Grandi opere, Siclari (FI): “Senza, il Paese è tagliato fuori dal mondo”
“Le grandi opere non solo consentono al Paese di essere più competitivo ma sono, soprattutto, volano di sviluppo considerando che creano posti di lavoro sia durante la loro realizzazione sia successivamente”.
Il senatore Marco Siclari mantenendo uno sguardo fisso alla necessità di investire sul Meridione per il rilancio dell’intero paese, guarda alle gradi opere come a una possono che non può essere sottovalutata come sta, invece, facendo il Governo.
“Non si capisce come sia possibile che in questa Manovra non esistano le grandi opere, anzi, vogliono bloccare anche la Tav. Al Sud manca l’alta velocità, si attende l’ampliamento e la messa in sicurezza della SS 106 che collega le quattro regioni, si attendono investimenti per sviluppare porti e aeroporti, l’alta velocità si ferma a Napoli e non arriva a Reggio Calabria e in tutta la fascia ionica così come in Sicilia, quando, invece, basterebbe sviluppare queste opere, comprendendo anche il Ponte sullo Stretto per collegare la Sicilia, per rendere l’Italia un paese molto più competitivo perché rilanciare il Sud con le grandi opere e le infrastrutture è l’unica speranza. Investendo in queste regioni si creerebbero centinaia di migliaia di posti di lavoro e sarebbe così possibile uscire dalla crisi in tempi molto più ristretti. Invece di dare ai disoccupati il reddito di cittadinanza, pari a 138 euro mese per un anno, investissero gli stessi fondi, 10 miliardi di euro, in grandi opere per creare un futuro economico nei territori dove si realizzano le opere e per garantire il lavoro a chi oggi non ne ha”, ha concluso il senatore azzurro.