomina del magistrato Gratteri alla Giustizia

 

 

Nicola Gratteri non c’è, ma a sorpresa spunta il nome di Maria Carmela Lanzetta. Nell’elenco dei ministri scandito da Matteo Renzi dopo oltre due ore e mezzo di colloquio al Quirinale, la Calabria è rappresentata, ma in modo diverso da ciò che si aspettava alla vigilia. Fino alla fine, la figura più accreditata ad entrare nel Governo era quella del magistrato Nicola Gratteri, indicato come potenziale ministro della Giustizia. Addirittura un aggiornamento di Wikipedia delle ore 16:56 di oggi diceva infatti: “Nicola Gratteri (Gerace, 1958) è un magistrato italiano, attualmente Procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria e ministro della Giustizia nel governo guidato da Matteo Renzi”. Ma subito dopo, le ultime righe sono state prudentemente cancellate.

Quando Renzi ha pronunciato la lista dei ministri, il posto alla Giustizia è stato accostato all’esponente Pd Andrea Orlando. Tra i ministeri senza portafoglio, invece, il premier incaricato ha pronunciato il nome di Maria Carmela Lanzetta, l’ex sindaco di Monasterace diventato icona antimafia, che alle primarie di dicembre per la segreteria nazionale del Pd era stata candidata nelle liste di Civati. Per lei arriva ora la delega agli Affari Regionali che ha suscitato anche qualche polemica nel Pd dopo la precisazione di Civati che ha dichiarato di essere stato all’oscuro.

LA SQUADRA COMPLETA DI RENZI – Ecco l’elenco completo dei ministri di Renzi: sottosegretario alla Presidenza – Graziano Del Rio; Economia – Pier Carlo Padoan; Interno – Angelino Alfano (Ncd); Affari esteri – Federica Mogherini (Pd); Giustizia – Andrea Orlando (Pd); Difesa – Roberta Pinotti (Pd); Sviluppo economico – Federica Guidi; Infrastrutture e trasporti – Maurizio Lupi (Ncd); Salute – Beatrice Lorenzin (Ncd); Politiche agricole – Maurizio Martina (Pd); Ambiente – Gianluca Galletti (Udc); Lavoro e politiche sociali – Giuliano Poletti; Istruzione, università e ricerca – Stefania Giannini (Sc); Beni e attività culturali – Dario Franceschini (Pd); Riforme e rapporti col Parlamento – Maria Elena Boschi (Pd); Semplificazione e P.a. – Marianna Madia (Pd); Affari regionali – Maria Carmela Lanzetta.

LA SORPRESA DI MARIA CARMELA – «E’ stata una sorpresa assoluta anche per me. Una nomina che rappresenta un riconoscimento non soltanto per la mia persona, ma anche per la Calabria», ha detto all’Ansa Maria Carmela Lanzetta, pochi minuti dopo avere appreso della sua nomina: «E’ un fatto – ha aggiunto – molto bello. Devo tutto alla popolazione di Monasterace, che mi è stata vicina nei momenti positivi ed in quelli negativi della mia vita». Lanzetta ha riferito che a comunicarle la nomina a ministro, poco prima della lettura dei componenti del Governo da parte di Matteo Renzi, è stato Graziano Delrio. «Graziano – ha detto – ha sempre avuto una grande stima nei miei confronti, stima che io gli ho sempre ricambiato. Adesso abbiamo bisogno di metterci tutti al lavoro per il bene del Paese».

La farmacia di Maria Carmela Lanzetta, subito dopo l’annuncio della nomina, si è riempita di gente, accorsa per festeggiarla. In tanti hanno voluto abbracciarla ed al neo ministro è scappata qualche lacrima per la commozione. «E’ bellissimo – ha commentato Maria Carmela Lanzetta -. Abbiamo rivissuto lo stesso momento di festa e di grande calore che ci fu quando sono stata eletta sindaco».

LA SCHEDA

Maria Carmela Lanzetta, 59 anni, nominata ministro per gli Affari regionali nel primo governo Renzi, è nata a Mammola, in provincia di Reggio Calabria. A Locri ha conseguito il diploma di maturità classica, poi a Bologna la laurea in farmacia. E’ stata sindaco di Monasterace, comune della Locride, fino al luglio dello scorso anno. Sposata da 31 anni con Giovanni Scarfò, ingegnere elettronico, insegnante, regista e direttore della Cineteca della Calabria, la sua passione è l’archeologia. La sua esperienza amministrativa che l’ha fatta assurgere, assieme al primo cittadino di Rosarno Elisabetta Tripodi, a simbolo dell’impegno delle donne sindaco calabresi contro la strapotere e l’infiltrazione delle cosche della ‘ndrangheta nella pubblica amministrazione per accaparrarsi appalti e commesse.

Le dimissioni della Lanzetta giunsero in polemica con il voto contrario di un assessore in merito alla costituzione di parte civile contro alcuni indagati in un procedimento penale a carico di un dipendente comunale accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Un voto che definì un “vulnus” rispetto alla linea guida delle sua amministrazione improntate sulla legalità e sul rispetto delle regole. Ma già in precedenza la Lanzetta si era dimessa, salvo poi tornare sui suoi passi, “travolta” dalle attestazioni di solidarietà. Nell’aprile 2012 aveva già deciso di lasciare l’incarico di sindaco dopo le pesanti intimidazioni subite a causa del suo impegno contro le cosche ed in favore della legalità: prima le era stata incendiata la farmacia di famiglia e poi furono sparati alcuni colpi di pistola contro la sua auto.

Atti che provocarono una profonda eco a livello nazionale, tanto che per convincerla, riuscendoci peraltro, a rimanere al suo posto, arrivò a Monasterace l’allora segretario del Pd Pier Luigi Bersani. Molti ritenevano che l’impegno antimafia di Maria Carmela Lanzetta l’avrebbe portata ad ottenere una candidatura alle elezioni politiche, che invece non arrivò. Maria Carmela Lanzetta fu anche inserita da Pippo Civati nel Pantheon della sua sinistra in occasione del confronto con gli altri candidati alla segreteria del Pd nelle primarie dello scorso anno. Succede a Delrio dal quale eredita alcuni “temi caldi”. Un decreto legge per garantire ai Comuni le stesse risorse nel passaggio dall’Imu alla Tasi e il Ddl messo a punto da Delrio (e attualmente all’esame del Senato) per “svuotare” di poteri le Province, istituire le Città metropolitane e favorire unioni e fusioni dei piccoli Comuni sono i principali provvedimenti attesi dagli Enti locali e dalle Regioni, rimasti in sospeso con la fine anticipata del Governo Letta.

Il decreto legge promesso dal Governo avrebbe dovuto garantire ai Comuni le stesse risorse del 2013 nel passaggio da Imu a Tasi. Il risultato di non veder diminuite le risorse, per l’anno in corso, è infatti stato già raggiunto, ma non per tutti i Comuni. Altro fronte aperto, quello della trattativa sulle spese per gli uffici giudiziari, somme anticipate ma non restituite dal 2011. Oltre a tutto questo, i sindaci, chiedono che prosegua il percorso delle riforme annunciate, dall’abolizione appunto delle Province, all’istituzione delle città metropolitane.