Guerra tra cosche in provincia di Crotone: 5 fermi per la faida che insanguina Petilia
redazione | Il 13, Ago 2012
Operazione dei carabinieri che contestano l’omicidio di Valentino Vona e il tentato omicidio del fratello Giuseppe
Guerra tra cosche in provincia di Crotone. Cinque fermi per la faida che insanguina Petilia
Operazione dei carabinieri che contestano l’omicidio di Valentino Vona e il tentato omicidio del fratello Giuseppe. I provvedimenti sono stati emessi dalla Dda di Catanzaro che ha voluto impedire nuovi delitti che erano già stati programmati. Uno degli indagati aveva in casa un arsenale
CROTONE – I carabinieri del comando provinciale di Crotone hanno eseguito un’operazione per il fermo di cinque persone accusate dell’omicidio di Valentino Vona e del tentato omicidio del fratello Giuseppe, compiuto a Petilia Policastro (Crotone) il 21 aprile scorso. Il provvedimento di fermo è stato emesso dal Procuratore della Dda di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, e dall’aggiunto, Giuseppe Borrelli, ed è stato notificato a Salvatore Comberiati, di 53 anni (accusato solo per possesso di armi), Giuseppe Scandale (44), Tommaso Ierardi (35), Luigi Lechiara (46) e Giuseppe Pace (35). Una sesta persona, Michael Pace (22), è indagato ma essendo già detenuto nei suoi confronti non è stato emesso il decreto di fermo.
I cinque fermati sono accusati di omicidio, tentato omicidio e porto abusivo di armi con l’aggravante delle modalità mafiose. Le indagini dei carabinieri del comando provinciale di Crotone hanno avuto inizio dopo l’omicidio di Vincenzo Manfredo compiuto nel marzo scorso a Petilia Policastro. Gli investigatori ritengono che l’omicidio di Vona sia la risposta all’uccisione di Manfredo. La Dda di Catanzaro ha deciso di emettere i provvedimenti di fermo in via d’urgenza, con l’operazione denominata “Impluvium”, per impedire che venissero commessi altri fatti di sangue che, secondo gli investigatori, erano già in avanzata fase di programmazione e di imminente esecuzione.
LE ARMI. Un arsenale è stato scoperto dai carabinieri del Comando provinciale di Crotone nel corso della perquisizione a casa di uno dei cinque fermati perchè accusati dell’omicidio di Valentino Vona e del tentato omicidio del fratello Giuseppe. In particolare, i carabinieri hanno trovato due fucili calibro 12, uno a pompa ed uno sovrapposto ed una mitraglietta Spectra oltre a munizioni e a due passamontagna. Complessivamente, gli indagati nell’inchiesta sono sei. Oltre alle cinque persone fermate, e accusato di omicidio e tentato omicidio anche un sesto elemento nei confronti del quale non è stato emesso il provvedimento di fermo perchè già detenuto per il possesso di una pistola calibro 9. Nei suoi confronti è stata chiesta al gip l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.
GLI INQUIRENTI. «C’era la possibilità che venissero perpetrati nuovi fatti di sangue ed il ritrovamento di armi dimostra che c’è fibrillazione nel locale di Petilia Policastro. Da qui la decisione di procedere con i fermi». A dirlo è stato il procuratore di Catanzaro Vincenzo Antonio Lombardo illustrando, a Crotone, i dettagli dell’operazione che ha portato al fermo di cinque persone accusate dell’agguato compiuto il 21 aprile scorso a Petilia nel quale rimase ucciso Valentino Vona e fu ferito il fratello Giuseppe.
Nel corso dell’operazione di oggi, in un garage di pertinenza di Lechiara sono stati trovati due fucili, una mitraglietta e due passamontagna. «Sono qui anche se in ferie – ha detto Lombardo – perchè volevo con la mia presenza assicurare l’attenzione molto forte della Procura distrettuale su Petilia Policastro e sul suo locale dove con l’omicidio di Manfreda si è aperta, di fatto, una ostilità per la mancanza di leadership all’interno del locale». Secondo l’accusa, infatti, l’agguato contro i fratelli Vona sarebbe stata la risposta all’omicidio di Vincenzo Manfreda, ucciso con tre colpi di fucile il 24 marzo scorso. «Dalle intercettazioni – ha detto il procuratore aggiunto di Catanzaro Giuseppe Borrelli – si comprende che nel gruppo vicino a Manfreda ci fosse la convinzione che quest’ultimo delitto fosse opera opera del gruppo Vona, ma questo dato è ancora da verificare». All’incontro con i giornalisti ha partecipato anche il comandante provinciale dei carabinieri di Crotone, colonnello Francesco Iacono.