Grande successo di “Odissea, un canto mediterraneo” Il concerto-spettacolo ha chiuso la settima edizione del Festival "Miti Contemporanei"
Un’ovazione del pubblico – che ha accompagnato ritmando lo splendido brano finale dedicato ad Itaca, simbolo della terra e del ritorno – ha sancito lo straordinario successo di “Odissea, un canto mediterraneo”, il concerto-spettacolo che ha chiuso ieri sera, al teatro “Cilea” di Reggio Calabria, la settima edizione del Festival “Miti Contemporanei”. E non poteva esserci conclusione più emozionante e partecipata, grazie ai protagonisti di questo evento, presentato per la prima volta a livello nazionale: Mario Incudine, con la sua forza e presenza scenica, autentico trascinatore, autore di questo viaggio musicale e teatrale nel mito, nella nostra storia, nel nostro essere, e Peppe Servillo, come sempre raffinato interprete di brani che hanno trasportato il pubblico nel cuore di questo spettacolo.
Un susseguirsi di sonorità mediterranee, di lingue e dialetti, di civiltà e di una storia che è poi unica, quella del Mediterraneo, appunto: e a rendere questo sentimento, queste emozioni, è la ricerca condotta da Incudine, la costruzione di uno spettacolo attraverso un percorso musicale, una scrittura intessuta di note e parole, che ci trasporta nella storia di Ulisse, che è anche quella che ogni giorno rivive nelle nostre terre, tra gli uomini; una storia attuale, di approdi faticosi verso quell’Itaca sognata, di sofferenze, di lontananze, di ritorni. Una costruzione affascinante (nata su progetto di Sergio Maifredi, anche regista insieme allo stesso Incudine), tra ritmi avvincenti e melodie struggenti, accostati al racconto ironico, ma con rimandi molto attuali, delle gesta del protagonista, affidato agli attori che interpretano Polifemo e un altro ciclope; mentre sul palco si alternano ballerini, eccezionali musicisti, la straordinaria voce di Anita Vitale e quella altrettanto intensa di Faisal Taher, che rimanda agli echi di un Mediterraneo crocevia di storia.
E poi, si diceva, i protagonisti: Incudine, come un moderno Ulisse, che svetta sulla prua della nave (elemento scenico sempre in vista), che trascina con la sua voce e la sua energia, e Servillo, che punteggia il racconto con il suo modo di porgere le canzoni, di farle proprie e di restituirle: canzoni che sono nella nostra memoria, come “Brucia la terra” e soprattutto quell'”Amara terra mia” che, eseguita insieme ad Incudine, emoziona tutto il pubblico. Come evidenzia Incudine al termine dello spettacolo, rivolgendosi alla platea, l’Odissea mostra quell’identità di cui dobbiamo essere orgogliosi. “Oggi più che mai è necessario riprendere i classici. Tutto è stato già scritto e, per capire chi siamo, bisogna prima capire chi eravamo. Questi festival – aggiunge – fanno bene all’Italia: ci sono festival e teatri che chiudono, mentre il direttore artistico Teresa Timpano ha voluto questo spettacolo e ha voluto 25 persone sul palco. Ci ha fatto scommettere sul mito e abbiamo voluto farlo in maniera contemporanea, mettendo dentro tutto il Mediterraneo. L’Odissea ci rende orgogliosi di essere mediterranei, a questo dobbiamo guardare: c’è un sud che ribolle di energia, identità e riscatto. Se riprendiamo Omero possiamo tornare a casa, in un giardino dove è privilegio continuare a vivere”.
Parole bellissime di apprezzamento del Festival, dunque, quelle pronunciate da Incudine. E Teresa Timpano ha voluto ringraziare l’artista per la sua presenza a Reggio: “per noi è stato un grande onore e un grande dono quello che hai voluto farci”. Ha, infine, rivolto un grazie anche al pubblico che ha seguito davvero numeroso tutti gli spettacoli del Festival, e ha dato appuntamento al prossimo anno, per l’ottava edizione di “Miti contemporanei”, che si svolgerà sempre dal 22 al 30 novembre. Nell’ambito del Festival, inoltre, nel pomeriggio di ieri, sulla terrazza del Museo Archeologico di Reggio, si è svolta la cerimonia di consegna del Premio internazionale di poesia Nosside, giunto alla 33a edizione. Come sottolineato dal fondatore e presidente, Pasquale Amato, l’iniziativa si sta sempre più ampliando, e sempre all’insegna della qualità. Si è poi soffermato anche sulla scelta “di salvaguardare le nostre identità aprendo alla pari a tutte le lingue del mondo, in una visione secondo la quale non dobbiamo fare morire questo patrimonio di conoscenze che le lingue rappresentano. Recuperando non solo la lingua scritta, ma anche una forma di linguaggio che è quella del video”.
Quindi, spazio alle premiazioni: menzioni per Ibis Arredondo Reyes (Cuba), Valentina Carleo (Italia), Daphnie Maria Guy-Vouvali (Grecia), Rita Minniti (Italia), Vicente Raggio (Brasile), Vakaba Savane (Costa d’Avorio), Giancarlo Secci (Italia – poesia in sardo). Menzioni speciali: Melita Toka Karahaliou (Grecia), Emanuele Aloisi (Italia), Caterina Zappia (Italia – poesia in video). Vincitrice assoluta è risultata, per la prima volta nella storia del Nosside, una poetessa argentina, Ana Maria Gonzalez.