Grazie agli angeli del “karol Betania strutture sanitarie” In una lettera il commovente ringraziamento di un paziente al personale del Recc: «Anche un fisioterapista può essere l'angelo custode di un degente»
Grazie di avermi sopportato e supportato, grazie d’avermi dato il coraggio di andare avanti. Ora che il conto alla rovescia per il mio ritorno a casa è scattato sento il bisogno di riconoscere ufficialmente il valore di un impegno e una dedizione che non potrò mai dimenticare. Era l’8 gennaio scorso quando, dopo una prima fase riabilitativa trascorsa al San Vito Hospital, nel corso della quale i fisioterapisti Giovanni Gullà e Dario Iuliano hanno fatto un ottimo lavoro di preparazione alla protesi, arrivai a “karol Betania strutture sanitarie”. In entrambe le strutture ho trovato personale competente, ma è in particolare alle fisioterapiste della Riabilitazione estensiva a ciclo continuativo che voglio esprimere la mia gratitudine per l’atteggiamento sempre pronto, competente, fermo e gioviale con il quale sono state al mio fianco nel corso di settimane non semplici.
Grazie a tutte quante, una più brava dell’altra, ma, non me ne vogliate, in particolare a Maria Grazia Catizone affiancata da Serafina Borelli. Mi avete anche consolato e coccolato quando ne avevo più bisogno, quando lo sconforto si faceva insopportabile. Ragazze, insieme alla presenza amorevole e puntualissima della mia famiglia, anche voi avete rappresentato un fondamentale punto fermo durante settimane durissime che la vita mi ha chiamato ad affrontare. Sappiate che se ogni giorno sento più vicino il traguardo di un’autonomia ritrovata lo devo anche a voi e alla vostra tenacia nel contribuire a rafforzare quel gancio in mezzo al cielo al quale mi sono aggrappato con tutte le mie forze per vincere la sfida più importante. Sarà la forza e la determinazione delle donne che permette al sole di fare capolino anche quando le nuvole ce la mettono tutta per oscurarlo e io, modestamente, sono circondato da donne splendide: prime tra tutte due figlie meravigliose e la moglie migliore del mondo. Quel che so è che se un giorno, spero prestissimo, riuscirò davvero a sentire la protesi come una parte di me, il merito dovrò dividerlo con Maria Grazia e Serafina.
Io ce la sto mettendo tutta e vi prometto che non mollerò perché questa battaglia voglio vincerla a ogni costo, ma è la fisioterapista alla quale sono stato assegnato che ha saputo inculcarmi il rispetto per quest’ausilio. Lo fa ogni giorno anche provando a cambiare il mio rapporto con lo specchio affinché io smetta di vederlo come un puro riflesso della realtà e inizi finalmente a considerarlo come la porta d’accesso verso la svolta. È per tutto questo che, ragazze, ora che le nostre strade stanno per dividersi una cosa voglio dirvela: continuate a fare questo mestiere con la tenacia, la competenza e la volontà che avete trasmesso a me perché nei momenti bui anche una fisioterapista può essere l’angelo custode di un paziente alle prese con un periodo complicato della propria vita. Grazie di tutto.
Pietro Campi